Harvestman – ”In a Dark Tongue” (Neurot)

Harvestman
Harvestman - "In a Dark Tongue"

Dopo un album d’esordio che ha diviso anche due bastonatori come me e M.C. (lì in versione Dragone Nervoso, nome che ha influenzato gran parte della “”stampa”” -notare le virgolette- metal che negli ultimi 10 anni non ha sparato cazzate, io la penso come quel Tony lì pur non essendo lui, che è uno di quelli che non spara cazzate) e la colonna sonora di un film italiano diretto da Alex Infascelli (H2Odio), Steve Von Till torna come Harvestman. Se il suo lato apocalittico trova sfogo nei Neurosis e quello di cantautore folk-intimista con barbetta si esprime nel progetto solista omonimo, in questa terza incarnazione si presenta come sciamano con un occhio alla musica del passato. Diciamo subito che se la principale caratteristica del debut era la varietà (croce per alcuni e delizia per altri), oggi il lavoro è meno eterogeneo, sempre abbastanza vario ma senz’altro più coerente. Questo lungo trip psichedelico intriso di mitologia e simbolismo riesce stavolta infatti a risultare non slegato, benché sia capace di passare da 10 minuti di “The Hawk of Achill” in cui gli Hawkind sono molto più che un’influenza marginale ai 7 di Karlsteine in cui il folk si fonde con il drone a-là Growing. Tuttavia, forse proprio a causa di quanto detto, alcuni passaggi risultano più prolissi che in passato. Resta un disco di uno che la musica la sa fare, ma non siamo al cospetto di un capolavoro e probabilmente la longevità non sarà quella di altri lavori del tipo. Comunque molto valido, ma la sensazione è sempre quella: è in altri progetti che Steve Von Till dà il meglio.

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