DISCONE: Keelhaul – Triumphant Return To Obscurity

khAllora diciamo che da una parte ci stanno i fini pensatori ed i cultori del bello, e dall’altra quelli che si son compati una Ibanez con la prima paga da metalmeccanico. In mezzo ci sta un treno di gente, perlopiù studenti di conservatorio con il trip del metal truculento concettuale alla John Zorn o musicisti di seconda categoria che cercano di espiare i propri peccati e dar vita a un progetto più ampio –tipo una cover band dei Pink Floyd, o un gruppo prog-noise. I Keelhaul in tutto questo sono LA NUOVA RAZZA, dei grezzoni che san suonare da dio, gente che gli piacerebbe un sacco fare un disco degli Zeke ma si perdono inevitabilmente nelle sbrodolate a tempi storti con il batterista che sorride agli altri due dicendogli “ecco adesso ti batto ‘sto tempo assurdo qui e te diobbò prova a starmi dietro”. A sentire i dischi ti pare di vederli suonare in sala prove coi denti digrignati e le bestemmie che sgorgano. Ed ecco il principale motivo per il quale loro SÌ e altri duecento sfigati che provano (fallendo) a realizzare un disco math-core quantomeno decente NO. Esempio? La prima traccia del nuovo disco della band, che si chiama Triumphant Return to Obscurity (il disco prima era molto pop, in effetti). Partono che sembra un carrettone rock’n’roll uno-due tipo Disfear, cioè tipo Motorhead. Tac tac tac tac tac. Poi a un certo punto qualcuno sbrocca e iniziano ad arrivare i tempi storti con le chitarre che sembra non riescano a starci dietro (figurarsi il mio cervello). E da lì in poi un bel lavoro prettamente strumentale sobrio e incazzoso che dura mezz’oretta e fa stare benissimo. Con un’importante valore aggiunto nel fatto che pur essendo strumentali e progressivi, il pezzo più lungo dell’ultimo disco dura meno di sette minuti (per questo genere di gruppi ormai sembra un disco dei  Sore Throat). Dicevamo appunto che loro e gli altri no. Comunque se siete di quelli che preferite ascoltare il disco piuttosto che ascoltare me avete modo di farlo anche –diobbò- legalmente ciccando sull’immagine qui accanto (se siete affetti da qualche grave patologia che non vi permette di cliccare sulle immagini potete cliccare anche  QUI) e facendo partire lo streaming nel sito dedicato. Ho anche deciso di nominare un’altra categoria e chiamarla STREAMO, maiuscola, dedicandola ai dischi scranni in streaming.

PS: questa poteva essere la prima recensione ever di un disco dei Keelhaul senza scritto sopra Don Caballero, ma anche se i Don Cab non c’entrano quasi un cazzo non siamo il genere di persone che vogliono distinguersi. Don Caballero.

8 thoughts on “DISCONE: Keelhaul – Triumphant Return To Obscurity”

  1. kekko se lo lasci dire,le sue recensioni appaiono come delle burlonate piu delle volte,mi domando se sarà possibile un giorno leggere una recensione scritta senza doverci leggere dell’umorismo inglese.

  2. Kekko, personalmente credo che questa rece ha si molto humor, ma riesce a incuriosire sul gruppo molto piú di tutte le altre che ho letto, e che in fin dei conti ripetono sempre la stessa cosa.
    Io al batteria ieri sera a BCN, ho detto che sembra un gruppo jazz che pesta metal, ha sorriso e mi ha detto…grazie.
    Saluti e continua cosí.

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