Due giorni prima su questo stesso palco hanno suonato gli Horrors, e credo che sia andato sold-out. Ha un suo senso: la musica drittona degli anni novanta ha rotto il cazzo, era necessaria un’evoluzione, e gli Horrors sono la quintessenza del gruppo evoluto era 2009 -dei voltagabbana col ciuffo. Mollato il fashion-garage prima che la gente avesse da ridire, si sono ributtati sul mercato con un disco di inqualificabili rip off wave/shoegaze e hanno fatto il pieno di consensi critici, con tanto di attestati di lode al coraggio (con un disco finto-shoegaze, nel 2009). E sarà stato pieno di figa, me lo figuro proprio davanti agli occhi: fintosessuali con frangia e ragazze vestite come tante Emily The Strange Troia che sorseggiano vodka-lemon in attesa che Spider inizi a fare le mossettine talle alla tastiera. Magari qualche hipster è riuscito a limonare, e il giorno dopo sui network mi è persino capitato di leggere gente rimasta piacevolmente impressionata dalla carica della band dal vivo. Grazie mamma ma mi tengo l’odio pregiudizievole. No, non c’ero. E voi sicuramente non c’eravate, due giorni dopo, alla seconda calata in cinque mesi di Karma To Burn, revival stoner-grunge anni ’90 becerissimo e incazzosissimo con berrettini, t-shirt, jeans slavati, chain-wallet e un muro di amplificatori. In compenso siete costretti a beccarvi il secondo live report in manco un semestre con nient’altro da dire a parte: un TRENO sonoro fatto di parti di chitarra e basso sostanzialmente identiche, con un milione di stop’n’go tutti perfettamente sincronizzati e a volumi altissimi (pure troppo, per una domenica sera), scanditi da una batteria precisa al millisecondo. Un’ora e passa di musica senza staccare le mani dagli strumenti, a parte il chitarrista Will Mecum che dopo tre o quattro pezzi ringrazia per essere passati nonostante fosse domenica e “lo so che questo è il giorno del Signore, ma vaffanculo“. Purtroppo stavolta non c’era tra il pubblico un tizio in carrozzella con la maglia degli Unsane, ma lo teniamo come guida spirituale. Un’ora e passa dopo l’inizio, mentre il gruppo è uscito dal palco, la gente ha smesso d’applaudire e il dj ha già messo su la prima traccia di Backspacer per chiudere la serata, i tre tornano su e regalano un inaspettato bis. Concerto dell’anno.
PS la foto è mia -stavolta mi son ricordato la macchina. Altre mie stanno QUI.
come non darti torto…
ragione 🙂