Inauguriamo a caso una nuova rubrica estemporanea. Si intitola QUATTRO MINUTI e contiene recensioni di dischi o concerti scritte col cronometro. 240 secondi netti, se lasciamo cose in sospeso pazienza.
VIA
Il nuovo disco dei Growing lo trovate in streaming qui, ma è un disco del cazzo. Mi farebbe piacere dire che non è così, tirare le somme e buttare qualche fiorellino sulla tomba di qualcun altro nel disperato tentativo di ribadire che i Growing sì e svariati altri drone rockers della domenica no. Probabilmente questo è lo stesso atteggiamento patetico e peloso che ci permette di difendere un pochetto tutti i dischi del dopo-Kranky, sostanzialmente un mare di buste ambient-drone. Parlando di cose puramente teoriche, Pumps (che tra le altre cose senza senso esce licenziato da Vice) è una specie di logica evoluzione dei Growing live, quelli con l’assetto imperioso stile disco-morte con i beat pesi appiccicati sui drone del primo periodo. Naturalmente l’ignoranza salvifica di questa roba dal vivo, parente di quello che MC raccontava a proposito di Fuck Buttons, su disco (come per i Fuck Buttons del resto) diventa un coacervo di robine kraute e paracule coi beat brutti e senza pacca. Ovviamente anche a questo giro troveranno i loro fan, convinti che siccome una
STOP
[…] quell’effetto primi Growing (che per carità, dieci volte meglio l’effetto primi Growing che i Growing attuali) e si inizia a sentire un disco postrock davvero piuttosto interessante figo ed ascoltabile, una […]
[…] me le sono sucate tutte – tranne quella spettacolare del 2009 con Keiji Haino, Emeralds e Growing tra gli altri (ero bloccato a letto con 40.5 di febbre tipo Tim Robbins in Allucinazione Perversa, […]