
Se tuttavia insisti, le risposte possono essere molteplici: permuta la tua chitarra con un computer, permuta il tuo computer per dei vestiti, esci al sabato mattina presto e vai a fare colazione al Bar Necci se sei di Roma. Lì puoi sederti a un tavolo e parlare forte, da solo o con altri, di quello che fai nella vita, ossia il chitarrista, e lamentarti di questa misera Italia berlusconiana che costringe te e gli altri musicisti e i giovani registi e scrittori e visual/conceptual artists a fare gli attacchini per vivere. O a fare gli studenti di nulla in particolare, il che equivale agli attacchini perché gli studenti attaccano i pipponi. C’è comunque un futuro: un giorno sarete assunti da un ufficio però a progetto (questo vi permetterà altre lamentele da NECCI) e potrete comunque non fare un cazzo, però la sera lamentarvi a casa per il molto lavorare che uccide i vostri sogni di chitarristi, e per sfogarvi avrete una moglie (nel senso che la insulterete vigliaccamente. MERDE). No, anzi no, avrete una fidanzatina o al massimo una compagna, ma mutevole, perché non credete nel matrimonio come valore e ideale e i mali dell’Italia vengono tutti dalla chiesa e da berlusconi che non vi ha permesso di girare quel film di merda. E tutto questo che ho scritto è perché VI DISPREZZO. E infatti ho sempre preferito il basso.
(grazie a Simone per la chiave)
Massimo Del Papa, sei tu?