Gli anni ’90 sono finiti da un sacco di tempo, ma agli Spindle Sect non è fregato un cazzo e hanno continuato a rockeggiare sempre, SEMPRE, fino ad arrivare oggi a pubblicare quello che si può a ragion veduta considerare il loro esordio, Is Your Planet Safe? [Casket Music]. Se fate parte di quei tizi dotati di ragione attorno al ‘97 ma che tuttavia oggi vivono come una liberazione la fine di quelle belle distorsioni PIENE con sopra un MC piuttosto che un vocalist, e sciacquano i panni nell’Arno di merda dei Baustelle o di altre sensazionali band futuristiche tipo i Franz Ferdinand, bè, sappiate che quello che davvero manca a questo decennio infame è un LA SEXORCISTO e che no, questo periodo non troverà mai la redenzione in un punto di fine paragrafo.
Ecco il punto ed ecco, sono un bugiardo ora, così come è bugiardo il rock’n’roll e soprattutto l’indie rock’n’roll d’oggigiorno che flirta con l’alta moda – altro che Sex Pistols -, ma se qualcuno di sincero qui c’è, non possono che essere gli spudorati londinesi Spindle Sect (nome dal significato ignoto: ho chiesto ai componenti del gruppo, non lo sanno, se lo rimpallano l’un l’altro) e le loro chitarre elettriche che, tra Jane’s Addiction, Beastie Boys, Faith No More e Vanilla Ice, sono più che altro chitarroni, e poi i capelli lunghi, la faccia magra e truce, il batterista che picchia duro ed è anche tecnico perché RECUPERIAMOLA questa capacità di suonare.
(RUTTO – pausa – RIPRESA).
Al cinema ci sono gli Expendables e di colonna sonora cosa vogliamo metterci, i Gang Gang Dance? Scherziamo o siamo seri? Se i Belle and Sebastian scrivono d’amore con le modelle morte (di noia) in copertina, gli Spindle Sect e quelli come loro, dalle copertine nere ingrugnite e i ganci nel ritornello e nel furgone (alcuni sono macellai nel tempo libero), suonano ol’-metal, Stallone-rock’n’roll in piccoli locali, sperando che i piccoli locali diventino locali grandi o addirittura FESTIVAL ROCK di quelli con fiumi di tedeschi e di birra e le corna fatte con le dita, e sul palco per sempre i Korn (ma ventottenni), Rob Zombie (come leader di una band) e un side project degli Slipknot.
Ricordate quando il nu metal si chiamava rap metal?
A Brixton! Rimangono bicchieri di plastica rotti a terra, l’aria calda irrespirabile, i roadie con le Reebok che smontano il palco. Pura nostàlgia, con l’accento sulla a.
Se solo Fred Durst fosse vivo oggi.
Ten fucking stars.
Le ultime 3 sembrano molto meglio delle prime 3.
Comunque nostalgia canaglia per il triennio 97-99, poi tutto è divenuto di colpo merda.
Gli (Hed)p.e. sono ancora vivi, si sono dati ad etichette misconosciute, e buttano fuori roba del genere ancora oggi.
Seppur con risultati discutibili, ma rispetto.
saltiamo da fottuto up. il ritorno del rapmetal era papabilissimo come argomento caldo del 2011, così sarà. sarete voi a spiegare ai vostri figli con nomi inglesi dandy che i senser erano più importanti del pop group, io continuerò a gridare al cielo di aver gridato al cielo “in tempi non sospetti” in tempi non sospetti.