La parola eroe gli sta stretta. Mike Johnson è uno degli ultimi grandi del rock americano. Ha scritto nell’omertà tutti i dischi belli di Mark Lanegan, ha lavorato con i Dinosaur Jr dal ’91 allo scioglimento, ha mandato sul mercato una mezza dozzina di dischi uno più bello dell’altro e ha fatto il tutto senza porsi problemi riguardo a chi si sarebbe beccato la gloria, la figa e il malloppo. Il risultato è che nel 2010, dopo cinque anni di silenzio discografico e Mark Lanegan in caduta libera da circa un decennio, ti accorgi che esiste un nuovo disco di Mike Johnson solo cercando Mike Johnson su google. Si chiama The Uninvited, è un disco di scarti e rifacimenti e versioni live e quant’altro. Di otto pezzi ce ne sono tre sopra i sette minuti, tutti capolavori -non che le altre tracce non lo siano. Per certi versi ad ascoltarlo non è affatto difficile immaginarsi come mai J Mascis l’abbia voluto a suonare nel suo gruppo: poche cose suonano così brutalmente vere e mettono in scena il rimpianto e la sconfitta come fa la musica di Mike Johnson. Vederselo suonare in giro per localacci, brutalmente appesantito, senza capelli e con un pubblico sparuto che ciarla di stronzate in lingua madre fa davvero piangere.
Il disco lo trovate nel sito dell’uomo a un pugno di euro, assieme allo streaming di una selezione di pezzi suoi -dall’ultimo è stata pescata la fenomenale Don’t sell daddy no whiskey, traccia d’apertura. STARE MALE. Acquisto obbligatorio.
Oh, porco due, stavo scrivendo un pezzone politico sul voto di fiducia e sui black bloc quando ho pensato che dobbiamo fare le liste di dischi di fine anno. Che semo matti??
Questo qui disco dell’anno ovviamente.
diocanta no per la playlist ho dato il collo con il sito di musica. vai col pezzo politico, o primo posto deerhunter a tavolino. o boh.
Boh, posta deerhunter, sti gran cazzi. Comunque il gioco autoreferenziale delle classifiche è ingiusto privarmimelo.