Il post a punti senza i punti.

torniamo allo statuto

Il trend di cinque anni fa era il ritorno degli anni novanta. Prima di allora scrivevo mirabili articoli su qualche sito o rivista di cui non ricordo assolutamente nulla –figurati quelli che non ci scrivevano- puntando il dito sull’estetica farlocca di quel mezzo milione di decadenti ottusi che avevano appena finito di saccheggiare a buffo il postpunk inglese e iniziavano a pensare di saccheggiare a buffo il roster di Sarah Records (quando andava bene). Uno dei five random facts about me è che potrei scrivere tremila battute al giorno di insulti al ritorno del postpunk senza mai ripetermi per un anno intero, il che è davvero comico guardando alla mia collezione di dischi –voglio dire, ho pezzi ORIGINALI di gruppi che si chiamano tipo Frenck Kicks, cristo di un dio. A un certo punto qualcuno ha detto BASTA CON GLI OTTANTA, una cosa talmente giusta che è stata ripetuta a nastro in tutti gli anni che vanno dal 1984 al 2011 –l’ultima volta è stata oggi a pranzo: una collega mi ha fatto il cazziatone perché la radio passava Fiordaliso in mensa, nella ditta dove lavoro, e io ho alzato il volume a palla. Il giorno in cui scrivo esce il nuovo disco di PJ Harvey, che hanno ascoltato già tutti (perché la gente SI AMMASSA davanti ai negozi di dischi due ore prima dell’apertura dei negozi, quando esce ‘sta roba) e hanno già decretato essere il disco dell’anno –perché nel 2011 è molto più facile scegliere il disco che scegliere l’anno. Nel caso di PJ è lampante che siamo di fronte al disco più bello del ’93, o meglio che saremmo di fronte al disco più bello del ’93 se nel ’93 uscissero solo gruppi tipo National, Arcade Fire e simili (GRAZIE AR CAZZO) ma l’estetica fosse quella piagnona e mortifera del ’93, quando i ragazzi di Beverly Hills 90210 iniziavano ad andare all’università, avevano aperto il Peach Pit by Night (nel quale, ricordiamolo, hanno suonato sia Jamie Walters che i Flaming Lips) e sbattevano il muso per la prima volta contro problemi reali tipo droghe, omosessualità, capelli in disordine, picchiatori fascisti, morte di personaggi minori, Melrose Place e svariate magagne finanziarie –quasi tutte cose che succedevano a Dylan/Luke Perry, l’unico attore di Beverly Hills che riuscì a infilare un film decente finchè non ci ha pensato Tony Scott. E quando al contempo i PJ non-Harvey, smettevano la fase grunge-cascione dei dischi fino a VS e quell’aborto di e con Neil Young che non mi pare di aver mai ascoltato (vado sulla sfiducia), licenziando dischi in cui cercavano di capire se era o meno il caso di sciogliersi –trivia: quando finalmente decisero di no la qualità della musica calò bruscamente, ma è solo una delle teorie. L’altra teoria, alla quale aderisco con più ardore, è che Matt Cameron porta sfiga, nonostante Mailman sia sua. Sto divagando, mi pagano per farlo. Le cose puntuali mettete nei bookmark la rubrica fissa sull’essere stati sfigati negli anni novanta a cura di Accento Svedese, il quale ovviamente ne ha postato solo un episodio per poi darsi alla macchia/figa/religione/cultura pop.

da quand'è che martin hel ha cambiato copertinista?

Dicevo, archiviata con fatica la fase ottanta è piuttosto chiaro che la maggior parte dei fanatici di musica degli anni novanta non hanno mollato il colpo e pensano che il mondo sia ancora la loro ostrica. In parte perché la classe politica è la stessa, in parte perché quasi tutti i fan di musica anni novanta sono fan come lo sono io, cioè hanno passato nove decimi della loro vita di ascoltatori a cercare forsennatamente dischi introvabili –che nella maggior parte dei casi erano stati nascosti da Dio in persona per via del loro reale valore artistico, pensate solo a Chicago– e il decimo restante a riscaricarli dal primo all’ultimo, infilandoci in mezzo grosse dosi di roba NON ascoltata all’epoca. Tanto diciamocelo: chi ha interesse a sgamarti? È il classico gioco nel quale tutti i partecipanti vincono, come il bunga bunga e la pesca delle papere al luna park (ma nel caso dei dischi sono molto più bassi sia il biglietto d’ingresso che la probabilità di venire inculati dall’organizzatore). L’idea generale su cui si basa questo post è che in una settimana i dischi capitali sono quelli di PJ Harvey, degli Earth e dei Radiohead. Da poco i Pearl Jam hanno pubblicato un live ufficiale, ma loro non contano –quanti live ufficiali hanno, anche togliendo i bootleg altrettanto ufficiali? Difficile a dirsi. Tra l’altro questo si chiama Live on Ten Legs ed è pensato e realizzato al solo scopo di venderci live anche i pezzi di Backspacer, che probabilmente sono rimasto tra gli ultimi esseri umani a difendere a spada tratta (per via di tre canzoni in mezzo, non che la prima metà sia incredibile, SIA CHIARO). Gli Earth hanno il disco fuori, nel senso di download illegale, da così tanto tempo che sembra quasi passato più tempo tra il leak e l’uscita ufficiale di quanto ne sia passato tra il leak e l’uscita ufficiale del disco prima. Naturalmente è una sensazione. Il disco è molto bello ma ha il problema che ormai gli Earth sembrano un gruppo slowcore strumentale e come concetto fa tremare le vene e i polsi (m.c. su Hex scrisse “non capisco e non mi adeguo”, sono d’accordo sulla prima parte). I Radiohead hanno fatto una mossa geniale, come tutte le mosse dei Radiohead (geniali a prescindere in seguito al lodo Yorke che giustifica con discorsi di secondo e terzo grado la qualità artistica di tutti i dischi da Kid A in poi): sono riusciti a tenere segreta la data di uscita dell’ultimo disco fino a cinque giorni prima dell’uscita. Fine della parte geniale, inizio della fase dei preorder. Anche il disco dei Radiohead sarà il disco dell’anno, più probabilmente del ’98 –quando proprio TUTTI ascoltavano Aphex Twin e compagnia bella (compagnia bella is the new nessun altro) elucubrando come degli idioti su suoni sospesi e musica dance intelligente (io compreso, sia ben chiaro). Il tutto succede in una normalissima  settimana dell’anno 2011. Tutte le altre mosse hype vengono da gente che sta cercando di tenersi a galla, tipo James Murphy (non lui, l’altro) che si incazza abbestia perchè i bagarini stanno vendendo i biglietti del concerto d’addio a prezzi assurdi e annuncia l’imminente annuncio (sic) di quattro nuovi show -tutti d’addio. La storia se vi interessa sta qua.

The real James Murphy

Confronto a PJ Harvey e Radiohead, tanto per dire, l’uscita del nuovo singolo degli Strokes sembra una cosa tipo la reunion dei Lynyrd Skynyrd in formazione originale con le lapidi dei componenti morti sul palco: in ambito rock’n’roll si son fatti fregare la fotta persino dai Foo Fighters, porca troia. I Foo Fighters vanno in giro con un video nuovo interpretato da Lemmy, per me comunque sono tutti vampiri. Nel frattempo i fanatici di musica nuova ed eccitante sono stati quasi tutti sostituiti dai fanatici degli Arcade Fire. I quali stanno FIGLIANDO, ma di brutto: The Suburbs ha trionfato ai Grammy Awards vincendo nella categoria DISCO DELL’ANNO, probabilmente il 1974 (ribattezzandoli implicitamente Granny Awards, questa non volevo davvero scriverla) e i fan dell’indie di tutto il mondo continuano a vederla come una vittoria. Di cosa è difficile dirlo (di chi invece è chiaro, degli Arcade Fire ovviamente), sta di fatto che in merito è nato anche un tlog per sfottere quelli che non li conoscono e si lamentano che Eminem (uno che non si capisce come abbia fatto a smettere così di botta d’esser figo) non abbia vinto. Comunque gli Earth sono i vincitori annunciati dell’edizione 2012, col prossimo disco dei Sunn (o)))). Avevo veramente tanto da dire su questa cosa del ritorno degli anni novanta, ma non ho più benza né tantomeno tempo e comunque sono in ritardo di dodici anni, oltre a non voler togliere spazio al Festival –potete seguirlo in una dozzina di posti diversi, ma solo ashared apil-ekur vi dirà le cose come stanno. Ha già iniziato.

4 thoughts on “Il post a punti senza i punti.”

  1. (comunque il disco dei PJ con Neil Young è un bel disco. un bel disco leggero del Neil Young casinista con la backing band giovane alle spalle, quindi – facendo la media, il netto e la ritenuta IVA – una piacevole stronzata adorata dai fan di entrambi, cioè da me)

  2. “che nella maggior parte dei casi erano stati nascosti da Dio in persona per via del loro reale valore artistico, pensate solo a Chicago- e il decimo restante a riscaricarli dal primo all’ultimo, infilandoci in mezzo grosse dosi di roba NON ascoltata all’epoca. Tanto diciamocelo: chi ha interesse a sgamarti?”

    Bella fotografia.

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