
Se tolgo dal carrello Kripke e metto Krug, ma Shantaram lo prendo in paperback in totale fanno… Uomini, fatevi onore nei vostri ultimi collegamenti ad Amazon.it, perché il trentuno a mezzanotte leggeremo con Plutone. Nel non-clamore generale, dal primo settembre entrerà in vigore la discutibilissima, illiberalissima, lettoripiatevelanderculissima legge sul prezzo del libro, che impone il divieto per Amazon, definita “chiunque” nel testo della legge, di vendere libri con sconti superiori al quindici per cento sul prezzo di copertina. Chi siano le vittime di tutto ciò, più ancora di Amazon che alla fine prevarrà lo stesso perché sono Americani, è tristemente chiaro: i lettori, non però nel comune senso di “clienti delle librerie coi lucciconi che si prendono una guida di Atene e L’uomo che sussurrava agli aquiloni”, ma in quello di quei pochi e poveri stronzi che amano davvero leggere, che comprano tanti libri e non solo best-seller, e lo fanno su Amazon perché la Feltrinelli di merda si rifiuta di vendere qualcosa di più di Saviano (e, nel caso in cui lo facesse, non potrebbe permettersi lo stesso tipo di sconti). La cosa che più di tutte fa impazzire di questa gomitata in bocca alla libera impresa è che la stessa è fatta, ma guarda un po’, in nome di tante tonanti cazzate tipo “la difesa della piccola editoria” (che, sempre ammesso che venga salvata dalla legge, di solito non vale la polvere che i loro libracci prendono nei magazzini dimenticati. Andate alla fiera della piccola editoria di Roma e guardatevi intorno), “la difesa delle librerie” (chiuderanno tutte comunque, stanno solo prolungando l’agonia. Ragazzi, affrontate la verità. Anche di HMV a Londra ne è rimasto uno solo. Deve esserci stato un giorno, alla fine del medioevo, in cui anche l’ultimo negozio di spade ha chiuso), “contro la concorrenza sleale”, addirittura “la cultura”. La cultura! Discorsi tipo che ah, e certo, i libri sono Cultura e la Cultura non la si può svendere, un discorso talmente tristo e solitario nella sua insulsaggine e retorica, per non parlare della sua ignoranza e insensibilità (questa sì) culturale, da farci preferire, a una eventuale Replica Intelligente e Spiegazione dell’Ovvio, un aristocratico arroccamento sui bastioni della Consapevolezza Umana. E, per quanto mi riguarda, una legge del genere la possono pure aver già fatta i francesi da tanto tempo, ma se i francesi fanno le cazzate – tipo impedire il velo per legge, proteggere gli assassini stranieri, violentare le cameriere (e il tutto per non parlare di Robespierre) – non per questo, credo, dovremmo farle anche noi. A proposito di francesi: non esiste guerra che non abbia un’ideologia fondante, è vero, ma quando questa è particolarmente odiosa, il consueto cinismo dovuto alla normale vita di tutti i giorni non aiuta a consolarsi dal fatto che anche un bambino capirebbe che, posto che leggere sia un bene a prescindere e che secondo la nostra cultura è giusto che gli autori siano retribuiti, l’importante è che di libri se ne vendano il più possibile. E non c’è nessuno straccio di motivo convincente a sostegno della tesi secondo la quale chi, editore o libraio, non riesca a far quadrare i conti, debba essere difeso da uno Stato ciccione e dalle sue corporazioni ai danni di chi, invece, le cose riesce a farle. E’ il solito, maledetto discorso sul merito, particolarmente esiziale in campo culturale, che sarebbe anche timidamente ammissibile qualora uno Stato difendesse il suo nuovo Kurosawa, ma qui stiamo proteggendo (o si pretenderebbe che si proteggessero) i Centoautori, la Comencini o, senza spostarci dal discorso, il loro equivalente letterario venduto peraltro, quando dice bene, a quattordici e novanta in edizione paperback-cartadaculo. Chi scrive spera (e crede) che, presto o tardi, persino il nostro arretratissimo paese vedrà un giorno l’abrogazione di questa legge e il ritorno al normale svolgimento degli eventi. Tuttavia, per il momento, la cosa più importante, che ci riguarda tutti, è il compito che abbiamo nelle prossime ventiquattro ore: se metto Dan Brown, e tolgo Bachman… Ma nella wishlist ho Russell…
addio agli sconti del 65% di ibs. chiuderanno pure prima, visti i prezzi.
da anni qualcuno si spara pippe pensando alla diffusione degli e-book: prova a leggere wallace dal monitor, coglione…
io avrei optato per una tassa sulle letture ignoranti: feltri +20%; fede +30%; vespa +45%; grillo +50%; moccia mifaipeccatoanchesehai12annima+60%; volo +75%; parodi +meritidimorì%.
è che ho voluto sparare sulla croce rossa, eppure, se così fosse stato…
Ma tanto ki lege.
Un anonimo piccolo scrittore futuro grande ringrazia il governo per avere difeso la via della ancor piu’ piccola editoria che offre possibilita’ a chi ha veramente qualcosa da dire in un mondo ed un mercato oltremodo saturo di cricche, e gli (vi) dedica una poesia.
ist
ist
ist
ist
Istanblu Istanbul
instant Bloom Boom
Carne tanta Carne fuoco fuoco Tanto
E poi proprio tanta carne, ripeto, carne carne passo: carni, carni in mille salse, anzi stessa, ma Mille e Mille Carni ,chiudo
Carne di martı
Tanta
Tanti sterminati vivi alti altri ancora ancore salpiamo salpiamo
Carne enorme ovunque
Enormità sperduta nel cosa, nel cosa essere?
Asia Europa Che Cosa?
Turchia stessa, cosa vuol dire, cosa ??
Turchia Tutto
ogni Maiuscola un Martı
Marshrutkas come a Moscow ma MADDER
On the fly, tutto on the fly, tutti martı tutti matti
Colorerei il Bosforo di rosso mio sangue solo per rimmergermi ricolorarlo blu miei occhi
Isolata Dal Mondo Non Islam Non west Non niente
Solissimi, XX milioni && counting
ch’è questo blu?
questo carattere che leggi non è in questo colore è in blu blu blu blu blu blu
ed è bagnato
persino persino
bagnato
bosforo
questa poesia è una moschea
alfabeto traslato, impazzito, tutto filo sfilacciato
tutt
ist
questo sfondo di foglio rosso, come di bandiera, come di sangue.
Questo non è uno, non è un foglio è una, ed è bandiera
c’era questo tappeto, c’eran questi miei passi che son venuti di natura, appresso alla natura, c’è stato questo mio inginocchiarmi e metter testa in terra, è c’è stato questo mio pregare. non so del tutto esattamente cosa, ma pregare
c’è più vita là che in quattrocento altre città.
ist is back and forth, euro and asia, asia euro asia
sex ist
ist sex ,seven , sempre suono
suoni & risuoni
ist is a dervish
is a whirl
and a whirl
whurl
whirl whirl wider
more more martı
ista decollando
martı
musiche ovunque
decollando
dervish
martı
martı
dervish
Decollando
ist
decollando
crescent moon star
blu on red
martı
ist.. .
blu
ogni martı è sul blu che è più blu lissù che ovunque, il cielo d’Istanbul sempr’Estivo, e va verso l’alto come un derviscio così come all’inverso d’inverno ogni parola qui è in realtà un martı su questo sfondo bianco o nero che in vero è rosso, rosso fuocosangue di Turchia, e bianche sono in realtà queste parole e tutto in realtà è fusosempre, carnesangue di martı come parolepoetapoesia
di questa mia
ist and blu.. .
you did freak me out.
La lettura da monitor infastidisce anche me, però gli ebook reader che utilizzano l’inchiostro elettronico (il Kindle e gli altri) sono molto belli e comodi e niente affatto diversi come “impatto” alla pagina stampata. I problemi del formato elettronico – così come è oggi, e siamo in una fase di passaggio – sono altri e non è questa la sede (peraltro c’è un dibattito immane in corso ed è davvero difficile fare un sunto). In generale, secondo me, la gran figata sarà quando i libri nasceranno direttamente su supporto non-cartaceo, e saranno perciò pensati in un altro modo, diventando in fondo del tutto un’altra cosa. Ma sto fantasticando. L’unica cosa reale è che da stanotte è finita 🙁