Rock geriatrico – collezione autunno 2011.

Bardiel.

Il disco dei Metallica con Lou Reed, minacciato da mesi a furia di mezze parole e anticipazioni di copertine brutte e tutto il resto, è triste noioso e brutto in culo. È una cattiva notizia non tanto per chi si aspettava qualcosa dagli uni e dall’altro (l’unico tratto in comune tra i due sembra poter essere che il loro unico contributo al pop dell’ultimo ventennio non sia venuto dai loro dischi: i Metallica hanno iniziato la guerra contro il file-sharing, Lou Reed ha scoperto Antony per caso e l’ha aiutato a diventare una popstar); è triste soprattutto per chi si aspettava, tipo io, un momento di svacco assoluto e/o un nuovo standard del peggio, tipo la versione metal obeso del disco di William Shatner o che. Qualcosa di incredibilmente kitsch e vaneggiante, qualcosa che facesse a pugni con qualsiasi idea di contemporaneità. Così non è. LULU sta a metà tra l’ambizione di ributtar fuori un disco dei Velvet Underground a caso in versione doom metal classico e la speranza di tirar su qualche soldo tra quelli che nei primi anni duemila avevano ascoltato il primo Audioslave e avevano iniziato a gridare al ritorno dell’american rawk. Nessuno dei cinque elementi coinvolti, e mettiamoci pure nel conto lo staff produttivo e la gente che ha lavorato alla promozione, sembra avere il minimo dubbio sul fatto che questa cosa dei Metallica con Lou Reed sia serissima e normalissima. Fatte le dovute distinzioni, i soldi e il tempo investiti in questa faccenda hanno qualcosa di agghiacciante. Il disco ha già meritato il titolo di album da deridere dell’anno in corso, ma non è affatto meritevole di scherno. È solo triste noioso e brutto in culo, e fa cagare addosso dal ridere a quelli che si mangiano TUTTA l’altra merda solo perché gente più influente dell’ascoltatore medio aveva già scongelato il parere e non voleva buttarlo, per così dire. Possibile recensione al seguente link.

Il titolo di opera da deridere dell’anno in corso immagino vada invece al disco di un altro gruppo che nonostante si chiami SUPERHEAVY (credo maiuscolo) non c’entra un cazzaccio di nientaccio con bastonate punto wordpress punto com: è il nome di un gruppo che sta girando adesso e che comprende nientepopodimeno che Mick Jagger (il cui unico contributo alla musica pop degli ultimi vent’anni è stato quello di ricordarci che nella disputa tra Beatles e Rolling Stones hanno sempre vinto gli Slayer, figurarsi contro i Metallica e Lou Reed) assieme a Joss Stone e un figlio di Bob Marley a caso, anch’esso destinato (non lo so, lo immagino solo) come gli altri figli di Bob Marley e/o i figli di altri artisti morti a rimpinguare le fila di chi dovrebbe suonare un aratro invece che una chitarra. Insomma, c’è un singolone dubbettone in giro per le radio che grida vendetta e automobili rigate, e non avete ancora visto il video. Il resto del disco non l’ho sentito e non credo lo farò entro la fine del mese. Ho già altri conti da pagare, e.g. la Telecom mi tartassa di chiamate.

Una gallina vecchia che fa ancora il brodo buono invece si chiama Noel Gallagher, che da diversi mesi sta sfrangiando il cazzo col singolissimo The Death of You and Me, a nome Noel Gallagher’s High Flying Birds (credo che sia come dire Ariel Pink’s Haunted Graffiti). E niente, basterebbe anche solo il singolo a mandare in soffitta la controparte Beady Eye, la quale comunque viene mandata in soffitta anche da una mia scoreggia l’altro ieri mentre uscivo al casello di Cesena Sud ascoltando la colonna sonora di Drive, ho persino chiesto al casellante se gli piacesse l’avant-pop. Ma il disco, IL DISCO, è una roba di fierezza british di ritorno che non si sentiva da anni, specie perché io non ascolto la roba british se non si tratta di Oasis e gruppi coevi e non credo di perdermi niente di figo (magari qualcuno venga qui sotto e usi la parola KASABIAN, dai, ti sfido due volte ti sfido figlio di puttana dì KASABIAN un’altra maledettissima volta). All killers no fillers, come ai glioriosi tempi degli Oasis dei primi dischi (poi a me gli Oasis piacevano anche quando rompevano il cazzo a tutti perché ogni tanto arrivava una spallata di Noel stile Little by Little, quelle robe fatte per fare urlare gli hooligan ubriachi). Comunque anche tra Oasis e Blur vincevano sempre gli Slayer. Tra Take That e East17 non sono altrettanto sicuro.

14 thoughts on “Rock geriatrico – collezione autunno 2011.”

  1. Danko Jones dopo aver sentito Lulù ha deciso di vendere tutta la sua discografia dei metallica su Twitter.
    Danko Jones da quel momento gode della mia simpatia.

  2. Noel dimostra che copiare bene i Kinks rende di più che copiare da schifo Lennon (quanto a singoli è un 3-0 in scioltezza al fratello, il disco ancora non l’ho ascoltato)

  3. Comunque ve state a sentì Noel Gallagher e i Metallica nel 2011, eh (io ho scoperto la nuova frontiera: non ascolto niente di niente e vaffanculo). (Tra l’altro, pensate quanto sta a mazzetta Noel Gallagher adesso che il ManCity è forte. Balotelli negli Oasis subito)

    Non seguendo la musica, la notizia dell’esistenza di questo disco mi ha preso alla sprovvista. Ma che è?? Ma si chiama pure LULU’?? Cioè, sono quasi curioso di ascoltarlo – so che non può essere altro che orrendo, ma è proprio l’idea che è baldracca di per sé.

    La cosa di Mick Jagger non credo neanche vada tenuta in considerazione, invece, è al livello Maroon 5, tipo. E comunque ne approfitto per dire che Joss Stone non solo fa schifo al cazzo, ma ha SEMPRE fatto schifo al cazzo anche se per qualche oscuro motivo Cilia, Il Mucchio e i suoi seguaci – almeno all’inizio – ne parlavano bene (il più grande mistero del Mucchio dopo l’apprezzamento nei confronti di Ligabue).

  4. Lulu, la trollata musicale dell’anno. E meno male che non voleva essere una trollata.

    P.S. Non ti perdonerò per aver detto che i Nader Sadek fanno cagare. 😀

  5. “tra i nostri lettori ci sono anche RECENSORI DI VICE?”
    qualcuno per favore mi ri-posta quello schemino con tutto il giro di “out -> nerd -> hipster -> fighetti -> massa -> out” ?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.