
La mia collezione di dischi è il mio orgoglio e gioia. Ed è grazie a lei che ho scoperto un aspetto della mia personalità che a qualcuno potrebbe smbrare inquietante.
Ma andiamo con ordine.
Adoro guardare i cd e gli lp nelle scaffalature, uno di fianco all’altro, in ordine. Allo stesso modo in cui mi perdo a trascorrere minuti su minuti fissando i libri nella libreria.
Quando però ci si ritrova – per passione, per lavoro o per entrambe le cose, come nel mio caso – ad avere davvero tanti dischi, per riuscire a trovarli diventa necessario metterli in ordine alfabetico, e magari suddividerli per categorie e/o per nazionalità. Personalmente ho sempre diviso i cd – gli lp no, quelli li tenevo tutti insieme – nelle seguenti categorie: Isole Britanniche, Stati Uniti, resto d’Europa, resto del mondo, italiani, compilation, compilation italiane, colonne sonore, singoli, varie ed eventuali (tipo i dischi allegati alle riviste). La cosa inquietante di cui sopra è che, nel momento in cui sono arrivato a questa catalogazione, mi sono reso conto di amare mettere le cose in ordine alfabetico. Lo trovo rassicurante, in qualche modo. E ricordo ancora la gioia di quando mi montarono a casa la libreria nuova, e io passai un paio di giorni a ordinare e a trasportare dischi da una parte all’altra della casa.
Poi però nel 2007 mi sono trasferito a Bologna. E lì di spazio non ce n’è così tanto. Il che ha portato a una situazione nuova: in linea di massima i cd che mi servono sono ordinati per periodo di arrivo/acquisto (per lo meno le novità, le ristampe sono organizzate in maniera diversa), mentre quel che non mi serve è inscatolato e portato in un magazzino insieme a mobili vecchi e amenità assortite.
Il problema è che io amo i miei dischi. Tutti. Anche quelli che fanno schifo. E mi piacerebbe esserne costantemente circondato. Invece ora la mia collezione è divisa tra tre case (in due regioni differenti) e un deposito.
Tempo fa leggevo in un libro di Riccardo Bertoncelli una sua breve biografia, che si concludeva con una frase del tipo “vive in una grande casa piena di dischi”. Ecco, un giorno piacerebbe anche a me vivere in una casa grande a sufficienza da contenere tutta la mia collezione di dischi. Finalmente riunita e ordinata a modino. I cd, gli lp, i 7” e i 10”, persino le cassette; e, crepi l’avarizia, pure i dvd. Quando diventerò milionario sarà la prima cosa che farò.
(Aurelio Pasini)
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
la gente mi guarda strano per via dell’ordine alfabetico dei dischi. anche di quello dei film (alfabetico per regista). non capiscono le gioie dell’ordine alfabetico.