Daniel Johnston a Roma: Lomokino/Bocchino/Punkrock/Puffdaddy/Antichrist+

Allora, ieri ha suonato Daniel Johnston. Ritengo probabile che la rete sia già da ieri sera un delirio di instagram e tweet che dicano quanto sia stato incredibile, straziante. Non lo è stato, per me, in particolare (non era Mozart, sai, se non ci credi non è bello uguale), ma il punto cruciale della serata è che ce n’era una che fumava col bocchino, e ce n’era un altro che riprendeva col Lomokino. Riprendeva il concerto, intendo, non il bocchino. Ma il prodotto non cambia, perché tanto non sarà venuto un cazzo, e l’unica cosa che dà un po’ di sollievo alla mia mente sconvolta dalla visione di questo che si dava da fare con la manovella è che, di sicuro, le riprese non saranno venute, e il suo progetto di POSTARE un delizioso film muto, fatto male ma apposta, fragile e rimorchione, probabilmente è naufragato come e peggio dei tentativi del povero Daniel di fare un re minore. Ragazzi e ragazze, persi e perse negli occhioni azzurri di quello di spalla, su cui non dico niente solo in virtù della pressoché totale certezza che, se lo facessi, entro diciassette minuti sarebbe nella mia e-mail, a riprendere col lomokino le mie argomentazioni essenzialmente basate su niente in particolare; ragazzi e ragazze, dicevo, qui non ci siamo più. Ci siamo persi tutto quanto per strada, e da mò: è vero, sono stato un po’ distratto negli ultimi anni, ma quando ho lasciato il campo di battaglia, ricordo, il sergente maggiore mi rassicurò che d’accordo, la resistenza era dura, ma la musica ancora esisteva. Sono tornato, a un certo punto, solo per scoprire che al posto di qualcosa c’era soltanto adesso il grande niente di tutte queste maledette scarpe col tacco e polacchini e stivaletti; e i maschi, i maschi sono sempre più magri, rigati, spettinati, e riprendono tutto con la cazzo di manovella della loro cazzo di lomokino.

Niente può rimanere di tutto questo, altro che Berlusconi e il berlusconismo, c’è questa maledetta sciocchezza al potere che ha frainteso clamorosamente il fatto che i rocker non c’hanno i soldi trasformandolo in, famo tutto a cazzo di cane!, tirando clamorosamente in ballo le donne – chi cazzo l’ha mai volute?! – e rendendole protagoniste del tutto, con deliziosi tagli a caschetto e musichine fesse e scampanellanti che potessero essere gradite ai loro cervelli minorati. Persino i maschi sono diventati femmine. Sono femmine i maschi del pubblico, ma anche quelli che producono la musica gradita alle femmine, con le loro barbette di merda, cristo, sono tutti femmine con la sola eccezione del caso in cui il musicista sia un freak, e quindi delizioso, tenero cicciottone da coccolare a parole perché all’amore vero ci pensa il tipo con la lomokino.

La musica si è femminilizzata tutta, e se nelle sale buie dei concerti ancora si nasconde qualche maschio riottoso capace di ascoltare il mio grido, bè, ragazzi, cosa aspettiamo a reagire, perché non ci riprendiamo ciò che è nostro?, se a noi reietti tolgono la notte e i più squallidi tra i locali, a noi cosa resta? Non la luce del giorno, non la fotografia (noi impareremmo a fare vere foto, nel caso), non i fanciulleschi, graziosi ricordi di Hanno ucciso l’uomo ragno. Altro che l’uomo ragno, questi (queste) hanno ucciso l’uomo e basta, con tutto ciò che rappresenta: e mentre la manovella di plastica continua a girare, la notte continua a andare avanti, e non ce nulla che noi possiamo fare.

35 thoughts on “Daniel Johnston a Roma: Lomokino/Bocchino/Punkrock/Puffdaddy/Antichrist+”

  1. Cazzo quant’è vero, adesso nessuno fa più casino, tutti carini bambolini pettinatini, persino -cristodundio- i metallari e i punk ai concerti metallari e punk non fanno casino…ma che stracazzo è successo? Che fine ha fatto il testosterone di una volta?

  2. se parli di lomokino significa che sai cos’è (io l’ho scoperto adesso). Insomma, ci sei caduto dentro anche tu 🙁

  3. No, è semplicemente che io so tutto, ma pur sapendo tutto non sono tutto (ad esempio non sono uno stronzo)

    E comunque, detto questo, chiaramente adesso mi metto degli occhialoni hipsteroni con false lenti da vista e, indossando abiti stretti che non mi donano, vado al parco a leggere un romanzetto Minimum Fax

  4. Ma cosa vuoi fare il maschio riottoso se piagnucoli perché ti hanno rubato gli 883? Dico… gli 883, non i Wretched. Se non ci siamo ancora liberati di questo ammorbamento sociale è colpa proprio di chi continua a lamentarsi degli hipsters e basta. Come la sinistra con Berlusconi.

  5. Perché insomma, andare a vedere Daniel Johnston e lamentarsi che era pieno di hipster è come andare in chiesa e sperare di non trovarla piena di cristiani.

  6. ma in realtà il concerto di qualche anno fa a bologna non era pieno di hipster, o meglio era pieno di hipster ma non era la categoria principale, se mai lì c’erano ancora fin troppi maschi che lo urlavano come se fosse trucebaldazzi (lo è, di base) e poco altro. tra l’altro concentrarsi sul concetto di hipster ci allontana dal concetto di lomokino, che è ben diverso. e alla fine gli 883 sono il pane del maschio riottoso molto più che dell’indierocker tenero con la fissa di daniel johnston. “appoggiati al tavolino di un bar, scopro che oltretutto sei anche simpatica”. questo è un testo, dai.

  7. Non sono d’accordo. L’immaginario da cameretta, da provincia, da sfiga di terza superiore, è il pane di cui l’indie scemo si è sempre nutrito. A parte che questo ragionamento “maschio vs. femminilizzazione” lo rifiuto a prescindere perché mi sembra campato per aria e profondamente sessista, credo che il conservatorismo (o il nostalgismo) intrinseco negli 883 (o in vasco) sia quello che scambiate per maschilità, che non ha niente ma proprio niente a che fare con la ribellione, la genuinità e la musica rumorosa.
    Insomma, da una parte c’è la pretenziosità estrema di quello con la lomokino, dall’altra la pretenziosità al quadrato di chi perde parte del suo tempo a parlare su un blog di quello con la lomokino. Sono discorsi vecchi e noiosi.
    Tra l’altro, è un bel po’ che su questo blog non si parla di musica pesa.

  8. Credo che i tuoi interventi siano tutti clamorosamente errati perché non colgono l’essenza di tutto ciò, che è assoluta mancanza di qualsiasi velleità di fare discorsi che abbiano un Senso Profondo. Cioè: lascia che manifesti in pubblico la mia nevrotica malsopportazione di tutto ciò che è più giovane, magro e carino di me!

    Detto questo, ora scrivo un pezzo sugli Entombed. Reblogged on i cittadini prima di tutto.

  9. Ahhh, beh… Troppo comodo, così. E allora facciamo che sono velleità che non appartengono neanche a me e sono tutte chiacchiere da caffè, ora posso continuare a commentare?

  10. Sì, commenta, ma che te devo dì? Cioè, tu che leggendo una cosa del genere commenti piccato/a “lo trovo sessista”, poi, esattamente, che genere di risposta ti aspetti?

    Inoltre, traspare da alcune cose che scrivi (tipo “a un concerto del genere E’ OVVIO che ci siano gli hipster”, oppure “l’indie scemo si è sempre nutrito di… l’immaginario…”) che apparteniamo a generazioni diverse, sei come quei ragazzini che non concepiscono – che so – un mondo senza cellulari e senza internet, tu non concepisci un mondo senza hipster, senza indie, senza immaginario, e infatti postuli che sia sempre esistito.

    Io sono il mostro delle tenebre, non so se ci siamo capiti, vengo da un’era in cui Daniel Johnston e i Laddio Bolocko avevano lo stesso pubblico — magari anche adesso, ma adesso il minimo comune denominatore sono i vestiti indossati, allora era che eravamo ventuno stronzi senza nient’altro da fare nella vita –, da un’era in cui indie non era una parolaccia, né uno stile di abbigliamento, e a questo termine non corrispondeva tutto un immaginario di pupazzetti, graphic design, locandine e ragazzi carini.

    Ed ecco, hai avuto la tua risposta seria, ridicola come tutte le risposte serie. Sul “sessista” non ho invece commenti, se non forse “donna schiava zitta e lava”

  11. In realtà, ogni concerto è composto dallo stesso tipo di persone, cambiano solo le percentuali ma – teorizzo – non si arriva mai a zero. In ogni concerto, c’è un tot di: hipster, indie, metallari, persone normali, vecchi fuori luogo, reggae, punkabbestia, rapper. Poi magari se vai a vedere, al concerto dei Cani di metallaro ce ne è uno , e al concerto degli Entombed c’è solo un hipster, però non si arriva mai a zero. Devo scrivere una teoria sociologica su questo.

  12. mi hai depresso, sto passando rapidamente dalla categoria “persone normali” a quella “vecchi fuori luogo” e me l’hai ricordato. maledizione.

  13. ragazzi, ne è colpa loro del fatto che siano froci, ne nostra del fatto che non ce se capisce più niente.
    in italia si è voluto creare un concetto di indie rock privo della figura di robert pollard. è come far crescere un bambino nella famiglia cruise-holmes, in cui il modello identificativo più efficace è la polvere.
    piuttosto, la peste in europa ha fatto un casino perché se l’erano presa con gli ebrei invece che coi topi.
    cerchiamo di prendercela sia con i topi che con gli ebrei. non è che non sappiamo da dove proviene sta merda, ci sono siti, etichette, gruppi, facce, negozi, riviste identificabili per la propagazione dell’effetto “carinetto-puccettone-no!troppi bravi loro”. e tutti ne conosciamo a pacchi, magari pure personalmente. cioè perché continuare a prendersela con il momento storico quando abbiamo davanti roba tipo rockit, i menagrasso, cingomma magazine, occhialone, mangianastro, pippola music, i dischi di cosetta, i dischi di matteo, il baule di matteo, webscotti, mr sega, bob corn, gli osservatori esterni, morning estathè, chitarroso, bananone, mr camillo, miranda ha gli spasmi, la teiera di miranda, miranda va alle foibe, baronciani, piccionetta, enrica non voltarti, i zuppometro, i gattamela, i strambi, i sloi, above the tree, i tiraemolla, i mondopallone, musica di cartone, musica da tavola, musica per bambini, musica merenda, merenda dalla cira, e tutte gli altri nomi che hanno a che fare con polimeri derivati dal petrolio. cazzo, sono sotto i nostri occhi, menateli, non fateli suonare, non andate ai loro concerti, non supportateli, non recensiteli, non scattateli.
    poi, c’è un’altra nube di soggetti perfettamente identificabili complici dell’aver trasformato ogni variante estrema del metal in barzellette e libri taschen. ma visto che ora qua siete in due, quindi il 50 % del blog scrive dove scrive meglio tralasciare.

  14. Non mi è chiaro il finale, ma il resto è molto bello. Bravo sei assunto al posto mio (2.000 euro netti al mese, eh, niente de che, ma hai il privilegio di crescere sotto kekko).

    Una domenica di queste vado al mercatino del Pigneto col lanciafiamme.

  15. mayonese jefferson fu circuito a suo tempo, in tempi non sospetti, per uno stipendio doppio rispetto al tuo attuale.

    cmq birsa ha ragione su una cosa, ci stiamo impoppendo. vaffanculo, intendo me stesso.

  16. E’ vero, siamo pop-sociologici come una banda de frodi. Volevo scrivere “froci”, ma mi è uscito così, e così lo terrò, nel senso di una banda di Frodo l’hobbit al plurale e, perciò, sempre de froci!

    Infatti per combattere questo, non solo ho visto gli Entombed qualche sera fa, ma adesso andrò a vedere solo concerti come si deve, per fortuna in programma in buon numero a Roma di qui a luglio (Obituary, Suffocation, Sleep, Brujeria, Dimmu Borgir, Kyuss. Fuck Radiohead)

  17. Dimmu Borgir non è un concerto come si deve, sarà pieno di giovani fuori luogo (ebbasta con ‘sta midlife crisis precoce, personalmente mai stato meglio). I Suffocation alla spiaggetta invece devono essere la cosa più situazionista del millennio, purtroppo non c’è più Mike Smith che sarebbe stato molto coreografico nel contesto

  18. Sui Dimmu Borgir probabilmente hai ragione. In crisi ci saresti anche tu se avessi la consapevolezza di aver visto dal vivo Joanna Newsom ma non i Satyricon.

  19. Non sono d’accordo su nulla e l’apprezzare daniel johnston è una discriminante decisiva per giudicare i gusti di una persona. Detto questo, complimenti per il pezzo, è molto bello

  20. tuttomoltobello ma:
    -Chitarroso e Bananone sono due gelati Besana, anzi Toseroni, quindi sotto copyright.
    -Above The Tree è un figo da paura che fa blues del Delta del 1930 seduto per terra pieno di dissonanze. E anche Bob Corn con Baronciani c’entrano poco col resto del marasma evocato.
    -dei Miranda Va Alle Foibe voglio avere tutto, merchandising e pustole comprese.

  21. che coglionata questo articolo, cercavo una roba su daniel johnston e trovo sta roba conservatrice che fa schifo perché è sessita, reazionaria. E se anche fossero parole scritte alla cazzo di cane è una vergogna scrivere tutto quello che passa per la testa su un sito. Non siamo il tuo psicologo. Mi spiace se suono agressivo e probabilmente è il mio primo commento da hater ma sta roba mi ha fatto arrabbiare più che per il contenuto per la pretenziosità dell’autore. Solo birsa sembra averlo capito. Oppure sei ironico e ci stai trollando tutti. Vabbé. Pace. Amici come prima

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