
Il primo concerto post-reunion dei Brutal Truth fu un bell’evento: Pinarella di Cervia, poca gente tra il pubblico, un casino di trentenni in botta che si lanciavano dal palco. Fu liberatorio. Per metà concerto ho avuto a fianco un tizio con in mano una reflex e un grandangolo che metteva la macchina addosso a Kevin Sharp e sparava un flash sui MIEI occhi per non fare, sai, l’effetto-flash addosso a Kevin. Ero praticamente cieco quando ho deciso che era ora di spostarsi.
Anche lasciando stare quelli che sparano i flash addosso agli altri avventori, e senza voler tirare in ballo il lomokino, la fotocamera è uno dei principali inquinanti dei concerti oggigiorno. La uso anch’io, sia chiaro: la ragione principale è che non capisco un cazzo di musica e di fotografia, quella secondaria è che questa cosa di non capire un cazzo è molto orizzontale e condivisa da quasi chiunque pubblica foto di concerti. Un esempio stupido: sono iscritto al feed di Big Picture da tipo tre anni e l’unico post che mi ha fatto schifo è quello che raccoglie le foto di Coachella di quest’anno. In qualche modo la musica riesce a rovinare la fotografia quasi più di quanto la fotografia riesca a rovinare la musica. E quindi insomma, scatti duecento foto a concerto per un annetto e ti ritrovi con dei servizi che possono essere tranquillamente pubblicati su qualche rivista (nei casi più sciagurati tra l’altro SUCCEDE). Nei miei ventotto anni ho comprato una compatta di buona qualità e ho reso invivibile l’ambiente a qualche decina di concerti: duecento, trecento foto a botta e poi torni a casa e inizi a selezionare, cioè a buttar via le centocinquanta-duecento che farebbero schifo anche alla mamma del bassista e a giocare coi livelli su Photoshop per le rimanenti cinquanta, tutte ugualmente decisive (cioè tutto sommato una vale l’altra). Non ho avuto la fortuna di fotografare i concerti quando tutto si faceva a pellicola, o meglio l’ho avuta ma il mondo grazie a Dio non ne conserva memoria (una volta per un concerto dei Flaming Lips decisi di comprare una Kodak usa e getta, ora credo le vendano solo a Venezia e nel quartiere ebraico di Praga). L’unica foto, di decine di migliaia che ho scattato a concerti, per la quale dopo qualche anno conservo ancora un qualche ricordo positivo fu una polaroid che scattai a un concerto dei Noxagt. La Polaroid a quei tempi era già una terribile reliquia vintage, ma io vivevo in un altro mondo che mi sembrava relativamente puro e senza compromessi. A rivederla oggi fa pure schifo.
Per un po’ di tempo ho semplicemente fatto tutto quello che gli altri esseri umani dotati di fotocamera fanno da tempo immemore. Amici che scattavano foto, Flickr, blog, social network assortiti eccetera. Le uniche cose che ho imparato sono che dal punto di vista critico non esiste quasi nessuna differenza tra fotografi professionisti e sfigati impenitenti, che il lavoro di selezione non dev’esser fatto dalla stessa persona che ha scattato le foto e che ogni volta che ti spingi verso la prima fila per avere un buono scatto c’è qualcuno che ti odia o ti dà dello sfigato e ha quasi sempre ragione. La fotografia musicale fa schifo da tempi non sospetti e non ha bisogno di alcun Lomokino, Polaroid o Instagram per dare sfoggio della sua natura disumana. Per un po’ di tempo ho smesso di far foto, poi ho pensato che avrei potuto darmi una specie di disciplina per poter continuare a fare foto ai gruppi senza rompere troppo i coglioni a quelli che han pagato il biglietto e si son trovati in omaggio il fotoamatore. Così ho iniziato a riportare la fotocamera ai concerti ma mi sono imposto di scattare una sola foto per ogni show, di farlo per me, di pubblicarle raramente e di passare il resto del tempo a fare tutto quello che il normale pagatore di biglietti è supposto fare a un concerto.
Oggi abbiamo aperto un blog legato alla disciplina di cui spora. Si chiama PRESSAPPOCO e raccoglie foto di concerti a cui siamo stati e durante i quali abbiamo deciso di scattare UNA SOLA foto senza flash e senza acceare un cazzo de nessuno. Per farlo abbiamo deciso di soprassedere quasi del tutto dalla qualità degli scatti. Il blog lo trovate qui. L’email per suggerimenti critiche e insulti è disappunto@gmail.com.
cazzo, dovrebbe diventare legge quella di fare una sola foto senza flash.
non ci sarà differenza tra professionisti e incapaci (perché anche alcuni professionisti sono incapaci) ma tra gente brava e con macchine serie e hipster wannabe che si portano la reflex solo per far vedere che fanno foto si.
comunque adesso cerco di capire che diavolo è sto lomokino, così al primo concerto in cui becco uno che ce l’ha glielo sfascio in testa. grazie.
ma al blog può contribuire chiunque?
la regola è quella di scattare UNA SOLA FOTO, direi di sì.
Bella regola, me la sto dando pure io da un po’, vi spedirò qualche macchia di colore fatta con il cellulare.
ma i motorpsycho come hanno suonato? L’ultimo disco faccio una fatica tremenda ad ascoltarlo…
Tanto è sempre colpa delle donne. Son le donne che hanno lanciato sta moda di andare ai concerti non per la musica, ma per fare 1500 foto tutte uguali. Le donne ai concerti NON VANNO FATTE ENTRARE, anche perchè o sono fidanzate o sono cesse, quindi…
bellissimo, nonostante abbiano fatto l’ultimo disco integrale è stato il loro migliore che ho visto. sul finale nothing to say una cosa commovente.
eh la fregatura è che prssppc l’ho aperto assieme a una tizia.
L’ultimo disco dal vivo è una cosa difficile da digerire, per lo meno in alcuni momenti. Quando il tizio alle tastiere s’è messo il cappuccio bianco e s’è lanciato in cinque minuti d’orologio di nenia per solo organetto stavo per salire sul palco e dargli fuoco…