Kekko non lo sa, ma gli ho salvato su Bastonate una bozza di un pezzo che parla di serie tv invece che di cinema. A tradimento. Ma è importante, giuro. E insomma al cinema non si ride più, madonna come sono snob, in fondo la risata è una cosa soggettiva e il nostro umorismo è figlio di dozzine di influenze culturali, sguaiate e nostalgiche della nostra infanzia, cazzo ho ragione, allora diciamo che io non rido più. Entro nel campo minato del pezzo autoreferenziale perchè chiunque può disquisire oggettivamente di drammi e morale accazzo come se avesse la verità in tasca, ma quando si tratta di comicità le cose si fanno serie.
Tanti anni fa andavo al cinema a vedere il medio-tardo John Landis, la ZAZ prima del tracollo, Eddie Murphy e santoddio anche i Farrelly quando facevano ancora ridere. Che non era il meglio del meglio del meglio perchè se fossi nato uno-due decenni prima, avrei visto il primo-ebbro John Landis, Mel Brooks quando c’aveva gli attori, i Monty Phyton e santoddio anche Woody Allen quando faceva ancora ridere. Poi c’è stata la secessione: “La sburra di Tutti pazzi per Mary” contro “Il Bill Murray dei Tenenbaum”. Che per carità, nei rispettivi film facevano il loro sporco lavoro ed è vero che queste categorie sono tagliate con l’accetta tanto che metterò insieme risate grasse e tentativi di commedia sofisticata, però è anche vero che oggi mi trovo molto più spesso nel fuoco incrociato di chi si bea unicamente del suo BWAH AH AH per il romanesco dei cinepanettoni, per il panino nelle chiappe di Road Trip e s’è visto tutti gli 8 film del multiverso di American pie e chi invece si concede un sommesso MUH UH UH per la laconicità dei Coen, per il lama di Napoleon Dynamite e s’è visto tutti gli 8 film del multiverso di Wes Anderson. Qui io mi trovo in difficoltà, perchè sono un’informe spugna senza personalità quando si tratta di umorismo, cioè mi spanzo quando Ivor fa il testimone di nozze in Dicks di Garth Ennis e si cala le brache e con gli sposi disegnati sul culo comincia a scorreggiare, ma sghignazzo pure alla battuta a 4 livelli di metacomicità ebraica di Curb your enthusiasm. C’era una puntata dei Simpsons in cui Homer si toglieva un pennarello conficcato nel cervello estraendolo dal naso e questo gli conferiva una manciata di punti Q.I. in più e allora Homer non poteva più ridere per un prete che sviene sulla torta in uno dei tanti matrimoni interrotti di Julia Roberts. Ora, il secondo livello non presuntuoso della gag non è che la gente stupida ride per cose stupide, ma che il film con Julia Roberts rappresenta tutti quei film che puntano sulla ripetizione clownesca fino all’esaurimento scorte della risata. Il “Non sono stato io!”. Il “Bucio di culo!”. Che naturalmente nell’era di un cinema all’apice del consumismo è elevata ad arte. E i Simpsons lo sanno bene visto che sono 10 stagioni e un film che non fanno più ridere.
Dall’altro lato si ride a culo stretto e io vedo gente che s’impegna a ridere SOLO a culo stretto. “Facciamoci una serata ridarella! Chiamo 5 amici, ci compriamo le pizze, le birre e si attacca con Zissou, poi Nacho Libre, poi la ciurma Apatow e magari si conclude con Jason Reitman.” E sì, funziona pure, ma finisce che 2-3 amici su 5 il giorno dopo hanno provato a gassarsi col monossido nel garage e non se ne sono nemmeno resi conto, stavano ancora ridacchiando. “MUH UH UH.” Uno, nel delirio allucinatorio, stava balbettando che Non pensarci è il film più divertente della storia del cinema italiano.
Ora, il dato di fatto è che non ci sarà sempre Una notte da leoni a conciliare le due posizioni, infatti il secondo era già fiappo, e la cricca Apatow non partorirà sempre dei Superbad. A scrivere commedie e dialoghi buoni sono rimasti in 9 su tutto il pianeta Terra. L’altro dato di fatto è che far ridere e innovare o arrivare a rendere immortali alcune gag è un lavoro del diavolo, se ci riesci sei uno che sa leggere i tempi e le persone meglio di tanti analisti usciti con lode da Harvard, probabilmente potresti salvare il mondo nel giro di un paio d’anni e invece hai scelto di fare il comico.
Il mio angolo di paradiso io l’ho trovato nella varietà televisiva e pur non amando le serie contemporanee che usano le risate registrate proprio perchè sono le Julia Roberts della tv (i Jeffersons invece andavano bene), posso affermare che 2-3 stagioni di The Big bang theory e How I met your mother valgono effettivamente la pena. Hanno il sacro e hanno il profano. Ma le vere supereroine sono Arrested Development, 30 Rock e due terzi di Community. Infatti le metto in grassetto. Ce ne sono altre jewish e british power di ottima fattura grazie alla nuova golden age televisiva, ma piglio queste perchè ho la sensazione che abbiano quei caratteri di “universalità” e nel contempo di innovazione che temo manchino da un bel pezzo nelle sale cinematografiche: 30 Rock usa la macchina per le scorregge (“oh no! it’s farting! it’s farting!”) per farti ridere e per farti ridere del fatto che non dovresti ridere; Community usa l’arma delle parodie e dell’amare e smitizzare John Hughes; Arrested Development è la serie che potrebbe salvare il mondo in un paio di anni, ma ha scelto di far ridere. Grazie a dio. Queste 3 comedy sono ormai chiuse, o quasi, perlopiù per gli ascolti non eccezionali, il che conferma (il circolo vizioso della ripetitività pompata a dismisura mette in ombra le cose buone, ma non ho le prove) e manda a puttane (“se erano così in gamba, perchè sono morte?” (cit.)) la tesi di questo pezzo. Chissefrega. Eppure, per esperienza personale, sono le uniche serie che sono riuscite a far sbracare persone che si facevano di teste infilate in ani di tacchini insieme ad altre che prediligevano le canzoni dei Beatles su vignette colorate con attori inespressivi. Anche se ammetto che vorrei fare come Stallone, andare dai primi e dire “Forse voi dovreste ripulirvi un po’.” e poi andare dai secondi e dire “E voi dovreste aprire quel culo.”. E poi bacerei Sandra Bullock quando mi faceva, incomprensibilmente, tantissimo sangue.