Più di un anno fa abbiamo elencato una serie di errori comuni in cui incappa chi cede, erroneamente, all’attuale moda di marchiare il proprio corpo in maniera indelebile e –quasi sempre- priva di gusto personale o pregna di gusto altrui. Non vorrei, tuttavia, dare adito a tutta una serie di pettegolezzi che stanno addensandosi sul nostro capo e che ci danno per bastiancontrari a prescindere e/o gente che sa far la voce grossa solo dietro a una tastiera (cito Caso, autore del disco più bello dell’anno tra suonato con chitarra acustica e cantato con accento bergamasco). Cosa peraltro verissima, ed è per quello che scegliamo di NON fare la voce grossa e in uno slancio democristiano senza precedenti, volto perlopiù a dare un colpo al cerchio ed uno alla botte e potere dichiarare che su Bastonate davamo un colpo al cerchio ed uno alla botte before it was cool, dicevo appunto che ne approfittiamo per allungare ulteriormente questo periodo -ci hanno criticato recentemente per l’uso di periodi infiniti, la scarsa punteggiatura e la sovrabbondanza d’incisi – e mettiamo assieme ben CINQUE proposte costruttive per riempire il vostro corpo di tatuaggi che non vi facciano somigliare per forza a un rapper italiano di ultima generazione E ridare al tatuaggio la sua naturale collocazione tra le forme d’arte svilite dalla cultura del nostro secolo.
LISTA DELLA SPESA
Sul collo scrivi POMPELMI CARTA IGIENICA SENAPE CREMA PER LE EMORROIDI POMODORI SECCHI NEL VASO PROSCIUTTO COTTO e via così. Ieri stavo al bar a bere un onesto cappuccino, onesto nel senso che valeva tutti i soldi che l’ho pagato. Accanto a me, al banco, si è messo un arrogante di merda con un ragno tatuato sul collo e i capelli finto-sconvolti (finto-sconvolti è quando li sconvolgi col gel: non è una critica, lo faccio anche io, cioè cerco di ordinarli ma sono davvero troppi). Invece lui aveva un paio di pantaloni Frankie Garage uguali a quelli che si portavano negli anni settanta ma più brutti, che io non porto. E comunque inizia a fare casino dandosi arie di chi scopa come un riccio e sa come funziona il mondo, due qualità che vorrei avere ma non ho, e io inizio a pensare che tutto questo è un paradosso se ti tatui qualcosa che avrebbe un briciolo di senso se te l’avessero fatto dentro una gang a Los Angeles o direttamente in galera. Il nostro equivalente, declinato alla società dei consumi e al declino culturale a cui stiamo andando incontro, è una lista della spesa che comprenda la crema per le emorroidi o tipo MARMELLATA DI CILIEGE PER LA MAMMA con l’errore di grammatica messo apposta. Magari rosico perché non sono brillante in pubblico, ma come tatuaggio è la mia prima scelta. Non sul collo, io lo metterei sul torace.
FORME GEOMETRICHE PURE
Nessuno si tatua mai un quadrato o un rettangolo. Alcuni si tatuano un codice a barre pensando che sia un’idea simpatica e coraggiosa, anche questa una critica alla società dei consumi e svariate altre cazzate finto-di-sinistra con le quali pensano che sia possibile scopare (cosa che dall’ascesa di Forza Italia in poi non ha davvero alcun senso, l’idea che qualcosa di sinistra ti faccia scopare dico). E allora dico: siate creativi. Siate non-creativi. Ho avuto una discussione sulla creatività con un’amica ieri, che in realtà è una discussione che ho avuto solo nella mia testa dopo che è finita la discussione con la mia amica. Segue linee di pensiero abbastanza conformi a quelle esposte nella Pesantata del Venerdì #1, e dall’altra parte si aggancia al fatto che la creatività non sia una dote a me concessa –come scopare, l’essere brillante in pubblico e sapere come va il mondo. L’alternativa è la forma geometrica pura. Per prima cosa è un evergreen, seconda cosa significa solo se stessa –quindi niente, cioè magari possono esserci implicazioni noiose di stampo matematico, tipo se ti tatui un triangolo rettangolo sei implicitamente un sostenitore del teorema di Pitagora- e terzo nient’altro ma gli elenchi sono sempre fatti di tre voci.
CITAZIONI SBAGLIATE
Ci sono tre tipi di citazione sbagliata che ci si può tatuare (su questa ci rimangiamo la parola rispetto a ciò che dicevamo nel pezzo sopra linkato), e questa volta sono davvero tre. Il primo tipo è quando ti tatui una citazione corretta ed esistente ma la attribuisci volutamente alla fonte sbagliata, tipo
My loneliness Is killing me
I must confess, I still believe
When I’m not with you I lose my mind
Give me a sign
Hit me baby one more time
(Giordano Bruno)
il secondo tipo è quello di mettere una citazione inesistente tipo L’INDECENTE INDOTTO DI TROPPI FIORI NON EDULI, L’UOMO DI IERI, SANGUISUGHE!, mi raccomando il punto esclamativo che è importante, o qualsiasi altra equivalente cazzata volante e sicuramente meno ridicola di, boh, SOLO I FORTI SOPRAVVIVONO o le altre genialità fasciste che vi tatuate di solito. La citazione inesistente fitta molto di più della citazione oscura, perché le citazioni oscure non lo sono mai davvero (se un testo è abbastanza buono da poter essere estratto in un quote, è del tutto probabile che qualcuno l’abbia già fatto fino al massimo limite di sopportazione) e tende ad essere una cosa più dal basso e dinamica, nel senso che esiste una saggistica abbastanza nutrita che ti spiega cosa vogliano dire di preciso i primi versi del terzo canto dell’Inferno e non una legata alla cosa sopra dei fiori non eduli. Il terzo tipo è quello di una citazione esatta attribuita alla fonte corretta ma con un errore di grammatica. LASCIATE CHE I BAMBINI VENGANO A MÈ (Gesù di Nazareth). Naturalmente questo genere di tatuaggio è possibile se l’idea di essere fraintesi e/o considerati degli analfabeti non vi dà troppi problemi in linea di principio, e sarebbe stupido tatuarsi una citazione del genere se si è un letterato al di sopra di ogni sospetto tipo gli studenti della Scuola Holden.
MACCHIE ROSSE/FORUNCOLI
Tra le varie idee che non sembrano ancora avere invaso l’etere c’è quella del tatuaggio a basso impatto ambientale, il tatuaggio che si confonde con possibili parti del corpo o potrebbe quantomeno farlo qualora le parti del corpo in questione si irritassero. Macchie color rosa chiaro. Peli sul petto disegnati appena fuori asse. Foruncoli. Esiste una variante dark-trucida di questi tatuaggi e sono i coglioni che si tatuano gli organi interni che secondo la fantasia del tatuatore sono sotto quel centimetro quadro di pelle, ma questa cosa appunto ha la debolezza di rivelare al mondo l’appartenenza del tatuato ad una sottocultura che nella migliore delle ipotesi è del cazzo e nella peggiore è irrilevante a fini statistici. Dicevamo: macchiette chiare, pustoline, brufoli, tracce marroncine che escono dalle pieghe del collo, cicatrici brutte e bianchicce in posti imbarazzanti tipo sotto il mento: roba che può succedere, anche ai migliori di noi. È un disegno? È scarsa igiene personale? Dermatite? Peli incarniti? Fluxus?
(intervallo)
BANDIERE DI PAESI SCONOSCIUTI
Ci sono un sacco di posti, tipo Lesotho o Monaco o Taiwan, Sri Lanka, Islanda, Papua Nuova Guinea, Austria, che non significano assolutamente nulla per nessuno a parte i residenti. In genere si può dire questa cosa di tutti i paesi che non abbia una squadra di calcio decente, implicazioni ideologiche allucinanti (tipo Francia o Vietnam) o una tradizione musicale superiore alle altre, ma nell’ultimo caso i paesi sono solo cinque (USA, Etiopia, Giamaica, Paesi Baschi e forse il Brasile per via dei Ratos de Porao) e il primo caso squalifica i tatuati a prescindere. Dicevo, è interessante per fare il gioco delle bandiere. Vedi una persona con la bandiera del Costarica sul pettorale sinistro e pensi “ehi, fichissimo”, o gli chiedi che bandiera è, lui ti risponde “Costarica”, tu gli chiedi perché e ti dice “boh, nessun motivo”. Fichissimo, giusto? Mi confermi questa cosa? Secondo me uno che ti risponde così è una persona interessante, con una mente accesa e che ama sperimentare cose col proprio corpo e io me lo scoperei volentieri. L’ho sognato o esiste/è esistito uno stato che si chiama Lesotho? Non mi pare mi abbia mai mandato traffico.
ESERCIZI DI MATEMATICA ELEMENTARE
Imporre al tatuatore di fare pratica sulla tua pelle. È un’azione utile in sé, ha una sua ironia sottile e lascia segni indelebili che possono piacere. Trecentosessantasette diviso quattordici, a mano grazie. La tabellina del sette. Equazioni di primo grado. Diagrammi di Venn. Ora ti spiego le frazioni. Se volete vi spiego anche la differenza tra corpo umano e corpo letterario. Il peso corporeo letterario dei vostri tatuaggi è approssimabile a zero e il fatto che lo sia non depone a vostro favore, e allora VAFFANCULO e via con i numeri, che almeno lì sono lacunoso. Potrebbe addirittura arrivare un tatuatore snob e segnarvi eventuali errori a inchiostro rosso. L’imperfezione è il sale del tatuarsi, la cosa più integrabile al proprio corpo. Possono crescere pance sui vostri porto quattro sbagliati e nessuno vi giudicherà. Addebiteranno il peso della colpa alla gioventù e all’inesperienza. Vi prenderanno per baluardi del vintage.
(era un po’ che non mettevo un listone. ciao listone, mi eri mancato molto)
Per le citazioni sbagliate propongo un “Lasciate che i bambini vengano a Messina”.
Non sbagliavo quando mi dipingevo ferite sulle gambe per avere un’aria da vera dura.
uuuahahahhaua
Io ho un tatuaggio, non me ne vergognerò mai (anche se mai dire mai) e non è compreso nella lista da te elencata, ma se lo vedessi magari schifo schifo non ti farebbe. Perchè nella lista (bellissima) di tatuaggi decenti hai dimenticato una categoria: i tatuaggi fatti da noi stessi su noi stessi con totale imperizia. Mi spiego: ho tatuato un esagramma dell’i-ching sul mio pollice sinistro (perchè sono destro) usando un ago e l’inchistro del tubicino di una bic. L’ho tatuato perchè era la prima (ed ultima) volta che tiravo le monete per avere un “oracolo” del suddetto libro. Era un periodo di cambiamento, l’oracolo c’ha beccato di brutto e mi sono tatuato l’esagramma come promemoria (difficile che non lo veda ogni giorno, vista la sua posizione).
E’ fatto talmente male che se va bene (?) pensano a un timbro da locale/dicoteca sbiadito, se va male pensano all’odioso codice barre di cui scrivevi. E ne vado fiero. Toh