(antefatto: la lista dei dischi dei PJ in ordine crescente di bellezza)
Lightning Bolt è un disco bruttino. Non è il peggior disco della storia e probabilmente non è nemmeno il peggior disco della carriera dei Pearl Jam (che a conti fatti continua ad essere l’Avocado), ma è bruttino. Soffre di due problemi: il primo è che non c’è una vera e propria punta che salvi il disco (in Backspacer c’era la sequenza di pezzi da Just Breathe ad Unthought Known che faceva abbastanza dimenticare la prima parte). Il secondo è che è prodotto da Brendan O’Brien. Il quale è il produttore di tutti i dischi fighi dei Pearl Jam, ma i dischi fighi dei Pearl Jam sono fighi nonostante il lavoro di Brendan O’Brien sui dischi stessi.
(questa non è un’opinione molto di moda, ma mettete a confronto le versioni di studio delle varie Corduroy o Not for You o Immortality o che cazzaccio ne so Hail Hail con versioni live prese più o meno a caso dai bootleg di fine anni novanta e insomma; l’unico reale merito di Brendan O’Brien è quello di avere asciugato un attimino il suono rispetto a Ten, che effettivamente è il disco peggio prodotto del gruppo, diocristo che sfiga i PJ con i produttori.)
E insomma questa cosa secondo me ha un senso. Non dico di fare produrre un disco dei PJ a Billy Anderson, e non so niente di quale sia il lavoro degli ingegneri del suono, ma in cose come Sirens si sente proprio il suono di un fonico che sta lavorando per sabotare il gruppo e farlo suonare come i Nickelback o robe simili. Che per carità, fa pure gioco -il pubblico dei PJ che non ha ancora avuto da ridire sul gruppo è il bacino di utenza del rock classico, quelli che si sfondano di birra e cover in locali che si chiamano Loud Love o simili. Il punto è che a me il disco nuovo dei Pearl Jam viene un po’ da difenderlo. Il motivo fondamentale è che i Pearl Jam tendono ad essere sempre un po’ meglio sia dei loro detrattori che dei loro fan. I detrattori hanno degli irrisolti a nastro con il gruppo, colpevole sostanzialmente di avere rotto il cazzo e continuare ad esistere o (peggio) di essere scivolato brutalmente in una patetica declinazione di rock americano anni settanta, come se ci fosse un’epoca qualsiasi in cui i PJ non siano stati una versione di rock americano anni settanta. I fan sono quasi più chirurgici dei detrattori nello squalificare il gruppo, e anche a questo giro non manca qualche decina di persone (contando solo quelli che si esprimono nella mia lingua) che ci raccontano quanto i Pearl Jam di Lightning Bolt siano un gruppo che si mette alla prova e rischia e sfida se stesso ad ogni appuntamento. VAFFANCULO. Stone Gossard e gli altri stanno dentro i ranghi dai tempi di Ten, i loro dischi belli sono belli in quanto fatti di canzoni belle in un’epoca in cui dovevi per forza sfidare le convenzioni, cosa che tiene No Code Yield e Vitalogy dentro lo stereo e i dischi di un sacco di altra gente uscita all’epoca ben lontani dallo stesso. E se diocristo non lo capisci è probabile che nemmeno Mike McCready ti voglia tra i suoi amici facebook.
A questa lista di detrattori e fan si è aggiunta un’altra categoria nel corso del tempo, che è quella degli ex fanatici al momento delusi. I quali lamentano ai Pearl Jam soprattutto il fatto che siano perfettamente dentro un canone radiofonico che ha un nome orribile e vituperato, peraltro a ragione (“Virgin”), ma per il quale Eddie Vedder non ha colpe a parte il fatto di essere incidentalmente perfetto per la sua programmazione -o forse sono stati i Pearl Jam a tenere viva questa caratteristica un po’ anni settanta del rock, ma se uno legge il pezzo di Mattioli su Noisey questa cosa è tutto sommato riscalabile agli stessi Nirvana o a qualsiasi altro gruppo con chitarre, grossomodo. In altre parole, sì, Lightning Bolt è un disco bruttino o un disco potenzialmente buono ma prodotto di strammerda, ma non è l’antitesi di ogni cosa decente prodotta in terra né tantomeno lo scivolone di un gruppo altrimenti figo. È un disco bruttino, o un disco potenzialmente buono ma prodotto di strammerda. Succede. Ed è sempre meglio dell’Avocado, che invece era brutto e basta.
PS, importantissimo: non so se ho mai parlato dei Lightning Bolt su Bastonate, forse giusto per qualche cosa di Black Pus. In ogni caso qualsiasi disco dei Lightning Bolt è molto meglio dell’omonimo disco dei Pearl Jam (omonimo sia nel senso di Lightning Bolt che appunto l’Avocado del cazzo). Il disco migliore è Ride the Skies.
totalmente d’accordo, il più grande problema di sto disco è che suona come un rough mix, con dei suoni meno grezzi e un mix più curato sarebbe un onesto disco rock
ma come si fa a dire che ten è il disco peggiore dei PJ? maaaaaaaa smettetela di fare ste recensioni!
è il peggio prodotto dice. non il peggiore. nessuno può dire che è il peggiore
tre appunti: il primo è che non puoi pensare che io prenda sul serio qualsiasi cosa scriva una persona che nel testo mette la parola “maaaaaaaaaa”. il secondo è che non ho detto che Ten è il peggiore (ce ne sono due peggiori per me, lightning bolt e l’avocado). il terzo è che gli appunti vanno sempre a gruppi di tre.
Eddie Vedder ha 48 anni. Coraggio, è quasi fuori dagli orrendi quaranta, il momento peggiore per la carriera di un musicista. Adesso si riassesterà nei cinquanta. Aspettiamoci prove discrete nei prossimi anni, e un gran disco dei Pearl Jam (gran disco=niente di che, ma buono e relativamente fresco per il periodo storico in cui uscirà) attorno al 2021/2024.
sì ma di base l’unica vera redenzione in tutto questo è la dinamica del VECCHIO LEONE di merda. sette anni di silenzio minimo e poi un disco solista senza quel cazzo di ukulele e usciranno le moleche dalle tane a dire che ha ancora così tante cose da insegnare agli sbarbi.
Probbbbabbbbbbilmente hai ragione, ma mi sono appena reso conto che noi romani diciamo PROBBBBBAABBBBBBBILMENTE, e anche RAGGGIONE, e ora mi odio e mi suicido, perciò non vedrò mai il Vecchio Leone Vedder impartire una lezione sulle pagine tipo del Mucchio (esiste ancora?)
Quello che vi pare, tutto vero. Ma quando Mind Your Manners entra nel ritornello non ci sono accidenti che tengano, viene da ribaltare il giradischi/lanciare per aria l’iphone dall’overdose di adrenalina.
Intendiamoci: quando sei i Pearl Jam puoi fare tutta la musica che vuoi senza che un aspirante “Bertoncelli qualsiasi” ti rompa le palle! http://levisionidik.blogspot.it/2013/10/lightning-bolt-pearl-jam-recensione.html
PS A me “Lightning Bolt” piace!
Il periodo Binaural/Touring Band è l’ultimo valido. Dal Roskilde in poi, hanno pubblicato dischi sempre più imbarazzanti, con pezzi sempre più mediocri (qualche eccezione, ok) e copertine stupide, e live sempre più posticci.
E a livello di produzione, c’è poco da fare da quando Vedder ha trovato quel modo di cantare furbo per non sgolarsi (Cornell docet), barattando il suo proverbiale timbro profondo e vibrante con un velato superficiale da mammoletta.
E che dire del danno che hanno causato ai veri Lightning Bolt, improvvisamente scalzati dai primi risultati in Google search.
“E che dire del danno che hanno causato ai veri Lightning Bolt, improvvisamente scalzati dai primi risultati in Google search.” KAZZO !!!
quello che risulta dal disco (senza averlo ascoltato) è che:
1- questi 48enni si sono allontanati dall’idea di volere anche solo provare a fare una bella copertina che possa essere esposta con orgoglio, anzi pare che vogliano puntare in basso, da essere messi a fianco di Mucca e Pollo su Cartoon Networks;
2- l’altro è che in questo momento sono così lontani dal mondo dalla musica suonata che intitolano il disco col nome di un gruppo, talmente famoso che loro nemmeno sanno che esista…tanto stanno in un altro mondo …