TRUE BELIEVERS: Lo Scott Walker della generazione astratta

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La prima volta che ascolti Noi due hai già la sensazione di essere finito dentro qualcosa di grossissimo: non richiama praticamente nulla, e se richiama qualcosa lo fa in maniera del tutto inconsapevole. Come del resto è inconsapevole il suo non-richiamare. È come un pezzo di Aurelio Fierro cantato da una persona stonata sopra una base synthpop stile colonna sonora di Miami Vice ma blastata da batterie elettroniche assassine fuori-tempo che rendono tutto un po’ breakcore e fuori fase. È impossibile memorizzare brandelli di musica e testo. È un’esperienza pop completamente avulsa dal pop. Ascoltare i cinque minuti di Noi due innervosisce per l’assenza di riferimenti immediati e di logiche dell’assenza di logica. Abbiamo imparato una grammatica dei tempi dispari, a strutturare il disagio e riconoscere i pattern, ma secondo una logica strutturale per la quale i pattern ci sono sempre e lo sport è identificarli (per chi ascolta) o renderli quanto più inidentificabili possibile (per chi suona).

 

Ho scritto un pezzo su Noisey che presenta quello che nel titolo viene definito “il fenomeno più interessante mai partorito dal lato oscuro di YouTube“. Lui si chiama Fabio Mancini, il brano in oggetto si chiama Noi due e il pezzo intero sta su Noisey.

LEGGETELO CAZZO

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