La premessa è quantomeno doverosa: da quando il Farabegoli mi ha convinto a diventare un collaboratore “regolare” mi propone solo post teoricamente impossibili nei quali mi chiede di versare sangue, anima, corpo, sperma, sudore, vita ed emozioni veri. Fra lunedì e martedì come se niente fosse mi fa sapere di avermi riservato il famigerato LISTONE DEL MARTEDI’ per i miei 10 dischi preferiti dell’Ebullition. Ho accettato ma mi ritrovo a scrivere questo post dopo circa 3 (tre) ore in cui ho, in sequenza 1) stampato su carta il catalogo per tirare fuori sti cazzo di 10 dischi 2) ritirato fuori vinili che non ascoltavo anche da 5-6 (cinque-sei) anni, qualcosa del tipo che quando è morto Kurt Cobain per un anno almeno non ho ascoltato i Nirvana, quelle cose lì 3) cercato gli mp3 dei dischi sui quali ero in dubbio (5-6 a botta sicura, dovendo citare solo un titolo per gruppo…)
Detto questo, la storia in breve dell’etichetta: California primi anni 90, Goleta, città universitaria di 30000 anime circa diventa il centro di un certo punkhc grazie a Kent McClard, collaboratore di Maximum Rocknroll, fanzine che si autoproclama “La Bibbia del punk”. L’idea che mi sono fatto nel 2013 (ma va detto: è probabilmente una razionalizzazione) è che un mix fra l’ego enoooorme del tipo e istanze diciamo così musicali -“politiche” portino il buon Kent a uscire da M’R’R e fondare la sua fanzine (Heartattack, vera mia bibbia del punk fra la seconda metà degli anni ’90 e il 2006, quando col #50 ha cessato le pubblicazioni) e, appunto, l’Ebullition.
La storia dell’etichetta è più o meno nota, il primo disco che avrebbe dovuto uscire è il gruppo prima dei Rage Against The Machine che invece però, nella persona soprattutto del subcomandante Zack De La Rocha “fregano” il buon Kent e decidono di uscire su Revelation. Durerà poco anche lì perchè Zack, la leggenda narra, frega pure il nome da un pezzo di Kent sulla vecchia fanzine e fonda i RATM, il resto è storia nota.
Quello che magari non è storia nota a certi livelli e che sarebbe da raccontare molto più accuratamente, così come ci sarebbe da farlo in Italia, è raccontare quel pezzo di storia “minore” del punkhc chiuso fra la supposta golden age degli anni ’80 e l’esplosione-implosione del 2.0. Per fortuna o per sfortuna, ma il sottoscritto propende per la fortuna, i protagonisti di quell’epopea sono in tutt’altre faccende affacendati: per quel che riguarda l’Italia per fortuna sono finiti a fare i dj, gli artisti a tutto tondo, i cuochi, i disegnatori disegnatori (ripetuto due volte intenzionalmente: non edito i typos ma non sono un cretino) l’Ebullition basterebbe citare il buon Steve Aoki (come da foto), colonna portante di HeartAttack e voce dei This Machine Kills.
Detto questo: l’Ebullition è principalmente legata all’emo di seconda ondata, prima che diventasse una parolaccia e finisse anche sulla bocca di mia mamma (l’ha detto davvero, qualcosa del tipo “al bar c’era uno con una pettinatura emo”), quello post-rivoluzione d’estate della Dischord e dei Fugazi, alla nascita, sviluppo e morte dello screamo prima che screamo diventasse una parolaccia. Altrettanto politically correct (pure troppo, a posteriori, ma siamo negli States…) ma sicuramente la musica è più violenta e metallizzata e i testi o più cupi o più accademici. Nothing more, nothing less, per il resto ho seguito (soffrendo alla grande, sono le 23.09 e ho iniziato questo pezzo 3 ore fa, tempi da blogger 0). Se non avete mai sentito parlare dell’etichetta magari qualche disco (specialmente se scaricato) sicuramente vi deluderà perchè non ha retto il passare del tempo, ma alcune delle uscite Ebullition rimangono significative anche solo per il modo in cui uscivano (compilation solo di gruppi non statunitensi, split lp, librettoni di 100 pagine con allegato un cd, inserti interni riletti molto di più si ascoltasse il disco…). Mancano all’appello, e per la storia dell’etichetta è un mezzo assassinio, i vari formati tipo 7″.
DOWNCAST – S/T
Anche in questo caso potremmo fare i bulli dicendo che nel 2010 sempre lui Steve Aoki ha dichiarato che quando era uno sbarbo erano il suo gruppo della vita. In realtà la vera pietra miliare della band è il librettone (che in Italia venne addirittura tradotto da uno degli attuali redattori di Sodapop, Emiliano Zanotti, per il loro tour europeo mi pare del 1994) di 20 pagine che accompagna il disco: facevano hc metallizato e bello pesante che non avrebbe sfigurato nel catalogo Victory assieme agli Earth Crisis, agli Strife e agli Snapcase ma invece…
V/A – GIVE ME BACK
Dal punto di vista dei gruppi dentro sicuramente LA compilation. Citazione degli Embrace e incassi della compilation ad associazioni pro-choice, femministe etc…direi che la presenza delle Bikini Kill e dei Born Against manda a casa tutti senza bisogno di ulteriori pipponi sull’importanza di questo disco. Libretto di 32 pagine allegato.
STILL LIFE -FROM ANGRY HEADS WITH SKYWARD EYES
Per dire quanto fosse in realtà labile il confine fra la tammarranza di un gruppo come gli Strife (non metto nemmeno un link dai) e l’emo piagnone di un gruppo come gli Still Life: il cantante (Rick Rodney) per un periodo è stato lo stesso. Gli Still Life praticamente sono De La Soul dell’emo e professavano l’avvento della Daisy age nel punkhc dell’epoca. Sicuramente uno dei primi gruppi che tolgono l’influenza metallizzata e riprendono a scrivere canzoni con titoli tipo “una canzone sull’amore”. Immaginatevi tipo al college che dovete decidere se giocare a football americano o fondare i Limp Bizkit poi scaricate o comprate il disco e fatemi sapere.
STRUGGLE – S/T
Il primo gruppo di Justin Pearson dei Locust (tipo che aveva 14 anni e voi e io con voi suonavamo tipo boh, le cover dei Metallica se ci diceva culo) e di un’altra leggenda minore del punkhc, Jose Palafox (che fa il professore all’Università,come molti altri punks negli States), prima degli Swing Kids (gli ultimi a venire picchiati per le braghe strette e le pettinature cotonate). Metallone figlio dei ’90 anche questo, con quelle belle grafiche in bianco e nero a cura di un artista di caratura internazionale (Seth Tobocman) che è più o meno l’equivalente di Bansky se fosse figo come Blu. Sicuramente uno dei dischi più apocalittici dell’etichetta, non avrebbe sfigurato in epoca Reagan, come a dire: non è che l’era dei due Bush sia meno peggio eh.
FUEL – MONUMENTS TO EXCESS
Dischord : Fugazi= Ebullition : Fuel
LOS CRUDOS/SPITBOY – split LP
Uno dei best seller dell’etichetta. Da un lato un gruppo ispano americano praticamente grind, con testi iper politicizzati. Ispanici americani ma della costa est (Chicago, forse peggio delle città californiane), con un frontman gay di due metri e con la maglia dei Wretched (tutto vero) pure lui docente universitario. Cantato in inglese e in chicano. Dall’altro un gruppo anarcopunk di sole donne che però non virano nè al separatismo (o presunto tale) delle varie Tribe8 etc nè finiranno a fare le Gossip del caso, tanto è che hanno fatto uscire anche dei dischi per la Lookout (Green Day, Screeching Weasel etc…il pop punk cazzone che però ricordiamolo, parte o dalla stessa Chicago o dalla California, sempre lì siamo). Il risultato è che suonano più hc che punk, caso più unico che raro.
Portaits Of Past- 01010101
Se dovessi scegliere i 10 dischi della vita questo probabilmente è l’unico disco punkhc su cui non avrei nessun dubbio.
Provo a parlarne? Batteria suonata come se non ci fosse un domani prima che la frase “come se non ci fosse un domani” venisse usata per connotare la versione indiesnob ed edulcorata (di emozioni veri, si intende) di gruppi come i PoP. Cantato urlatissimo e disperato, chitarre e basso che ti fanno perdere la concezione dello spazio e del tempo. Dico davvero, impossibile per me scrivere quanto è stato e quanto rimane importante questo disco. Impossibile ascoltarne una canzone solo, skip non contemplato, sembra una traccia unica. Davvero, non ho mai skippato una volta qeusto disco le 600 volte che lo ho ascoltato.
REVERSAL OF MAN – THIS IS MEDICINE
Unico gruppo che ho visto anche dal vivo (maggio 2000, due volte).Dalla costa est (Florida, giro No Idea), grafiche splatter ma cool, col coraggio di chiamare l’album precedente a questo Revolution Summer. Il confine fra grind e screamo dettato solo dai testi politicizzati: dovendo usare una etichetta quella di”emo power violence” calza, 16 canzoni in 19 minuti. Sul podio dei miei gruppi preferiti dell’etichetta assieme a chi li precede e li succede in questa lista.
ORCHID – I DUE LP+ IL 1O”
Come detto in altre sedi: non sono andato a vedere gli Orchid quelli che copiano i Black Sabbath perchè per me gli Orchid sono questi. A posteriori il gruppo forse simbolo dell’etichetta: paraculissimi (il logo delle White Panthers o se volete degli MC5, ma svuotato di significato), ma a posteriori. L’unico gruppo a incidere tre dischi di “lunga durata” per l’Ebullition, negli anni in cui hanno calcato i palchi sembrava che il colpo di stato fosse imminente. Il trip lento-veloce, il caos organizzato con pezzi passivi-aggressivi e più arroganti di Bianconi e Agnelli che fanno un frontale nei testi (Tigers va doverosamente citato per intero: I kiss the girls that speak Marcuse/ I kiss the boys that speak Foucault/ I love the kids that know Adorno/ and snub their nose at kids who don’t/ I make love in theory and touch myself in practise/ What’s good for the posture is good for the pose). Un gruppo talmente capace di affascinarmi, all’epoca, nel senso letterale del termine (quello proprio antropologico di malattia, non tiro fuori la taranta anche se dovrei): sono arrivato al punto da regalare una loro maglia originale scambiandola per un disco rarissimo che mi vergogno talmente tanto a dirlo che non lo dirò. E in più ho regalato la maglia ad una tipa più giovane di 10 anni di me che mi aveva appena mollato. Per fortuna sciolti prima di sputtanare tutto. Sicuramente il mio secondo gruppo preferito dopo i Portraits Of Past.
ti sei dimenticato gli yaphet kotto.
nel 2002 steve aoki vendeva ancora spillette emo98posthc nella distro dimmak e ancora nono rappresentava il male del mondo ahhauewhiuewuhew
esatto. Yaphet Kotto muglior gruppi dopo gli Orchid (in etichetta). Anche loro hanno pubblicato 3 LP per loro.
Sia chiaro: se non ho citato gli Yaphet Kotto non li ho ritenuti così significativi, prova è che infatti non ricordavo nemmeno avessero fatto 3 lp nonostante avessi la lista dei dischi sotto il naso. Davvero eh. Con tutto che dal vivo sono stati uno dei concerti della vita.
ognuno ha i suoi gusti DOCET insomma
La vera gag è che ho trovato ora il cd doppio dei Policy Of 3 che dovevo mettere per decimo, dimenticato in mezzo ad altri cd. Per me il decimo è Policy Of 3 discografia.
struggle 7″….you have the right to be beaten…
vabbé ma PO3 è una discografia, originariamente erano usciti per altre etichette… come anche FUEL: grandissimi ma la versione su ebullition è una ristampa. io avrei messo anche END OF THE LINE… ma vabbè, de gustibus , altrimenti che noia. ciao Marco, abbracci dal friuli! ; )