Dopo il turno del boss, tocca a noi umili e modesti scribacchini sottoposti piegati su briciole di miseria. Come scriveva nell’articolo, dato per assodato che del bruttissimo Rover ce ne siamo fortunatamente scordati e che pure l’onnipresenza fastidiosa sui social network di Deafheaven e Civati ne avrà per poco più, passiamo al listozzo (ottimizzato per il massimo disagio):
1) Dean Blunt – The Redemeer (Hippos In Tanks)
2) Oneohtrix Point Never – R Plus Seven (Warp)
3) DJ Sprinkles – Queerifications & Ruins (Mule Musiq)
4) Mika Vainio & Joachim Nordwall – Monstrance (Touch)
5) James Ferraro – NYC, Hell 3:00 AM (Hippos In Tanks)
6) Orlando Voorn – Divine Intervention (Subwax Excursions)
7) Call Back The Giants – The Marianne (Kye)
8) Autechre – Exai / L-Event (Warp)
9) Mazzy Star – Seasons Of Your Day (Rhymes Of An Hour)
10) William Basinski – Nocturnes (2062)
Ora io capisco benissimo che la Hippos In Tanks ormai è un simulacro per noi provinciali e che a NY è già una cosa antica da sfigati, che laggiù, dove le cose contano, pure sta cosa che il lo-fi è l’aldilà del HD 1080p si è già consumata, oltretutto sto disco di Dean Blunt ha fatto schifo un po’ a tutti, ma se è vero che nel nostro tempo le ombre valgono più degli oggetti che le riflettono non si può far finta di nulla davanti a Blunt che fa una cosa tipo gli Half Japanese dell’iperrealismo e della pupilla dilatata, o i Tindersticks che sostituiscono l’eleganza col Walmart. Di Ferraro si lamentano tutti da dopo prese quel primo posto su Wire con Far Side Virtual, ha fatto poi un disco carino ma imperfetto come Sushi, una cacata come Cold e quell’altra pure peggio a nome Bodyguard, ora ne fa una simile ma per un qualche motivo bellissima, un grande field recording su tutte le cose che (non) accadono in città, tra spettri di soul magestito e decadenza termoidraulica. Su tinymixtapes.com lo descrivono così: “1) Vaguely misanthropic reflections autotune’d over slo-mo campus-trap elegies; 2) Droning Juno treatments backdropping the distorted groans of an errant sampler processing jazz melodies; 3) Non-sequitur streetlife collage, i.e., found sounds (anxious/aggressive animals; traffic noise; feet, props, and cloth), surveillance audio, 9/11 news reports, cinematic dialogue, soul snippets; 4) Mellow smooth industrial ambient, i.e., the ambient strategy of meshing environment and mood, animated by the industrial insight that scrambled thought patterns, limit states, and broken syntax hold the keys to what Throbbing Gristle once called post-psychedelic trash”. Ok.
Vainio fa forse il suo disco più ROCK di sempre ma che in realtà, fortunatamente, di rock non ha nulla, almeno esteticamente, a parte un feedback psichico lungo una vita. Un disco sanguinoso che pare uscito dal 2002, commovente come poche altre cose in questi anni a patto di sopportare di Vainio la tentazione alla danger music. Sprinkles raccoglie roba, come al solito stanze vuote che si accendono a larghe intermittenze e lacrime lacrime lacrime (3 volte). Call Back The Giants è il progetto di Goss degli Shadow Ring, Marianna più compatta e normcore in senso strettamente droning rispetto alle stranezze neo-kosmische di Rising del 2011. Su Autechre e gli altri è stato detto praticamente tutto, L-Event compensa di giustezza alcune divagazioni un filo troppo narrative di Exai, facendo quadrare tutto alla perfezione con un calcio nello stinco. Mazzy Star disco TUTTO FA PIANGERE dell’anno e Basinski citato per il rispetto massimo, Nocturnes non è ovviamente i Disintegration Loops ma è come leggersi tutto Differenza e ripetizione mentre si dorme accasciati sulla tastiera. Grazie e scusate dell’uso privatistico della pagina.
Compila dell’anno: I Am The Center: Private Issue New Age In America, 1950-1990. Singolo dell’anno: King Of Everything di Boy George. EP dell’anno: Silver Cloud di Actress, sia in versione reale che in quella velocizzata che si trova sui p2p, bello uguale e Voodoo Posse Chronic Illusion manifesto generazionale a partire dal titolo. Fuori di poco: Kanye West che fa il disco CHIAMARSI BOMBER della situazione, grande allucinazione smartphone-mania pure il video di Bound 2 che si prende pure il premio di video dell’anno, davanti ad OPN + Jon Rafman. Dischi semi-moda che non ascolterò mai in vita mia e di cui parlerò male a prescindere: Tim Hecker, Haxan Cloak e Jon Hopkins.
hipsteracci su bastonate! :3
non so, non conosco, comunque non concordo. non ci sono neanche gli Zozobra!