tema: HO SOGNATO UNA ROCKSTAR. svolgimento:

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di Massimo Fiorio
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Ho scoperto una cosa bellissima: se ceno mangiando schifezze faccio incubi incredibili. Più schifezze obese ingurgito, più tali incubi risultano essere grotteschi, spaventosi, divertenti. So per certo che, mangiando un kebab all-inclusive dopo le 22, mi sveglierò sudato, spaventato, stremato e felice attorno alle 4, per poi riaddormentarmi un secondo dopo nella speranza di riprendere da dove ho interrotto.

Una volta non era così. Una volta potevo mangiare un labrador senza alcun contorno di sogni spettacolari. Preferisco la situazione attuale.

La cena che ha preceduto il sogno che sto per raccontarvi s’è svolta al Mom (un posto che non frequentavo dal 2006, ovvero dalle serate milanesi durante la registrazione del primo disco dei Canadians): un bloody mary, qualche pizzetta e poco altro. E infatti non ho visto mostri giganteschi durante il sonno e non mi sono gettato dal tetto di un palazzo (una cosa che faccio molto spesso, nei sogni). Che peccato.

 

Iniziamo.

Svolgimento:

 

Vi racconto il sogno di stanotte.

Tutti a San Siro per il concerto dei Pearl Jam.

La location però non è esattamente San Siro, o forse è una parte di San Siro, probabilmente gli spogliatoi.

Spogliatoi giganteschi, grandi quasi come il Forum di Assago. Infatti sembra di essere al Forum.

Ma sembra anche una palestra del liceo, col palco in un angolo, alto mezzo metro, non di più.

I Pearl Jam stanno salendo, io e un gruppo di amici entriamo all’ultimo secondo, da una porticina vicina al retropalco.

C’è agitazione nell’aria, non capisco perché.

Poi vedo che alcuni miei amici iniziano ad uscire.

I Pearl Jam intanto iniziano.

State of Love and Trust.

La felicità.

Altri due miei amici escono.

Non capisco cosa stia succedendo.

Dopo un po’ mi arriva un sms (neanche un messaggio su whatsapp: un sms!).

“Eddie Vedder ha avuto un piccolo ictus”.

Finita la prima canzone, i PJ abbandonano il palco.

La gente non capisce. Io ancora meno.

Dopo un po’ si accendono le luci e il pubblico viene avvisato della sospensione del concerto.

Il tutto è rimandato al giorno dopo. Sempre a San Siro, che è un po’ il forum di Assago.

Mi prendo male. Continuo a non capire (nei sogni sono più stupido che nella vita vera. Anche tu, vero? E sbaglio sempre a digitare i numeri di telefono. Se provo a correre, vado lentissimo. Insomma, sono il tipico concentrato di cliché onirici).

Se ne vanno tutti, tranne il sottoscritto e una ventina di persone.

Ci sediamo per terra, appoggiati a una parete. Dopo dieci minuti arriva Eddie Vedder.

Si siede con noi, ci spiega che, a causa di un forte mal di testa, ha preferito sospendere il concerto.

Mi sconvolge: Eddie Vedder è lì in mezzo a noi, seduto tra questi venti stronzi che avrebbero voluto assistere al concerto. E io continuo a pensare che allora è vero, questi miei eroi che seguo e ascolto/vedo da mille anni, sono davvero miei amici!

Vi capita mai di pensare che quel determinato personaggio famoso, che ovviamente e giustamente ignora la vostra esistenza, sia vostro amico?

A me capita con il cast di Friends, con Eddie Vedder, con qualcuno del cast di Lost (Hugo, Jack, Vincent, etc), con tanti altri.

E mica nei sogni: nella vita vera.

Sì, io sono amico di Eddie Vedder.

Comunque.

Eddie ci tranquillizza, ci dice che il giorno dopo recupereremo tutto.

Qualcuno fa notare che gli 80mila biglietti per il giorno dopo son già stati venduti, dove si metteranno gli 80mila di stasera?

Ci stringeremo

Eddie si alza per andarsene. Ci alziamo tutti e io vorrei che qualcuno mi facesse una foto assieme a lui ma improvvisamente il mio telefono si trasforma in una cosa gigantesca, tipo una palla da basket elettronica, con pulsanti ovunque, impossibile da tenere in mano. Ok, niente foto.

Tristeza.

La sera dopo arriva subito, come se fossero passati 2 minuti.

Siamo tantissimi.

Strettissimi, ma ci diciamo che non può succedere nulla di male.

Parte la prima canzone ed è subito l’apocalisse. Veniamo sbattuti ovunque. La sensazione è spaventosa e divertente: voliamo come in un tornado.

La sensazione è la stessa dell’andare sullo Space Vertigo a Gardaland, quando ti mollano nel vuoto.

Finita la canzone ci si rende conto che siamo in troppi, tutti lì davanti, quindi qualcuno si sposta indietro e la situazione migliora parecchio, però i Pearl Jam sono spaventati che possa succedere qualcosa di brutto (dall’alto della loro esperienza in materia) e sospendono ancora il concerto.

Dopo due ore viene annunciata la cancellazione.

Riesco solo a bestemmiare.

 

Subito dopo m’è suonata la sveglia.

(C’ho un po’ d’agitazione per sti concerti dei Pearl Jam, si nota?

Per il concerto a San Siro ho un biglietto di tribuna.

A Trieste invece prato, e vaffanculo.)

 

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Questo è il primo pezzo di una serie dedicata alle volte che abbiamo sognato gente del ROCK, e affini. Siete liberissimi di contribuire inviando una richiesta alla solita mail disappunto(A)gmail.com

3 thoughts on “tema: HO SOGNATO UNA ROCKSTAR. svolgimento:”

  1. La cosa di essere amici dei personaggi famosi è verissima.

    Io da piccolo ero amico di tutto il cast di Jurassic Park, ed immaginavo tipo 30 volte al giorno che giocavamo nel parchino dietro casa mia, andando in giro con le Ford Explorer gialle e verdi.

    Eddie parlava in italiano e tu nel sogno non ci hai fatto caso, presumo.

    Madò la cosa del correre è un mindfuck totale, mi capita spessissimo.. vuoi schizzare via ma riesci a muoverti solo al ralenti. Una delle peggiori sensazioni di sempre. Chissà perchè poi.

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