Cronistoria del LOAL

il giorno 31 gennaio sul forum del Mucchio (ci scrivo da quand’ero giovane, sul forum, non sulla rivista) qualcuno posta una gif animata:

Passo il successivo minuto e mezzo in modalità facepalm rendendomi conto che questo mese il Mucchio e Rumore avranno la stessa artista in copertina con la stessa cosa. Più due ore e mezzo a farmi mesmerizzare dalla gif, che a quanto ne so è stata realizzata dall’amico Copons.  Il tempo di uscire dallo stato catatonico e febbraio è iniziato già da mo’, con le accuse e le vicendevoli coltellate che scaldano gli animi e imbarbagliano la situazione.

L’intervista esclusiva era stata assegnata a Rumore, questa cosa la si viene a sapere da subito: Rumore aveva anche scatti in esclusiva, ma non erano buoni quanto l’immagine poi finita in copertina. La quale, essendo disponibile a tutti, è stata messa in copertina anche dall’altra rivista. Non sono in molti a risparmiare critiche al Mucchio, che già per conto suo non è che stia vincendo il Premio Simpatia (sta andando avanti da due anni una guerricciola su tre fronti che si sputano addosso a vicenda). Veder volare gli stracci tra direttori, ex direttori, redattori ed ex redattori è diventato un brutto spettacolo da diverso tempo. Il comunicato di Rumore è di lunedì mattina. Rossano Lo Mele non vola bassissimo:

 Ho amici e colleghi che lavorano lì. Li rispetto e li leggo. Non ho rispetto invece per chi ci ha preso in giro. Noi lavoriamo in modo corretto e scrupoloso, senza pestare i calli a nessuno. Che situazione è quella in cui ci troviamo addirittura costretti a chiedere scusa di aver rispettato le regole?

Lunga storia. Il giorno successivo esce il comunicato del Mucchio, il quale cerca di buttare acqua sul fuoco.

Di sicuro tutto ha preso una piega brutta, al limite del tragicomico, una volta visto che sia Rumore sia Il Mucchio uscivano in edicola con la stessa, identica foto. Ma il nostro ragionamento era stato “All’altro giornale, oltre all’intervista dedicata, avranno dato anche degli scatti dedicati, non useranno certo per la copertina quello a disposizione di tutti”. Non era voluto.

Negli stessi giorni inizia a montare una polemica sul fatto che stanno togliendo la storia dell’arte dalle scuole, cosa che per parte non è vera (o non è esatta) e per parte mi scalda un po’ l’anima pensando a certa gente che si beccava degli otto e mezzo e dei nove in disegno e storia dell’arte e ora fa il commercialista e gli apericena in piazza Aldrovandi (io avevo la media del cinque e giustamente faccio il sementiero, ma sto comunque continuando a fare i disegnini col pennarello nelle pause pranzo e ne so a pacchi di gente tipo , BRAVO FRANCI, STIMATI). Saltiamo la polemica, passiamo oltre.

(Fun fact: il comunicato di Rumore e quello del Mucchio sulla vicenda hanno LO STESSO TITOLO. Che è più o meno lo stesso titolo anche di un pezzo di Marina Pierri su Wired a commento)

In giro si inizia a creare il classico clima da controriforma, tipo questo post dell’amico Colasanti (datato ieri) in cui viene lanciata qualche sacrosanta bombetta:

Sarebbe bello, e forse anche giusto, cominciare davvero a entrare nel merito delle cose, e analizzare una volta per tutte cos’è che sta uccidendo un mestiere nato quasi già morto.
Discutere del perché le riviste hanno perso parte del loro appeal, e del perché non ci siano alle orizzonte grossi cambiamenti.

Opinione condivisa dall’amico Ceccain questo sfogo del giornio prima su Facebook.

Basta le stesse copertine, sì!, ma anche basta con le recensioni del cavolo, con articoli di aria fritta, basta con la poca attenzione data alla musica dal vivo e basta all’omologazione! La verità è che siete tutte diventate illeggibili.

Il problema potrebbe diventare serio da qui in poi: nei commenti al pezzo viene dato sfogo a qualche opinione sui contenuti, sul fatto che le riviste siano troppo modaiole, seguano poco i gruppi, abbiano recensioni del cavolo appunto, e via di queste. A un certo punto interviene l’ex direttore del Mucchio Max Stefani, che attualmente dirige la rivista Outsider di cui mi ero già occupato in passato. La mette giù pesa:

il problema è che in edicola ci sono tre riviste uguali: Mucchio, Rumore, Blow Up. Forse ne basterebbe una sola?

e anche

Ma il direttore di Mucchio ne ha fatte molto peggio purtroppo…

E via di queste. La più pesante, comunque, è sulla bacheca FB di Gabriele Barone, nella quale Stefani interviene con

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E poi si passa ad altro. Il direttore di Outsider inizia a promuovere il nuovo Outsider, che in copertina in effetti non ha St. Vincent.

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Manco brutta, cioè, a me piace abbastanza questa cosa del monocromo giallone sul bianco e nero, immagino ci sia anche un modo tecnico di chiamare questa cosa. L’affare-St.Vincent diventa una specie di meme, escono immagini di copertine fake di riviste (la prima è Rolling Stone, qualcuno ci crede) che mi portano, buon ultimo e per nulla divertente, a cambiare il logo di Bastonate, così per menare il torrone un altro po’. E poi tutto si spegne e immagino che questa cosa sia servita di lezione un po’ a tutti.

 

 

E poi esce il numero di Febbraio del Buscadero, e Carlo Bordone scatta una foto alla copertina. che è

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7 thoughts on “Cronistoria del LOAL”

  1. HUGE LOL

    A parte questo, e prima che ti arrivi addosso un sacco di merda per aver parlato di queste cose senza prendere particolarmente parte (#alibropaga), ma del resto senza neanche essere troppo tarallucci e vino, ti dirò che la questione delle riviste musicali meriterebbe di essere trattata DAVVERO. Ha senso comprarle e leggerle? Io credo drammaticamente di NO, ma il problema non è solo che “la gente incolta legge i blog”, così come il problema dei quotidiani nazionali non è soltanto che esistono le free-press. Cioè, i diretti interessati la buttano sempre sul culturale-sociologico, ma non si pongono mai davvero la questione della qualità. Per dire, quanta autocritica si fa? Lavoro nell’editoria (LIBBRI) dove più o meno tutti sono in crisi e più o meno tutti dicono prima o poi “la gente non legge e guarda solo berlusconi in tv”, ma la verità è che quando abbiamo deciso di #SBATTERCI per fare dei libri che valeva la pena comprare le vendite sono quasi raddoppiate. Questo, ovviamente, restando in una nicchia, restando in un presente in cui comunque l’editoria è una scena morta, e un giorno non esisteremo più ecc. e va bene tutto – io non mi stupirei, per dirla diversamente, che i dischi della Sacred Bones vendessero più di quelli della NONVOGLIOPARLARMALEDINESSUNO Records – Cazzo, sono bellissimi, a parità di valore di musica contenuta, voglio dire.

    Il fatto è che il solo pensiero della guerra e delle chiacchiere inutili che deriverebbero da un discorso di questo tipo rapportato all’Italia mi fa desistere.

  2. Beh, non c’e’ nessun caso mi pare, il comunicato del Mucchio e’ una non-scusa sintetizzabile con “eh, oh”, fine della questione.

  3. Asharedapilekur, lo prendo come augurio che si riesca a quasi raddoppiare le vendite a Rumore 🙂

  4. Ma io arriverei addirittura a ipotizzare che è talmente brutta la musica, c’è talmente poco da dire, insomma, che non è possibile fare una rivista bella e interessante

    Cioè ok dai l’evento clou dell’anno è l’uscita del disco di St Vincent – e questo a livello mondiale, tipo. Ci rendiamo conto?

    Vabbè. Buon weekend.

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