SOSPESI NEL VUOTO BRUCEREMO IN UN ATTIMO E IL CERCHIO SARÀ CHIUSO

stormo

In un numero della rivista “I Misteri”, edita dalla Cioè a metà degli anni ’90, c’era un pezzo scritto tutto intorno alla foto di una poltrona di quelle a fiori che avrà visto almeno un paio di mondiali di calcio e un sacco di Videomusic mista a Western e Umberto Smaila. Sulla poltrona c’era del lerciume nero, fuliggine collosa, viscera fusa e il pezzo parlava di un tizio che ci si era sciolto sopra per autocombustione. I Misteri era bello perchè ti buttava lì le cose senza parlare in scientifichese, se compri una rivista di parapsicologia e cose così che cazzo te ne frega della scienza e delle formule: ti frega solo della storia, avevano capito TUTTO. E la storia te la ricamavano bene. C’era sto vecchio americano arrabbiato col mondo che durante un talk show televisivo ha preso fuoco. Lo stress e l’esasperazione nervosa avevano accelerato le particelle del suo corpo ad un punto che avevano preso fuoco spontaneamente. Una scintilla causata dal giramento di coglioni, dipinta come la risorsa ultima del genere umano per garantire l’evoluzione definitiva -come autodifesa dal mondo esterno- in una mucosa nera sciolta: filava come ragionamento.
E allora, quanta gioia nel recuperare l’argomento e il bel ricordo dell’autocombustione, del bruciare privatamente senza far danno a nessuno, pacatamente scomparire senza finire imprigionati in un’urna.
E che cazzo di gioia far partire il disco di uno di quei gruppi che sono in giro da un bel po’ e hanno fatto a pezzi tanti di quelle ossa in giro per i centri sociali (chi se li ricorda nel ventre rovente dell’Ultimo AntiMtv Day) scoprendo che è un quasi concept album legato all’annichilimento da fiamma, più o meno figurato. Gli STORM{O} fanno il disco nuovo nello studio di Riccardo Pasini, una costola dei The Secret ed Ephel Duath, lasciando giù un titolo come SOSPESI NEL VUOTO BRUCEREMO IN UN ATTIMO E IL CERCHIO SARA’ CHIUSO che sa già di carica a testa bassa.
Quindici tracce di hardcore da mannaia sulle dita, veloce ma spesso, parecchio spesso, che quando parte l’intro sai già che finirai a faccia ingiù nella merda. E se la tua faccia non va alla merda allora sarà la merda che arriverà alla tua faccia, come diceva quel proverbio là. E succede che ci si ritrova disintegrati quando parte D’Istanti, il pezzo che ti tira giù con il peso di mille vanghe sulla schiena, quattrocentoventi secondo la questura.
Quello che è successo l’anno scorso con i Marnero, vale a dire la riaffermazione assoluta dopo un disco clamoroso, a sto giro DEVE succedere agli Storm{o} perchè di gente che ancora sa fare dischi pesi con questo tiro e quelle cose dette in quel modo lì ne abbiamo bisogno.
Quindi io vi dico che SOSPESI NEL VUOTO BRUCEREMO IN UN ATTIMO E IL CERCHIO SARA’ CHIUSO è un po’ come l’autocombustione, è un gesto di regressione materiale necessario, dovuto e doloroso ed il sollievo stà nel passare da animale eretto a fango pesto: lo potete tirare giù gratis da qua, ma dato che si tratta di una cosa spessa e messa in piedi con la collaborazione di svariati capi di tutto (Shove, Dischi Bervisti, Fallo Dischi, La Fine, Here and Now! Records, Left Hand, Epileptic Media e Desordré Ordonné) direi che se non spendete dieci euro per il vinile vi potrebbero crescere dei cazzi al posto dei pollici. Se invece ne spendete quindici per la versione serigrafata a mano (limitatissima, 40 copie) artigianata da Storm Records nessun bullo vi toccherà mai più mentre andate a scuola.

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