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Benzina
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PENTAGRAM – THE MALEFICE
I Pentagram del Cile (non quel Cile) tirano fuori un paio di demo infernali verso la fine degli anni 80. Siamo in zona protodeath o giù di lì. La gente al tempo era in fotta coi Sepultura e dunque nessuno se li cagò manco di striscio. Ora guai a nominarli i Sepultura, e dunque viva i Pentagram – com’è giusto che sia. The Malefice è un doppio: il primo disco che è il nuovo disco dei Pentagram (voto: DAJE), mentre nel secondo disco vengono appositamente riregistrati tutti i vecchi brani del gruppo. Qualcosa del genere avevano fatto gli Exodus con Bonded By Blood, tempo fa. L’operazione è uscita meglio ai Pentagram, ad ogni modo. La storia importantissima è che comunque i Pentagram del Cile valgono diecimila volte più dei Pentagram U.S. e vaffanculo al doom sciapo, insomma.
DEMILICH – 20TH ADVERSARY OF EMPTINESS
Non il disco della reunion dei Demilich, bensì una ristampa di Nespithe più bonus tracks. Detto ciò, mi preme sottolineare che, a dispetto del titolo nonsense (in pieno stile Demilich), si tratta dell’operazione più imprescindibile del 2014 tutto (la sparo grossa giusto per darmi un tono) (si può dire più imprescindibile?). Alla faccia brutta di tutti i Cynic del caso (che non a caso ci abbottano i coglioni con un disco nuovo pure quest’anno), il death metal progressivo è sempre stato qui: le vocals vocoderizzate da conversione immediata alla chiesa dell’eutanasia possono andare beatamente a farsi fottere quando entra nella casa Antti Boman, il tizio che trovate sul vocabolario alla voce GUTTURALE. No, anzi, alla VOCE GUTTURALE. Capito?
Tra l’altro qui si apre quasi inevitabilmente una specie di parentesi sul tema caldo dell’anno (nel mio universo parallelo è il tema caldo dell’anno), che per l’occasione battezzerò come THE GREAT SCANDINAVIAN DEATH METAL SWINDLE: gente che si è venduta più o meno bene (quest’anno tornano in pista gli At The Gates, non so se avete sentito) e gente che si è venduta molto male – e, non a caso, non se l’è comprata nessuno. Giusto per rimanere in Finlandia c’è chi di questa cosa del non essere death metal/contaminarsi è comunque bello/essere fighi è sempre meglio ne ha fatto una cifra stilistica (CIFRA STILISTICA) – tipo gli Amorphis, famo a capisse, che magari prima sorvoliamo ma ora proprio dai cazzo. Poi riascolti i Funebre di Children Of The Scorn e dici fanculo, anche qui famo a capisse, il tutto comunque è troppo lungo per essere trattato in poche righe, prendere parte è inutile ma individuare quali sono le parti è indispensabile, penso, la chiave di lettura (CHIAVE DI LETTURA) risulta comunque questa cosa che ha scritto Kekko recensendo l’ultimo Carcass, penso: “Quello che spaventa è che i Carcass sono la precisa cristallizzazione di un momento storico, un momento in fieri per giunta, in cui la musica rock stava chiedendosi da che parte andare e ha avuto le palle di darsi delle risposte prima di pensare se fossero giuste o sbagliate.” (corsivo mio) (CORSIVO MIO)
CYNIC – KINDLY BENT TO FREE US
“It’s almost like, I don’t know how to explain it, but if I had to put it in a box it’s more sci-fi, futuristic and alien but at the same time very song-driven. It’s kind of like, to me, coming into CYNIC’s body more. It feels very modern and at the same time it just feels really cool. I’m big in the space. It’s definitely new. It’s not like anything we’ve done before. It’s a new color, a new space. I think people will really take note of even the guitar stuff.”
Paul Masvidal su Kindly Bent To Free Us (grassetti miei)
“L’Arte non mi conosce. Io non conosco l’Arte. Stai davvero recensendo l’ultimo Cynic?”
Tristan Corbiere
AMPUTATED – DISSECT, MOLEST, INGEST
Torniamo nei ranghi.
Questa roba è semplicemente il motivo per cui continuo ad ascoltare dischi: originalità zero, canzoni tutte uguali, la botta, il gore. Leggo che nel gruppo c’è stato di recente un cambio di lineup, non me ne frega un cazzo. Ah già: il genere è BRUTAL, giusto per essere chiari.
DEROGATORY – ABOVE ALL ELSE
Categoria: old school tutta la vita. Roba buona e a tratti ottima, in particolare quando emerge una certa somiglianza coi Morbid Angel degli esordi (abbastanza carini i primi). E mica cazzi, voglio dire.
SOPHIE ELLIS-BEXTOR – WANDERLUST
All’inizio dei 2000 esce Murder On The Dancefloor, che adesso non è nulla, solo un ricordo, la colonna sonora di un periodo insieme ad altre cose che adesso non sono nulla. Un tizio mi spiegò una volta che la colonna sonora, tecnicamente, è tutto l’audio del film: non solo la musica, ma pure il resto – incluso il fruscio delle foglie sull’inquadratura degli alberi in autunno, per capirci. Ecco, Murder On The Dancefloor è quel fruscio. Sophie Ellis-Bextor rimane quella canzone e basta, roba che comunque non importerà a nessuno fino a quando non verrà riproposta da Carlo Conti in prima serata (in piena ottica NOSTALGSTER) e tutti a sgranare gli occhi ripensando a cosa accadeva nei primi 2000 e costa stavamo facendo e così via. Bah. Ad ogni modo, vi confesso che non ho ascoltato tutto il disco nuovo di Sophie Ellis-Bextor – quello che starei suppostamente recensendo – ma soltanto una canzone. Si chiama Young Blood e pare sia il singolo. E’ una cosa talmente triste che mi è passata la voglia di andare avanti. Triste in tutti i sensi: è una ballad, tipo, e dunque la tristezza. Ma anche: che due palle, tipo, e dunque la tristezza.