I gruppi di cui scrivo oggi non hanno legami artistici tra di loro, o ne hanno di molto modesti, ma hanno
1 abitato/operato in Romagna per un certo periodo della sua vita, in alcuni casi lo fa ancora;
2 avuto qualche tipo di contatto con me, che va dall’avermi incrociato per sbaglio una volta per strada all’avermi cucinato un pasto o scritto un’email all’aver provato a staccarmi la testa con una motosega. Anche se in realtà nessuno di loro ci ha mai provato.
SYBIANN – SPORE
I Sybiann sono partiti come una specie di gruppo wave-tristone stile (boh, i soliti), e già allora erano una spanna sopra gli altri gruppi del genere (fondamentalmente per via di un batterista di impostazione Dale Crover che menava come il cristo). Tipo: in passato avevamo messo qui dentro un loro disco in fridaunlò. Ora, i Sybiann hanno senz’altro il problema di evolversi in un modo non troppo eccitante, nel senso che -un lustro dopo- l’ultimo disco del gruppo arriva a una classicissima mutazione da rock scuro con la cassa a cassa con il rock scuro a (supponiamo) solo-cassa con due pezzi più solari e qualche remixone, ma bisogna anche guardarsi un attimo nelle palle degli occhi e registrare il fatto che segnali di quel che sarebbe stato Spore sono presenti in tutti i dischi dei Sybiann, e che soprattutto Spore è ispiratissimo e coinvolgente, e ha pure dentro un remix (figo) di Daniele Baldelli. Il che, per un gruppo romagnolo, vuol dire una precisa scelta di campo che è anche importante e non necessariamente scontata. Il tutto sull’onda di un disco dinamico in un modo che i Liars dell’ultimo (non so perché) acclamato Mess se lo sognano.
SIN/COS – PARALLELOGRAMS
A dire il vero Maolo Torreggiani non è proprio della mia terra, ma ha fatto il cuoco all’Hana-bi e a metterlo qui mi risparmio di doverne parlare in separata sede. Il progetto Sin/Cos credo sia figlio del tentativo di mettere insieme i POPPONI dell’epoca My Awesome Mixtape con l’anticonismo di Quakers and Mormons: sulla carta i tentativi di Maolo Torreggiani sembrano sempre merda di cane, poi li ascolti ed è sempre e comunque roba bellissima da ascoltare e più figa e sensata di quanto sembrerebbe sulla carta. Suppongo che questo renda Maolo un genio, o quantomeno un musicista con una visione più ampia di quella di quasi tutti gli altri musicisti e blogger musicali, presenti inclusi. Davvero, un bellissimo disco.
GODBLESSCOMPUTERS – VELENO
Lorenzo Nada, ex Lato Oscuro della Costa e Delitto Perfetto, tra i dj più scafati che abbia mai visto all’opera. Collabora anche al disco di Sin/Cos, la roba a nome Godblesscomputers è più orientata su certi ritmi frantumati (non sapendone un cazzo direi Burial), sembra poter essere la volta che fa il botto. Diciamo che se certa dubstep suona come passeggiare in giro per le stazioni della metro di Londra, Veleno mi suona come il corrispondente invernale in riviera romagnola. Girare per cittadine balneari deserte tra spazi aperti desolati nella speranza che la coppia di maschi che ti sta venendo incontro non abbia cattive intenzioni, e non ne ha quasi mai, ma l’inquietudine mica puoi spegnerla col bottoncino.
NOBRAINO – L’ULTIMO DEI NOBRAINO
Credo di aver parlato di persona, una volta, con il cantante dei Nobraino. Era un sacco di tempo fa, i Nobraino erano già i Nobraino ma non ancora I NOBRAINO e io li avevo cacati di striscio e liquidati come la classica merda da cantastorie di cui la Romagna è piena imbullonata, o quantomeno più satura di quanto io immagini siano le altre regioni italiane a parte forse il Salento. Insomma siamo in questo posto e alcuni amici di amici me lo presentano e io ci chiacchiero per dieci minuti, questo è vestito come IL POETA e stiamo parlando di ARTE e in linea di principio quando finisco in queste conversazioni inizio a sfottere la persona dandogli da credere di no. “Eh, infatti, osta”. Questo tipo invece, vestito come IL POETA e con cui sto parlando di ARTE, sembra comunque una persona intelligentissima e scafatissima e ti guarda con questi occhi tipo “non dirmi stronzate generiche o mollo questa chiacchierata”, però in modo cordiale. Magari era lui a sfottere me, o era semplicemente preso bene dall’idea di avere una conversazione, o non so che altro. Così, una bella chiacchierata su certa roba generica, io che penso “cazzo spero di ribeccarlo in giro, magari mi riascolto pure il suo gruppo”. A un certo punto, qualche anno dopo, ho scoperto che i Nobraino gonfiavano da tempo i posti in cui andavano a suonare. Non ricordo cosa ho pensato e non so dire, oggi, se la differenza tra i Nobraino e gli altri gruppi clochard-folk (o qualunque sia la definizione) sia che il cantante dei Nobraino sembra una bella persona, ma mi piace pensare di sì, e che in qualche modo questa scintilla si faccia sentire anche da un pubblico specializzato in patchanka e robe così. Ad ascoltare il nuovo disco ci ho provato, e purtroppo continuo a considerare il gruppo una raccolta di luoghi musicali italiani in cui non desidero MAI trovarmi, ma è solo il mio gusto; e per come mi vanno adesso le cose credo che tutto sommato una bella conversazione valga almeno tre bei dischi.