Il titolo dice tutto, dal nome che si sono scelti già sai com’è qui. Non è comunque soltanto una questione di devozione verso il prototipo: tutt’altro che calligrafici, nei Vandal X l’assalto frontale è triplicato, niente blues solo bile, pura sopraffazione. Batteria da rito tribale, chitarre taglienti e scartavetrate come manco nel più incarognito dei bricolage, una voce che nove volte su dieci è filtrata e distorta a livelli da far sembrare Jacob Bannon un eunuco. Il primo pezzo si intitola Fuck’m all, il secondo Wish you away, e via andare. Esistono dal 1994, non spostano di un millimetro le sorti del genere, ma le loro martellate in faccia sono di quelle che chiunque abbia a cuore questa cosa vorrebbe sentire ogni giorno.