cose che escono raramente: IL NUOVO ALBUM DEGLI SHELLAC

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Girava una storia, suppongo falsa, secondo la quale Patti Smith a un certo punto era sull’orlo del suicidio e ha rinunciato per non perdersi il prossimo disco degli Stones. Suppongo che negli anni settanta questa cosa avesse un senso, non lo so. Io sono nato e cresciuto nell’epoca del sovraccarico di informazioni, qualcuno ci ha scritto dei trattati, qualcuno proietta delle news a caso sul maxischermo suonando nei palazzetti, qualcun altro se ne sbatte bellamente il cazzo e di solito vince le conversazioni, perché il mondo è in mano ai disillusi, alle merde, ai professionisti dei selfi su instagram e agli autori di serie TV inglesi autoconclusive. Per quelli che hanno trovato nella musica una ragione di vita, un altro branco di poveracci, la crisi artistica degli Stones è stata superata agevolmente da un calendario sempre più fitto e scriteriato in cui gruppi che nel quadro generale hanno poca o nessuna importanza suscitano sentimenti violentissimi ed una fotta scriteriata. Esce il nuovo disco dei Supersuckers: EHI! cristo! I fottuti SUPERSUCKERS!! Qual è la STREET DATE? È già uscito il LEAK? Abbiamo un ADVANCE? Così, insomma, per 24 minuti la notizia dell’ultimo disco dei Supersuckers diventa il motivo per cui andiamo avanti. Poi magari dobbiamo lavorare e nel pomeriggio è già uscito fuori un nuovo singolo di tendenza, e cose così. Tutto sommato è lo stesso processo alla base della tossicodipendenza: il tossicodipendente tende a dare botte di coca con una frequenza sempre maggiore e ad ogni nuova botta il picco è sempre più basso, fino a che diventa una routine e poi insomma, bla bla bla. Due giorni fa ero in uno stato di euforia terminale per l’arrivo di un nuovo singolo di ANNA, che sarebbe Anna Tatangelo ma ora si fa chiamare solo ANNA in parte perché il cognome sa un po’ di sfiga (non sto giudicando nessuno, sia chiaro, io di cognome faccio Farabegoli) e in parte forse per essere presa per una che esce da un talent. Dicevo, il nuovo singolo di ANNA è scritto da Kekko dei Modà ed è un tipico pezzo Modà, quindi diciamo Canzona pop italiana ultra-tirata meets casse frigide, in attesa di una svolta Airys già promessa un po’ ai tempi di Occhio per Occhio. (la fregatura rispetto a Syria/Airys è che ANNA è un palindromo) (e la svolta Airys non è ancora rientrata del tutto, pensavamo fosse un calesse e invece Syria ha casse anche nel suo ultimo singolo) (bruttino, diocristo Syria, pompa in quelle cazzo di casse). Due o tre virtuosismi vocali e via andare. A volte l’attesa febbrile per il nuovo singolo di un artista può durare anche meno di così, tipo da quando Pop Topoi annuncia l’esistenza di un singolo a un minuto e mezzo dopo che Pop Topoi ha postato il video del singolo stesso.

Nell’ordine generale delle cose, dicevo, non è così importante l’uscita di un disco. Gli Shellac (of North America), gruppo composto da Steve Albini, Todd Trainer e Bob Weston, lavorano da anni ad un successore di Excellent Italian Greyhound: sappiamo diverse cose del disco da tempo. La prima è che si chiamerà Dude Incredible, la seconda è che contiene nove pezzi, la terza è che è stato registrato nei ritagli di tempo. tutto come al solito.

Quando uscì Excellent Italian Greyhound fu un piccolo evento, oppure no. Si sapeva che sarebbe uscito, che era un disco degli Shellac, tutto come al solito. Conteneva musica buona, più o meno come tutta la musica contenuta nei dischi degli Shellac, che non avrebbe cambiato il mondo e non avrebbe –in fondo- nemmeno rivendicato chissà quale fierezza ideologica. Gli Shellac esistono in un universo cognitivo parallelo nel quale è tutto tranquillo e rilassato. I dischi escono quando sono pronti. Il gruppo non va in tour per promuoverli, né fa uscire dischi per trovare la scusa di andare in tour. I concerti sono fatti più o meno sempre delle stesse gag e delle stesse scalette. I concerti impegnano il gruppo per qualche settimana l’anno, sono gestiti in prima persona allo scopo di creare meno stress possibile, e via di questo passo. Per gli spettatori indie europei è una sicurezza sapere che comprando un biglietto per il Primavera si avrà l’occasione di assistere ad un concerto degli Shellac, per dire.

(intervallo: un video a caso in cui Steve Albini dice solo cose giuste. se non l’avete mai visto lasciatevi cambiare l’esistenza, oppure insomma, un ripassino male non fa)


Le cose che non si sapevano e che da ieri si sanno sono la copertina del disco, quella sopra, e la data d’uscita, 16 settembre. Questa la notizia di ieri. Poi s’è saputa la data di uscita del nuovo dei Goat, il quale pur se più brutto e meno esaltante nel lungo periodo sarà senz’altro più determinante per capire quale sorte toccherà alla musica popolare di frangia avanguardistica, e quindi la fotta è già divisa in due. E devo pure sbrigarmi a spingere il tasto pubblica che altrimenti succede qualcos’altro. Per certi versi il fatto che l’uscita del nuovo disco degli Shellac of North America sia solo un altro giorno nel calendario è la vittoria più grande di una battaglia per la normalità della musica che gli Shellac portano avanti con fierezza e dedizione. Bastonate esiste da cinque anni, cioè non ho mai avuto il privilegio di annunciare su queste pagine l’uscita del nuovo disco del mio gruppo preferito. Eccoci qua.

3 thoughts on “cose che escono raramente: IL NUOVO ALBUM DEGLI SHELLAC”

  1. “Quando uscì Excellent Italian Greyhound fu un piccolo evento, oppure no. Si sapeva che sarebbe uscito, che era un disco degli Shellac, tutto come al solito. Conteneva musica buona, più o meno come tutta la musica contenuta nei dischi degli Shellac, che non avrebbe cambiato il mondo e non avrebbe –in fondo- nemmeno rivendicato chissà quale fierezza ideologica. Gli Shellac esistono in un universo cognitivo parallelo nel quale è tutto tranquillo e rilassato. I dischi escono quando sono pronti. Il gruppo non va in tour per promuoverli, né fa uscire dischi per trovare la scusa di andare in tour. ”

    Tutto vero, e tutto che costituisce la ragione per la quale gli Shellac sono il peggior gruppo del mondo. Che noia, che rottura di cazzo. Nessuna posizione presa, mani avanti in eterno a dire “OH FAMO SCHIFO EH!”, basso profilo mesto e sconsolato. Una band da birreria proiettata sul mondo. Via da me, via, via.

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