La notizia rimbalzata negli ultimi trenta secondi ovunque, anche a chi si tiene alla larga dai migliori social network del pianeta, su questo nessuno è al riparo, è che Scott Walker e i Sunn O))) hanno avviato una collaborazione; il che, a livello puramente teorico, sarebbe come dire che il prossimo disco dei Darkthrone conterrà un featuring di Nonna Papera. Ancora niente di pronto, naturalmente, solo il logo e famo a fidasse. L’essenziale è bruciare sul tempo altre notizie di reunion farsesche, formazioni di supergruppi assemblati tirando a sorte, festival fuori da ogni costrutto o, per l’appunto, collaborazioni improbabili. Tempo diciassette secondi e la notizia verrà comunque fagocitata e inglobata nel Moloch di altre notizie di reunion farsesche, formazioni di supergruppi assemblati tirando a sorte, festival fuori da ogni costrutto o collaborazioni improbabili.
Non saprei dire con precisione quando il punto di non ritorno è stato raggiunto. Io quel momento riesco a retrodatarlo al 1999, quando Bruce Dickinson è tornato negli Iron Maiden (da allora reunion a pioggia, karaoke tour senza soluzione di continuità, nostalgia di default per qualsiasi cosa accaduta fino all’altroieri, napster, napster a pagamento, rapidshare, il ritorno del vinile, tutti che collaborano con tutti, il metal che non è metal ma sembra metal, il Primavera, i Pixies che non si levano dal cazzo manco con le bombe, entusiasmo di default verso zombi che ritornano come i supplizianti di Hellraiser, roba improponibile che dovrebbe generare interesse per non si sa quali algoritmi, sospensioni di incredulità o fedi dogmatiche, brutti loop di questo tipo che vanno a ripetersi ciclicamente, e via, inesorabilmente discendendo la china); in questo senso credo che ognuno abbia il suo personale punto di rottura. Come per l’eroina, a ognuno il suo trip. Quando la situazione sia diventata letteralmente ingestibile, invece, penso sia pacifico isolarla nell’ordine degli ultimi dodici/tredici anni. System overload. A quel punto le strade da percorrere sono poche: ritagliarsi un’oasi al riparo dalle brutture coltivando il proprio orticello, scremando di volta in volta come manco un esercito di speleologi condensato in una sola persona, oppure arrendersi incondizionatamente al flusso e lasciarsi portare dalla corrente. Altre non ne vedo.
C’è un pezzo mostruoso che sta su quel disco mostruoso che è Omega di Robert Hood; come tutti gli altri pezzi del disco non contiene mezza parola, ma mi fa pensare più di un sacco di altra roba alla deriva angosciante e totalmente fuori controllo che ha preso la cosa. Il pezzo si intitola Think fast. Chi si ferma è perduto.
Prima di leggere, quando ho visto l’immagine, per 1 secondo ho creduto fosse in arrivo il featuring tra sunnO))) e pino scotto
“A quel punto le strade da percorrere sono poche: ritagliarsi un’oasi al riparo dalle brutture coltivando il proprio orticello, scremando di volta in volta come manco un esercito di speleologi condensato in una sola persona, oppure arrendersi incondizionatamente al flusso e lasciarsi portare dalla corrente.” …mah, personalmente scelgo la seconda che hai detto… meglio divertirsi a stronzo o fare gli incazzati a vita?