
Deborah Iurato danzerà pure a luci spente, ma la nostra danza nel traffico di Roma (traffico? Ad agosto? Sì, perché il piano di sterminio dei cittadini romani ha previsto, per quest’estate, la chiusura di tutte le vie che connettono Roma Est con qualsiasi altra parte della città, ad eccezione dell’imbuto mortale della Via Casilina Vecchia, circa cinquecento metri percorribili in una quarantina di minuti, in media) è resa ancora più angosciosa dalla luce solare che fa risplendere le locandine del prossimo concerto di Deborah Iurato all’Atlantico. Ora, io non ho niente contro Deborah Iurato (bugia: ho tutto contro Deborah Iurato, contro i suoi occhiali demmerda da borhipster, contro i suoi capelli sporchi, contro il suo aspetto generico che urla GAVETTA e MARIA, contro il chiamare “gelato” il microfono – un fatto comunque imputabile a lei -, e contro il fatto stesso che io non ho la minima idea di chi sia, ma al tempo stesso sono indotto da questa società malata a ritenere, con bassissime possibilità di sbagliare, che sia un PERSONAGGIO TELEVISIVO e che sia, più precisamente, la VINCITRICE di un TALENT SHOW), ma mi chiedo come sia possibile che l’adorazione di Satana perpetrata nei fatti (cioè essere una persona come Deborah Iurato, o occuparsi di lei) comporti un tale disprezzo del bello – perché è ovvio, qui non si tratta di non essere dotati come progettisti grafici, qui c’è un disegno preciso di ricerca di font brutte (e il più varie possibili all’interno dello stesso manifesto), foto mal scelte e impaginate a cazzo, totale e consapevole ignoranza delle gerarchie dei testi inseriti. Che poi, Diobono, la Corea del Nord, per dire, sarà pure una dittatura orrenda, ma hanno un gusto della madonna, come sempre hanno avuto i comunisti. Invece i Mario Monti, gli UDC, gli avvocati in generale indossano cravatte lucide da matrimonio, e producono i più brutti manifesti che siano mai stati affissi sui muri. Poi dici che uno non spende sette euro al giorno alle macchinette del caffè.
Deborah è molto brava, ha una voce pazzesca. Peccato che abbia intorno una discografia mangiasoldi che macina finché può, presto la manderanno nel dimenticatoio e arrivederci!