Una canzone decente di Mark Lanegan

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“In uscita il 25 agosto 2014 via Soil, Vagrant e Heavenly Recordings, No Bells On Sunday è il nuovo EP della Mark Lanegan Band. Il 12” anticipa l’uscita di un nuovo lavoro dal titolo Phantom Radio in uscita nell’autunno del 2014. Ad anticiparlo, il brano e videoclip di Sad Lover.” L’ho copiata pari pari da SentireAscoltare e ASPETTA UN ATTIMO, ricominciamo. Quanti dischi vende Mark Lanegan oggigiorno? Che senso ha ANTICIPARE di due mesi l’uscita di UN DISCO che sì e no verrà scaricato e ascoltato a metà, che tanto le opinioni di chiunque ne possa avere sono già pronte da anni, con UN EP di cinque pezzi? Non conveniva buttare direttamente sul mercato il disco con tre pezzi in più e tanti saluti? Boh. In ogni caso il disco si chiama come la canzone numero 2, e c’è anche il videoclip della canzone numero 3. Nessuna delle due canzoni aggiunge o toglie qualcosa a ciò che Mark Lanegan ha detto in passato (un’espressione molto usata nella critica contemporanea che vuol dire che mentre ascolti i pezzi ti sta sbadigliando via il culo). La traccia che apre il disco, invece, è una delle poche cose serie messe insieme dall’Uomo nell’ultimo decennio. Si chiama Dry Iced e consiste nella solita cantilena blues al minimo sindacale, con l’aggiunta di qualche ammennicolo sintetico e una cassa drittissima dopo un minuto. Non è tanto l’atto quanto la potenza: mostra un futuro possibile. Quello di un uomo sconfitto e preso a calci dalla vita che vaneggia su un beat ossessivo e scarnificato modulando la voce poco o niente. In due parole: ALAN VEGA. Naturalmente nessuna persona con un briciolo di sanità mentale vorrebbe diventare Alan Vega, e il nuovo disco di Mark Lanegan sarà il classico pappone blues sporcato di elettronichina DEL CAZZO, non dico l’elettronichina, dico la musica in generale (Blues Funeral era un disco DEL CAZZO, qualche amico mi ha convinto a riascoltarlo un paio di volte dopo che l’avevo bollato come disco debole e noioso, cioè in prospettiva l’avevo valutato molto meglio di quanto in realtà avrei dovuto) (è proprio roba debole, svuotata di ogni umore, neanche più pilota automatico; springsteenianamente parlando è tipo una macchina parcheggiata in quella piazzola di sosta senza autogrill sull’A1 verso Modena con l’autista che sta pisciando dietro un albero). E se Mark Lanegan deve toglierci pure il gusto dello sbrocco e del LOL gratuito, insomma, tanto vale tenersi il presente in potenza di un pezzo come Dry Iced, che almeno fa risuonare qualche corda.

One thought on “Una canzone decente di Mark Lanegan”

  1. vorrei parlarne malissimo per l’oretta scarsa dell’anno scorso a villa Arconati, al minuto 56 parte Metamphetamine Blues, movimento sotto il palco, pare si cominci a divertirsi, impossibile sia un bis, invece ciaograzie, il tutto a tipo 40 euro, ma sono talmente contento di aver trovato finalmente uno che dice la verità su Blues Funeral che mi contengo. Comunque bene il disco con Duke Garwood anche se con le sue pause, male il disco di cover dell’anno scorso, che rivalegga in bruttezza con la cagata fintofilologica del rincoglionito Neil Young (per inciso, uno che nella sua incessante ricerca di non si sa bene cosa dovrebbe trovare qualcuno che gli dicesse di piantarla una buona volta, che davvero basta), tirando la riga rimane un grande interprete che ha bisogno di qualcuno che gli scriva le canzoni, e anche alla svelta

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