“Mi fa schifo al cazzo /E al contempo mi piace
Che miracol è mai questo?”
(William Shakespeare, Le prostituresse)
Marcette e fischietti hanno rotto il cazzo. Ma no mò: da mò. Da quando, forse, il pensiero repubblicano classico, dove Repubblica è il giornale e loden e sciarpe rosse si indossano anche in estate, non ha trasmesso alla feccia nota come CONSUMATORI CULTURALI l’idea che tutto ciò, insieme alla parola Africa letta Àffrica faccia arte, resistenza, questione morale.
Parliamoci chiaro: Fenoglio lo hanno fatto fuori i fascisti (tutte le malattie sono fasciste) e Berlinguer era un boro arrogante, bravo a parole – se piacciono gli shithole speeches -, che la fìa alla fine, come fanno sempre questi, l’ha imbucata alla stragrande.
Cioè questo disco, che è uscito in realtà mesi fa e che sorprendentemente, per essere di Conte, è pieno di roba tipo le Langhe, l’Argentina, e marcette sghembe, e musichine rétro (un recupero deliziosamente Gozzaniano, direi se di cognome facessi un paese del nord), è puro e semplice degrado morale, abbandono delle periferie, manipolazione delle coscienze e massacro dei Melii da parte di gente convinta a torto di essere superiore.
Il fatto è che oggi noi, noi esseri umani dico, siamo stremati e esausti dai soliti consigli per gli acquisti spacciati per altro: sappiamo che il fascismo è stato sconfitto ma i fascismi no (se no che ti lotti, se no che ci vai a fare all’Auditorium); siamo ben consapevoli di far cagare, soprattutto se italiani – è il tema fisso della rubrica di Gramellini da Fazio, e di essere perfettamente descritti da aggettivi come cialtrone. Ma io qui, in queste poche righe volgari, sostengo con forza che faremo pure cagare ma non così tanto, non come Paolo Conte.
Da comprare in più copie possibile, per toglierlo dalla circolazione. Voto: meno di zero.
E di cialtronaggine Gramellini se ne intende un sacco, tipo quando mi disse che era un peccato io fossi nato dopo che gli feci notare su FB quanto fa cagare il suo senso dell’humor, e dopo che rompe i coglioni mattina sera coi suoi buoni sentimenti edificanti amorosi che si bevono le sue lettrici oche, e vabbuò, furbo, ci campa su. Volevo dire,
finalmente qualcuno che mi demolisce un po’ il Conte, ‘n’artro che se non ti ci spertichi di lodi invece che darti addosso le lettrici lo fanno le ascoltatrici.
bel post, però dai, rispetto a Elegia, Psiche e Nelson mi è sembrato di percepire qualche miglioramento
Comunque sono sorpreso dal fatto che pare non si capisca che a me il disco piace e ho anche già preso i biglietti per il concerto di Conte all’Auditorium
soccia, che cafone!