In questa nuova rubry la mia mission sarà produrre per il market della muzik bastonate delle rece a grappolo su dischi che mi piacciono e di cui non vedo bomber che ne parlan poi troppo, o magari ne parlan’a caso sbagliando tutto, gli stronzi (nel senso di bomber). La spiegazione del nome controverso di questa rubrica (nome che odio e che mi viene voglia di ammazzarmi ogni volta che lo leggo) la rimando al disclaimer che ho posto a fine rubrica. Difatto per farvi un favore agli occhi questa mia rubrica da oggi in poi sarà abbreviata in L.S.D.SiT che fa molto mix tra la famigerata droga LSD, quello secco dei fumetti secchi toscano li, il sith che è in te, e la roba LGBTqUeeAr, e quindi è turbophuturo zigoviaggiare.

Per questo primo numero di LSDSiT ho deciso di selezionare tre release italiane che mi hanno sfaciolato nel genere copertine in bianco e nero e di stile eleKttronica, oggi quindi tratteremo di suoni e armonie di disegno che si spandono nell’aere attorno a noi e di ritmi camionabili che fanno reboare il nostro corpo, o di tutte e due le cose insieme.

Iniziamo con il nuovissimo disco di Panoram, Background Story, uscito proprio in questi giorni sulla sua nuova etichetta Wandering Eye e interamente ascoltabile qui. Panoram (giovane esponente elettronico di Trastevere+Città del Vaticano) era già stato autore di uno dei DISCHIDIO2k14 grazie ai bozzetti chilloni di Everyone is a Door che tappezzarono le pareti della nostra stanza di molteplici porte sonore su cui posare uno sguardo fugace. Stavolta in questo nuovo LP la porta sonora è una sola e le composizioni si svolgono in maniera più dilatata. Ogni paesaggio sonoro viene così approfondito e percorso con calma, come ci fa capire la puntura mentale dell’intro: due minuti e 21 di melodia spacey synth filtrata tipo chitarra wah funkadelica sciolta nell’oppio. Ci si adagia così subito in quell’atmosfera da tardo meriggio primaverile moody “nu poco chiove n’atu ppoco stracqua” e che dalla successiva drogatissima There Was a Hole in Here (come se una band astratta suonasse un umido trip-hop, quasi una via parallela alle ballade di casa Brainfeeder) ti porta in un bellissimo posto, li, fuori, nel giardino deep della nostra mente (sarà questa la background story del disco? boh chissà). La seguente Black Milk Shower sembra quasi una canzone, con campione vocale che mano a mano si intona artificialmente facendosi spazio in un rallentato/alienato breakbeat alternativamente denso o sospeso. Un qualcosa che, per concludere il giochino scemo dei paragoni, somiglia a ciò che avrebbero potuto essere gli Air sul secondo disco (forse il mio loro preferito), ma che gli riuscì a metà. Il resto del disco, che viaggia sempre su una realtà parallela da sviaggio oltre l’horizon radar, lo lascio scoprire a voi! Tanto lo streaming sta li, sedetevi comodi e a farvi perdere in maniera corretta ci penserà Background Story, che se non l’avete ancora capito il secondo DISCODIO di fila da parte di Panoram.

Vi siete rilassati coi panorami? Bene, ora beccatevi i turboblasti footwork-junglati di Lynch Kingsley (giovine sbassoa specialist da Roma) e del suo nuovo ep Make Your Love. Dalla jungle pesca gli strati vorticosi e il coinvolgimento melodico, dalla footwork triplette di kick e bassi a non finire e choppettate di voce. Operazione non dissimile a quella approntata con successo da Machinedrum e Om Unit (e infatti troviamo proprio quest’ultimo a remixare la frenetica title-track donandogli spazi ritmici più dilatati), ma Kingsley dirige il tutto in maniera più frenetica e febbrile, quasi recuperando lo spirito da Rephlex Party. Da seguire attentamente perché da qui si prevedono begli sviluppi di phuturi verdei!!!

Se come me siete fissati con i RIDDIMS dell’asfalto skrokkio (chessò il primo flylo, madlib, kxnlwdge) sparatevi a cannone lo streaming di questa prossima uscita (in cassettina o digitale su bandcamp) della Korper/Leib, giovine etichetta napoletana che si ok fece uscire come prima cosa uno split con il mio gruppo (i rainbow bblindarls), ma non è per questo che vi sto spingendo sto disco. Vi spingo Eks e il suo disco/cassetta/streaming perché stiamo su bastonate e questa raccolta di SGRAKKIO NAPOLI TRIP BEATS recupera lo SKRANNO dei nastri sfilacciati e dei cavi sfrigolanti del noize che tanto ci/vi piace, nel contesto perfetto dei pisello riddims. In un pezzo come Kat.a. 201 sembra di sentire i Wolf Eyes jammare con un beatmaker dubbone, TRIP MENTAL!! Non sempre però tendente al noize, Eks crea i suoi beats da suoni e rumori in maniera tipo fumo free jazzo, sviluppo denso asfalto che si scioglie, skrikkiolii dei palazzi, motorini, caciara, stordimenti vari. Praticamente la Stones Throw a Napoli, quindi più incasinata e più rumorosa. Spero che con sta roba Eks inizi a farsi notare anche al di fuori dei pikkiomaniaci come me e con esso tutto il ritmo rais napulitano che continua ingiustamente ad essere iper underground pur essendo di qualità tikiliziosa!
**DISCLAIMER SBATTI SITUA**
Ho usato le due parole “italiane” che odio di più al momento SBATTI e SITUA, così finalmente mi libererò del loro fastidio dentino/fonico riversandolo su voi lettori di Bastonate. In più ste due parole rappresentano benissimo il fatto quanto io mi SBATTI per raccontarvi la SITUA, rappresenta pure benissimo il concetto assurdo dello SBATTIMENTO DEI GRUPPI (che non mi è mai interessato misurare, anzi, meno ne so meglio è) e sostituisce il concetto di SCENA (che in italia equivaleva a fare cacca beetroots o arte finta con la scusa che però prima “oh ma quello suonava punk hardcore eh!”) con il concetto molto più schifoso e fastidioso di SITUA. Che poi SBATTI lo odio solo perché qui al SUDDE sta mefistofelicamente sostituendo il bellissimo lungo e scazzato SCOCCIATURA/SCOCCIARE con un inedito nervosismo tronco che mi mette un ansia allucinante e sta parola viene usata sempre da Simne (il matemago veneto con cui condivido la situa nel project “rnbw sbatti”) per darmi fastidio e quindi insomma riconosco che è un problema mio che sono dilatato e pigro e mi piace troncare le parole con un più brioso UE’ invece che col TTI e che al nord SBATTI può legittimamente essere usata nella normalità e non causa fastidio, MA SITUA? SITUA MADONNA MIA CHE PAROLA DI MERDA PORCOILCLERO!!!! MA NON VI VERGOGNATE ANCHE SOLO A LEGGERLA?
Grandissimo articolo! Bravo!