Ai Verdena si è rotta una Fender Jaguar durante un concerto, e il gruppo ne ha chiesto una in prestito per il concerto successivo. Non ci sarebbe niente di strano ma la cosa si è un pelo ingigantita, fino al punto che ogni persona in Italia con più di settanta dischi e un profilo Facebook si è sentita di dover dare un’opinione sulla faccenda. A brevissimo si è scoperto che la Jaguar si è rotta perché, ehm, il chitarrista l’ha scaraventata a terra per via di qualche casino con i suoni, o non so manco io cosa. La gente ha mischiato gli immaginari, un po’ alla romana, addosso a Ferrari –quei momenti in cui abbi rispetto per il tuo pubblico si mischia a te credi Pete Townshend e dà l’immagine della rockstar bizzosa. Il problema non è il singolo sfogo di bile: ci sta che una persona che scazza sul palco ti stia antipatica, io per primo non sopporto quando succede, ma tutto sommato è un astio che posso controllare sparandomi una pippa di tanto tanto e -nel caso specifico dei Verdena- non andando ai concerti dopo aver assistito a un paio di scene infelici una quindicina d’anni fa. Ma diosanto, alla fine di tutto hanno chiesto una chitarra in prestito per una sera. Io stesso ho fatto cose peggiori. In effetti ne ho fatto una anche questa settimana: chiedere (nel gruppo wazzapp dei miei vicini) se qualcuno fosse potuto passare a prendere lo zainetto di Hello Kitty di mia figlia, che la mia morosa aveva lasciato in biblioteca; uno dei vicini ha risposto di sì, è passato dalla biblioteca e me l’ha fatto trovare davanti alla porta di casa, beccandosi un grazie come ricompensa. Lo zainetto conteneva tre Barbie degli anni ottanta di cui due con la testa mozzata, e se qualcuno dei vicini avesse saputo questa cosa mi avrebbe dato della rockstar bizzosa. Nessuno di loro, tuttavia, ha sentito il bisogno di avere questa informazione. Bisogna arrendersi ad un altro fatto, piuttosto: i Verdena tirano fuori il peggio di noi.
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Già che stiamo qua a parlare di musicisti simpatici, c’è un’intervista di Konbini agli M+A in cui il gruppo dice cose piuttosto esilaranti, tipo “We are the first Italian band to become quite famous by singing in English.” In realtà è estremamente probabile, vista la traduzione, che l’intervista sia stata firmata da una persona che capisce solo in parte la lingua inglese e l’Italia e gli M+A e ne abbia infilata qualcuna di troppo.
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Miley Cyrus ha messo in streaming sul suo sito il nuovo disco dei Flaming Lips con lei alla voce. Non è brutto, diciamo sul sei e mezzo.
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I Marnero hanno messo insieme una proposta di crowdfunding per il disco nuovo, ultimo atto di una trilogia i cui primi due capitoli (Naufragio Universale e Il Sopravvissuto) sono tra i più bei dischi di musica usciti negli ultimi anni. La trovate su produzioni dal basso: costa 20 euro e consta di un doppio vinile colorato o un CD più maglietta, spedizione compresa. Al di là di quello che mi aspetto dal disco in sé, direi che è un prezzo molto onesto. Ho riascoltato Il sopravvissuto dopo diverso tempo e non ha ancora perso un grammo di smalto.
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È morto Wes Craven. Se dovessi dire qual è il suo film che preferisco sarei indeciso tra il primo Nightmare, Le colline hanno gli occhi e Scream, ma credo che in fondo sceglierei Scream. Gli altri due li ho potuti apprezzare solo da maschio adolescente e adulto in VHS, Scream sono riuscito a vederlo al cinema nei miei anni di massima cinefilia e ci sono uscito pazzo. A proposito: lessi uno speciale molto carino sull’horror in un Mucchio dell’anno scorso, dovrebbe essere il Novembre 2014: parte dal trentennale di Nightmare e parla di horror in generale. Recuperatelo se potete.
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A proposito del Mucchio: quando era aperto il forum c’era questa usanza di aprire un topic sul numero che stava per uscire: entro i primi quattro post arrivava qualcuno ad annunciare che il mese prossimo la copertina sarebbe stata data a Nebraska (il disco di Springsteen). Non posso dire che sia una delle cose che più mi mancano del forum del Mucchio Selvaggio, ma è abbastanza una gag che il numero di BLOW UP in edicola da oggi abbia Springsteen, e nella fattispecie Nebraska, in copertina.
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Le pagine facebook a tema stanno facendo –spiacevolmente- regredire internet ai tempi dei blog istantanei. Per “tempi dei blog istantanei” intendo quell’epoca in cui qualsiasi idea stupida che ti balzasse in testa diventava un blog e poteva furoreggiare per due o tre giorni. Ai tempi ero uno dei più accaniti creatori di blog istantanei –quello che preferisco tra i miei rimane Theodor Adorno. Insomma, dicevo, quello che una volta era blog ora è pagine facebook. Una delle più chiassose, recentemente, si chiama I Foo Fighters che fanno cose buone. Un’altra, che ho scoperto stamattina si chiama Gli Offlaga Disco Pax descrivono la serie A. Forse sono io che ho dato il collo su questa roba ma non ce la faccio più, non rido, NON RIDO, non sorrido nemmeno, li guardo con quell’espressione post-orgasmica di ricerca di quel fugace piacere che questa roba mi dava fino a cinque o sei anni fa.
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Sono molto più interessato alle schermaglie tra musicisti. Oggi ne è uscito uno di J-Ax, sempre su FB, in cui il rapper strilla addosso a Moltheni (o meglio Umberto Maria Giardini, nome con cui Moltheni incide musica dopo essersi ritirato nel 2010). Quello che so sta tutto nel post di J-Ax: Moltheni viene intervistato da qualcuno ed esce fuori un pezzo in cui l’occhiello recita “si pensa che J-Ax non sia male, che Nina Zilli sia capace: non si sa più distinguere il bello”. Naturalmente Moltheni può detestare chi vuole, e J-Ax ha tutto il diritto di considerare Moltheni una testa di cazzo, ma il beef mi eccita comunque in quel modo sgarzolino tipo Michael Keaton in Need for Speed (non l’avete visto? Guardatelo, anche solo per vedere Michael Keaton). Mi permette di fare qualche accenno a Maria Salvador, temibilissima hit estiva 2015 firmata dalla J-Ascia assieme a Il Cile (personalmente preferisco Roma-Bangkok di Giusy Ferreri e Baby K: la prima volta che l’ho sentita volevo scalpare un essere umano, poi mi ci sono abituato e Giusy riesce a fare la magia anche con il beat sotto). E soprattutto mi riporta ai gloriosi tempi, che Moltheni evidentemente sta ancora vivendo, in cui la musica pop cercava sopra a tutto LA BELLEZZA, LA BELLEZZA del cazzo, il BEL CANTO, il GENTILE MURO DI CHITARRE, i DOLCI SUONI e soprattutto LA MORALITÀ DELLA BELLEZZA, il ritorno a valori puri e non televisivi, non sporcati dalla merda che copre i palinsesti radiofonici ultimamente –il tutto, naturalmente, se siamo disposti a pagare 200 euro per portare Moltheni a cena fuori. Ok, ammetto di aver letto solo quello che c’è scritto nella foto postata da J-Ax.
non accetterei di farmela spiegare da quello scemo di J.Ax nemmeno se fossi Eichmann a un passo dal patibolo, sia detto senza voler difendere il tristo indie italiano e i suoi ancor più tristi figuri