“L’ironia ha una funzione strategica: permette alle persone di negare il sostegno a degli ideali di estrema destra e di sposarli al contempo.”
“La troll culture è diventata un modo per il fascismo di nascondersi in piena vista”
“Nazismo non-ironico camuffato da nazismo ironico”
“A meno che non ci sia un indicatore ovvio degli intenti di un’altra persona, questi intenti non sono davvero misurabili. Potrebbe stare cazzeggiando, potrebbe essere incredibilmente seria, potrebbe essere un misto tra le due cose.”
Sono stralci di testo casuali presi da questo articolo del Guardian, e anche l’articolo è pescato più o meno a caso (se cerchi alt-right su google viene fuori più o meno lo stesso articolo, scritto da centinaia di persone diverse). Ci penso tutte le volte che incrocio Le Focaccine dell’Esselunga, un meccanismo di viral marketing dopato, imposto dall’alto, sinistra joint venture Spotify/radio generaliste con tanto di ufficio stampa e generosi contributi alla viralità, certificando la viralità prima che la viralità avvenisse –magari prendendolo pure per il culo, molto lungimirante sfottere uno che ti sta sfottendo. O peggio scrivere duemila battute il cui senso è “ho capito che è una cosa ironica, scopo, me la godo”.
C’è una specie di inchiesta su Orrore a 33 giri secondo cui l’autore è il figlio di Cecchetto. Non è importante chi ci sia dietro in realtà, se non è lui sarà qualcun altro che fa lo smargiasso coi soldi di chissà chi. Il punto non è l’operazione in sé, o la canzone in sé, o il video in sé. È che il periodo storico in cui siamo immersi permette a Le Focaccine di esistere e moltiplicarsi come cartina al tornasole del pop. E l’esistenza de Le Focaccine in questa scintillante veste totalitaria è il risultato di una serie di auto-ammutinamenti cognitivi compiuti in nome di un senso della sostenibilità culturale andato in mona, di un autocompiacimento infondato, di un senso di superiorità culturale sbagliatissimo, di un senso dell’umorismo merdoso e di almeno 25 anni di comunicazione politica ridanciana a prescindere. Il tutto a dipingere un presente fatto di spallucce e paradismi* in cui questa tipologia di contenuti può continuare a pensarsi e prosperare, ben accolta dal sistema ideologico che la dovrebbe criticare perchè ad analizzarla c’è meno da sbattersi. La domanda che ci si pone di solito in merito a cose come Le Focaccine e alla sua viralità imposta è: chi ci guadagna? La risposta mia personale, nel caso di specie, è che non me ne frega un cazzo e spero che muoia. Culturalmente dico.
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*Paradismo=ideologia della commistione musicale tra snobismo e vale tutto