Andrea Cola l’ho conosciuto in biblioteca, cioè io facevo il servizio civile in biblioteca e lui era amico di amici e per tipo sette minuti c’eravamo messi assieme ad altre cinque o sei persone che tentarono di organizzare un festivalino a Cesena con soldi altrui, una cosa che a quanto ne so non quagliò oltre la seconda riunione. Poi alcuni di loro si misero d’impegno e il festivalino lo fecero davvero e fu davvero bello, segno che in generale le cose funzionano meglio se io non sto in mezzo alle palle. I Sunday Morning mi davano l’idea di un gruppo emocore che faceva pop o di un gruppo pop che faceva emocore, o magari era una percezione drogata mia, comunque un gruppo di Cesena che faceva roba che almeno in parte mi interessava. Andrea suonava la chitarra e cantava e francamente come autore di canzoncine pop era uno dei migliori in città, o poco ci mancava. A un certo punto i Sunday Morning stavano quasi per fare uscire il disco: ci fu una sera in cui suonarono al Loco Squad (quegli anni il Loco Squad faceva una data a settimana e anche più, anche roba molto figa)
Ho perso il filo perché mi è venuta in mente una storia e la devo raccontare (scusate e grazie per la pazienza). Nei primi anni duemila i concerti in Italia li si seguiva tramite un sito che si chiamava Chi Suona Stassa. Era tenuto insieme da un tizio di cui negli anni ’90 leggevi anche cose in giro per le riviste musicali, e nel corso del tempo era diventato un punto di riferimento preziosissimo e ovviamente copiato a man bassa (spesso nel senso letterale di copy-paste) dalle webzine e dai sitarelli sfigati. Passano i Dianogah dall’Italia? Escono le date su Chi Suona Stassa, e due giorni dopo su indiequalcosa.it. A un certo punto il tizio che lo gestiva s’era preso male perché lui si sbatteva e altri no, così aveva iniziato a mettere qualche errorino qui e là: qualche misspelling, qualche data sbagliata, qualche cosina casuale, per riconoscere i tizi che gli copiavano le date e le mettevano nel loro sito.
Questa cosa la so per due motivi. Il primo è che scrivevo per un sito che, appunto, copiava/incollava le date pubblicate da Chi Suona Stassa e ricevette un’email dal tizio. Nell’email c’erano accuse velate, e riferimenti a piccoli errori che venivano seminati apposta per sgamare chi faceva copia-incolla. Oltre ovviamente a una filippica di una ventina di righe sul fatto che lui si sbatteva contattando i locali e le agenzie di booking e che nessuno lo ringraziava per il servizio che faceva e noi vivevamo a traino. Ora non so se il webmaster di quel sito copiasse effettivamente le date da lì o da qualche altro sito, ma il copia-incolla c’era; un po’ meno chiaro era capire a che titolo un tizio che pubblicava date di concerti volesse tenersi l’esclusiva sui suoi contenuti, e che tipo di persona sia disposta a sabotare il proprio sito per sapere chi è che sta copiando le date da lui invece che dalla newsletter di Hellfire.
La seconda ragione per cui so questa cosa (ovviamente) è che uno degli errori messi apposta dal tizio fu la data di un gruppo (forse El Guapo, ma non son sicuro) a Milano Marittima. Tipo, scrisse il 25 ottobre invece che il 25 novembre. E io, coglione come pochi altri, mi presentai con un amico a bere birre a 35 km da casa mia, per vedere un gruppo che avrebbe suonato il mese successivo.
Chi Suona Stassa chiuse nel 2008 per questioni legate all’impoverimento della scena, trasformatasi nella triste barzelletta di se stessa. Lo scrisse proprio nel messaggio d’addio, una bella pagina statica sul sito. Forse la morte delle webzine gli aveva tolto il motivo di lamentarsi dei copypasters, o magari aveva trovato qualcosa di più nobile da fare nel suo tempo libero. Qualcuno provò a mettere insieme servizi più o meno simili, quasi sempre tentativi malriusciti ed aggiornati all’epoca dei google calendar. Oggi bucare la data di un gruppo è quasi impossibile, mi riesce solo con posti tipo il Clandestino di Faenza e robaccia paragonabile. Non so se rimpiango i gloriosi tempi di Chi Suona Stassa, ma quando ci penso la prima parola che mi viene in mente è “babbeo”. Poverino.
Fine dell’inciso, dicevo, una sera i Sunday Morning suonarono al Loco Squad e alla fine del concerto distribuirono un CDR confezionato a mano con due canzoni registrate forse al Suono degli Spazi (un posto a Bagnile che aveva un piccolo studio di registrazione). Le due canzoni le ascoltai parecchio anche se erano molto diverse dai Sunday Morning che conoscevo io, e aspettai il disco per un bel pezzo, e il disco uscì davvero ma tipo due anni dopo che avevo smesso di aspettarlo. Le storie dei tuoi eroi locali sono spesso storie di questo tipo, di uno che se il disco fosse uscito avrebbero spaccato i culi e invece no. E insomma nel frattempo mi ero un po’ raffreddato in merito a Cesena e a quelle storie, avevo smesso di frequentare i posti e la gente e non prestai la dovuta attenzione al disco, il quale comunque era roba indiepop che anche cinque anni prima non mi avrebbe fatto nessun effetto o magari l’avrei apertamente osteggiato per puro pregiudizio. Poi i Sunday Morning iniziarono a sparire un po’: il bassista suonò per qualche tempo la batteria nei bolognesi Tiger Tiger!, da non confondere dai quasi-omonimi umbri Tiger! Shit! Tiger! Tiger!, e poi se ne andò a Berlino. Gli altri membri continuarono gli altri progetti musicali che avevano o ne iniziarono nuovi: Andrea Cola provò anche una parentesi solista con un disco di cantautorato pop intitolato Blu. Mi sembrava bellissimo, tranquillamente sopra quasi tutte le cose di quel genere che mi capitasse di sentire -ma io che ne so di pop e cantautori. Lo vidi dal vivo a Cesena, suonava da solo sul palco assieme a Glauco Salvo, fu bellissimo.
L’altra sera ero alla festa di paese nel posto dove abito ora e c’era una cover band, rock da macelleria, i musicisti dei cinquantenni in salute con probabile formazione classica. Chiunque si sia sputtanato centinaia di stipendi in dischi e concerti odia totalmente e definitivamente le cover band, ma in quel palco improvvisato li vedevi sorridere e crederci ed essere felici d’esser lì a suonare, e questa cosa nei gruppi fighi che arrivano al locale dopo un tour di tre settimane non la vedi così spesso. Partono con un urlo e suonano una versione di Are You Gonna Go My Way che non mi offende più dell’originale. La gente sotto al palco non capisce, ma ottiene comunque del ROCK in cambio.
Avevo sentito che i Sunday Morning si erano rimessi insieme e facevano qualcosa, qua e là. L’anno scorso Cola ha registrato il disco a Io&La Tigre (un botto di tigri in questo capoverso), il giorno della befana ho visto i Sunday Morning dal vivo e quando un gruppo sta su un palco e suona forte non ha molta importanza se suona indiepop o che altro. Si dice che suonare forte serva soprattutto a coprire le pecche. Non saprei dirlo. Adesso è uscito il disco nuovo dei Sunday Morning, che suona molto powerpop-spleen-estivo coi pezzi e io non ho più problemi con nessun genere musicale. Il disco si chiama Instant Lovers. La formazione è un po’ diversa, ma dicono che ogni tanto Francesco scenda ancora da Berlino per una cena o un concerto, sale sul palco, suona un pezzo. E se questo non è un lieto fine allora boh.