QUATTRO MINUTI: GODFLESH – “Decline and Fall” (Avalanche)

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Primo EP con materiale inedito dopo tredici anni. Ringer sembra un’out-take di Selfless. Dogbite invece pare Spite con un testo ancora più minimale, il ritornello di Playing with fire (un’altra out-take da qualcos’altro, Slavestate a voler essere buoni, Hymns a voler essere stronzi) recita It’s all pain/There’s no gain con vocione orchesco, Decline and fall (il pezzo) dura talmente poco e cattura l’attenzione talmente di striscio da non farmi nemmeno iniziare a pensare a cos’altro mi ricordi. Testi che al confronto i Discharge sono filosofi greci e questa non è una novità, ci mancherebbe, solo che qui sbracano senza ritegno sullo sloganistico becero, non sono sentenze che colpiscono come lame, ne è passata di acqua sotto i ponti da Like rats per intenderci, e qui non c’è un cazzo da dire che valga la pena di essere detto. La batteria elettronica fomenta il giusto, i riff più ignoranti che presi male. La novità è che sono state usate chitarre a 8 corde per ottenere un suono ancora più ribassato. Sti gran cazzi. Dopo Us & Them sarebbe stato meglio tacere e questa cosina non inverte il trend. Prende bene se prende bene ascoltare un bambino non proprio sveglio ripetere all’infinito le stesse tre stronzate (quattro sarebbero troppe) parola per parola. Va bene la reunion, dal vivo su un palco che sia un palco e con suoni che siano suoni restano gli schiacciasassi di una volta, ma se l’andazzo è questo dischi nuovi anche basta dai.

 

QUATTRO MINUTI: BUGIARDINO NAMEDROPPING EMOTRISTE FATTO IN CASA DAI REGAZZINI

a3969012348_10 HUMAN HANDS – s/t: vinilata per l’esordio forma disco vero degli Human Hands da Birmingham che però suonano robe alla midwest lento e con la vena del collo da gonfiare con l’urlo da piegati. Registrato con un certo grado di voglia e cazzimma dato che loro sono in tre ed uno si è trasferito in Islanda, sono riusciti comunque a mettere insieme uno di quei dischi uguali a mille altri dell’altro continente di 15 anni fa, ma che a me piace e convince sempre un sacco. Si compra qua a 6 sterline.
a3582498336_10 BROOKS WAS HERE – HIGH VIOLENCE: più veloce degli altri, più arrabbiato e più da faccia per terra nella merda. Tanto tanto cuore, sottovalutatissimi o comunque ingiustamente passati in sordina solo perchè non hanno un nome criptofrocio come Touchè Amorè. Ucciderei per tornare indietro nel tempo e poter andare a scuola con questo nelle orecchie per un paio di mesi.
a1446260292_10 LOSING TRACES – EP: loro ce li metto dentro per puro PERCHE’ SI’, perchè a me si riempie sempre il cuore quando ascolto le robe registrate coi quattro spicci o coi favori chiesti o con entrambi. Come dicevo, (esistono ancora i) regazzini anche da noi che si dedicano all’accacì scrimo e mi piace pensare che potrebbe persino tornare a non essere più uno sport per vecchi giovani.

QUATTRO MINUTI: Seven Sisters Of Sleep – Opium Morals

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Nel decalogo dell’appeal del tizio che ascolta la musica pesa, oltre ai capelli mezzi rasati e la barba lunga, non può mancare una maglietta dei Seven Sisters of Sleep. Questo è l’assioma che vale la pena impararsi, perchè sto Opium Morals vale si e no la traccia più merdosa del disco senza titolo uscito sempre per A389Records e che era un discone da mangiarsi un’insalata di vetri rotti e HIV senza sentire nulla ed esserne comunque orgogliosi. Non sopperiscono al mio sentire la mancanza dei Gaza, che facevano piu o meno la stessa roba ma più spessa. Al limite andate a vedervi un live degli Hierophant (QUELLI DI RAVENNA, lo scrivo perchè sicuramente ci saranno altri diciotto gruppi con lo stesso nome) e avrete più o meno riassunto l’esperienza dei due gruppi di cui sopra ma sarete persone migliori.

QUATTRO MINUTI: Black Sabbath – 13

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Giovedì sera ero a una cena aziendale a Cesenatico e lì è ancora terreno d’immigrati che si infilano in mezzo ai tavoli cercando di vendere –più che altro- rose di diversi colori ai commensali, cinque euro al pezzo più o meno. Ora c’è anche qualcuno che gira e propone di fare foto istantanee: usano una Fuji Instax perché immagino Polaroid non stampa più le pellicole; i colleghi se ne sono fatta fare una, sempre a cinque euro, e non è venuta manco male. Così sono tornato a casa e ho pensato al valore della foto istantanea, che è la Masters Of Reality delle fotografie, e preso da un impulso irresistibile ne ho ordinata una online che è arrivata ieri. La domanda: comprare una Fuji Instax alle due di notte può essere considerato indicatore di una crisi di mezza età? Il disco è dignitoso, cmq. Niente di eccezionale ma dignitoso.

QUATTRO MINUTI: andare in pezzi, ovvero sono usciti degli split fighi

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Faccio presto, uno dietro l’altro, poche righe e tante immagini.
Mezzobusto infilato nel sabbione e ortiche tutt’attorno per riassumere l’idea di natura morta che striscia fuori già dal primo pezzo di una cosa che io aspettavo con un certo gusto, nel senso che ho un debole sia per i Loma Prieta che per i Raein: se voi non avete lo stesso debole state sbagliando qualcosa di abbastanza fondamentale. Cinque tracce che scorrono via nel tempo di un ictus. Bene i Loma Prieta, benissimo il pezzo dei Raein.

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Qualcuno la smetta di sottovalutare gli Shizune se lo sta facendo. Lo split dell’amicizia e degli abbraccioni con i Minus Tree è una gran storia di legami e di botta vera che ve la raccomando. Un lato occupato da un solo pezzo spesso come il fondo argilloso del mare del cazzo che abbiamo qua nell’Adriatico, dove “qua” sta per “quassù da dove veniamo io e gli Shizune”, perchè i Minus Tree condividono lo stesso mare ma dalle parti di Bari e si sa che l’Adriatico inizia ad essere un mare vero da Rimini in giù.
Unico pezzo, si diceva, ma di una pesantezza e di una pacca che fa su bolgia. Sull’altro lato ci sono invece due pezzi dei veneti che per me rimangono la migliore espressione di quello screamo col tiro hardcore che mancava fatto in quella certa maniera che ti sega le gambe dai tempi di Super Omega dei La Quiete. Vi potete ordinare il vinile (300 copie di cui 100 trasparenti) a tiratura limitatissima qui, inoltre potete ascoltarvi tutto quanto e scaricarvi i pezzi dai rispettivi bandcamp.

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Dopo la roba pesa lì sopra vale la pena di entrare un minimo in clima estivo con quattro gruppi per un disco uscito qualche tempo fa per Topshelf: Tigers Jaw, The World Is A Beautiful Place & I Am No Longer Afraid to Die, Code Orange Kids, Self Defense Family fanno la staffetta per l’aperitivo meno situazionista possibile. Punk per sorrisoni e Wayfarer sporchi di sabbia.