Beinhaltung (due pezzi rispettivamente di ventinove e venticinque minuti) e Dach (un unico pezzo di cinquantasei minuti suddiviso per assurde ragioni di praticità sul CD in quattro tranche distinte) catturano tre diverse esibizioni del trio composto da Phil Durrant (violino), Thomas Lehn (sintetizzatore analogico) e Radu Malfatti (trombone) rispettivamente a Graz (Beinhaltung 1), Bremen (Beinhaltung 2) e Ulrichsberg (Dach) tra il 1996 e il 1999. Il problema è che, nei suddetti CD, non è inciso praticamente niente: un sibilo, uno sbuffo quasi impercettibile, uno scricchiolio probabilmente ottenuto dallo sfregamento infinitesimale dell’archetto su una corda a caso, una scarichetta di onde radio praticamente inudibile (a questo dunque servivano i sintetizzatori analogici), il tutto intervallato da lunghissimi minuti di silenzio assoluto. “Dach” in tedesco significa tetto, infatti il CD si apre con la registrazione della pioggia che batte – per l’appunto – su un tetto. Ma è questione di attimi, e di nuovo si torna al silenzio quasi totale (in effetti a un certo momento qualcuno tra il pubblico tossisce, qualcun altro – forse alzandosi – fa scricchiolare la sedia) tra un soffietto, uno sfrigolio, ogni tanto un fruscio. (Leggi tutto)