NAVIGARELLA – Marte, tacchini, party hard, stupri, democratici di sinistra

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Ian Curtis

L’incipit di questa cosa era gli Zeus!, gruppo lanciato da noi in prima persona ai tempi del tonitruante debutto, era non solo na sonora cazzata (ne abbiam parlato una volta per sbaglio) ma anche un modo per scrivere la parola tonitruante anche se non ricordavo cosa significa. Poi insomma ho deciso di verificare che la parola significasse qualcosa e ho scoperto sul wikizionario che tonitruante è riferito appunto a Zeus che lancia i fulmini e questa cosa mi sta mandando il cervello in poltiglia, GIURO! Non è stato per caso. Mandatemi il video di voi che siete sconvolti da questa cosa. Dicevo comunque che gli Zeus!, gruppo lanciato da noi in prima persona ai tempi del tonitruante debutto, usciranno a breve nientemeno che su 31G, vale a dire l’etichetta di Justin Pearson E con il catalogo più incredibilmente figo della storia del postpunk, grossomodo. In realtà non ho una vera e propria opinione sulla faccenda, primo perché 31G è un pezzo che non fa un disco che mi scarta via la pelle di dosso e secondo perché –appunto- dipende da com’è il disco, ma sono davvero moderatamente eccitato come tutte le volte che un gruppo italo-figo incontra un’etichetta internazional-figa.

Ora che tutti hanno finalmente capito che Andrew WK non è un Kid Rock qualunque a forza di vederlo in tutte le salse, immagino sia arrivato il momento di rifare il giro e ricominciare a demolirlo. Essendoci già spesi la parola genio in tempi sospetti non abbiamo molta autorità in questo, pertanto ci pensa l’amico e sostenitore di lungo corso Birsa Alessandri in questo pezzo sul solito Vice, nel quale approfitta per dare contro agli ultimi Flaming Lips, quelli delle opere inascoltabili e della psichedelia ad ogni costo (tutti dischi meravigliosi), più qualcuno di cui a conti fatti non si può mai dire abbastanza male tipo Kevin Shields. Ne approfitto, anche se l’articolo di Birsa parla di altro, per ricordare anche qui che no, i My Bloody Valentine non sono il mio gruppo preferito e nemmeno tra i primi cinquanta –in effetti se non fosse per Loveless i My Bloody Valentine mi farebbero apertamente cagar sangue, ma Loveless è comunque un buon disco e anche la raccolta dei singoli rimasterizzati che ho comprato come tutti voi coglionazzi quando è uscita l’anno scorto la rimetto su di tanto in tanto per sentirmi un ascoltatore sofisticato e ricordare dopo tre pezzi che nella mia vita ho ascoltato gruppi anche un po’ più rumorosi tipo gli Entombed.

Leggevo un articolo a caso su Metalsucks, a cui mi linko sempre meno spesso perché avrò sfiga io ma son tre anni che non ci leggo qualcuno che prenda una posizione critica su un gruppo che non siano i Korn. Voglio dire, una volta trovavo qualche differenza tra Blabbermouth e Metalsucks, ma insomma non è una delle battaglie che ho più a cuore nella vita. Comunque leggendo Metalsucks scopro che l’anno scorso si sono riformati i Coal Chamber, gruppo famoso per aver messo in giro la voce di essere stati gli inventori del sound (appunto) dei Korn nonostante il primo disco dei Coal Chamber sia uscito grossomodo un anno dopo il secondo disco dei Korn. Ancora i Coal Chamber non hanno fatto niente, ma ora si sta discutendo sul fatto che i CC prendano parte o meno a un tour assieme a degli altri beccamorti loro pari: nella fattispecie i Lacuna Coil, mai sopportati ma non mi piace il genere, e i Sevendust che malaccio manco erano ma di quel non sono male che poteva non farmi sbadigliare per la durata di un disco nel ’97 e invece me li trovo in giro come headliner di un tour grosso, o “grosso” quindici anni dopo. Autosponda per un altro capoverso, tanto qui non ho mica niente da dire.

Vi capita mai di leggere di questi gruppi che stanno ancora in giro e chiedervi come cazzo abbiano fatto a pagare l’affitto fino ad ora? Ieri ho sentito che i 30 Seconds to Mars fanno un’unica data italiana a luglio, ho sentito persino che c’è della fotta. In realtà qui le notizie sono tre: la prima è la data in sé, e non mi frega un cazzo. La seconda è che i 30 Seconds to Mars sono un gruppo da super-soldi che muove folle di gente. Guardo su internet e si parla di dischi che vendono milioni di copie, io ero rimasto al primo disco (pop-nu-metal che più stantio non si poteva, se non ricordo male) dei 30 Seconds to Mars. Che allora passava come il gruppo della domenica di Jared Leto (uno che già come attore stava già abbastanza sui coglioni, voglio dire, mica era necessario che diversificasse così il suo starmi sul cazzo) e/o una roba da una botta e via tipo che so, gli Hoobastank che non voglio controllare su google per scoprire così a caso che dopo essere passati dal numetal a The Reason (anticipando in questo il percorso degli Incubus, gruppo che son nati per clonare, tutto molto dopato se ci si pensa) ora stanno cambiando la storia del pop a nome Skrillex (recentemente una foto Facebook mi ha insegnato che Gianni Morandi ha un figlio adolescente in botta con Skrillex, questo se vi siate mai chiesti quanti gradi di separazione ci sono tra i Korn e Gianni Morandi. La terza notizia è che un concerto di un gruppo tipo i 30 Seconds to Mars viene annunciato a novembre per luglio prossimo. Già queste cose sono paradossali quando si parla di gruppi fighi, tipo il fatto che un mese fa hanno annunciato i Motorhead live sempre a luglio quando 1 i Motorhead per un sacco di anni te li beccavi in posti assurdi tipo penultimi in scaletta ai festival con gruppi tipo Manowar o Blind Guardian headliner e 2 le possibilità che Lemmy arrivi vivo e in salute a luglio prossimo continuano a essere abbastanza basse. Ma a parte questo, come faccio a sapere se da qui a luglio prossimo mi piacerà ancora il rockenroll?

Uscendo dalla musica: Violetta Bellocchio, sposami, ha pubblicato su Santa Barbara (Santa Barbara è una rubrica su Studio, l’ho già linkata diverse volte, che parla più o meno dei presupposti culturali alla base del farsi delle storie, siano esse storie di cronaca che le storie di fiction) un articolo che parte da un episodio di croncaca che riguarda i Das Racist, gruppo di cui anche dopo aver letto l’articolo non sento il bisogno di conoscere, e finisce in mezzo capoverso di cultura dello stupro. Non lo commento, sono d’accordo, è molto figo, ti mette di fronte a dei punti scoperti del tuo ragionare. Contiene pezzi, cito testualmente sperando che word non mi incasini la formattazione, tipo La cultura di massa in cui viviamo non ha ancora risolto il problema morale del mettere in dubbio la lucidità di una vittima; la fase autopsia dei fatti di cronaca, se volete, dove ogni soggiorno diventa l’anticamera di Law & Order, e sono gli stessi poliziotti buoni a mettere coperte sulle spalle della vittima, a dirle non possiamo portare in tribunale la tua storia, la difesa ti farà a pezzi, mi dispiace, tesoro. Mi dispiace. Non abbiamo ancora superato questo, ed ecco che arriva la libertà d’espressione; per cui lo stesso Reddit è il posto dove fino a cinque minuti fa esisteva la sezione jailbait, dedicata a postare foto di ragazze minorenni, tutte foto rubate o scattate per strada, e c’è stato bisogno che la CNN minacciasse di mandargli i carri armati in casa per farla chiudere, e loro non l’hanno chiusa dicendo «bene, ci siamo divertiti, adesso basta», l’hanno chiusa dicendo questo è un gravissimo attentato alla democrazia di Internet. Contiene anche riferimenti a Tyler The Creator, Rihanna e Ad Rock, lo dico per chi se non c’è il pop non clicca manco il like su facebook.

Non ho votato alle primarie del centrosinistra o primarie del PD. Così a braccio la mia preferenza si allinea bene al risultato finale. Non voterò nemmeno al ballottaggio perché non credo di poter portare come giustificazione ero in giro a comprare mobili assieme a persone che per una questione di sfighe stratificate potevano esserci solo domenica e nessuno di loro ha votato, e non sono sufficientemente preso dalla cosa per mettere in piedi una protesta su internet e/o una giustificazione fasulla con annesso certificato medico. Al ballottaggio voterei P.J. Bersani. Ho visto un po’ del confronto tra Bersani e Renzi l’altra sera, mi sono perso la citazione del tacchino sul tetto ma ho sgamato la citazione di Ian Curtis nell’abbigliamento e nel taglio di capelli di Renzi. La cosa più figa delle primarie del PD sono stati i Marxisti per Tabacci.

IL LISTONE DEL MARTEDÌ: dieci foto di gruppi che giustificano da sole la deprecabile arte del fotografare i gruppi

Torna l’appuntamento con il listone del martedì. Questa settimana vorrebbe essere una cosa disimpegnata, ma forse anche boh. Dieci foto che danno un senso parziale ai duemila euro che avete speso per la reflex e il lomokino. E ovviamente la prima della lista è

QUALSIASI FOTO DI JASON NEWSTED
Questa cosa risale ai tempi dei forum e delle webzine metal, sarebbe troppo complicato spiegarla e spiegare come mai tra i più grandi rimpianti della nostra vita ci sia passare notti insonni al computer rompendo i coglioni ai moderatori del forum di metallus.it e derivati.

LA COPERTINA DI LONDON CALLING
Le biografie ufficiali raccontano che Paul Simonon è finito dentro ai Clash nonostante non sapesse suonare, perché era un figo e stava bene col basso a tracolla. Qualche anno dopo viene fotografato nell’atto di spaccare il basso a terra (oppure no) e sbattuto in una copertina che vorrebbe essere lo spoof di un disco di Elvis Presley. Non so se l’ho mai detto qui ma io odio tre o quattro gruppi al massimo quanto odio i Clash. La foto finisce dentro perché in qualche modo poi t’ascolti il disco e pensi diobono, se mi limitavo alla copertina. No, scherzo. No, non scherzo. Continue reading IL LISTONE DEL MARTEDÌ: dieci foto di gruppi che giustificano da sole la deprecabile arte del fotografare i gruppi

Navigarella (BLACK METAL THANK YOU)

Due o tre robe nuove per stare bene.


La prima è il primo pezzo dal nuovo disco di Mark Lanegan, un tremendo pezzo di rock del cazzo* vagamente ispirato al baratro in cui sono caduti i QOTSA da quando qualcuno ha iniziato a cagarli seriamente e/o a un milione di altre cose fatte prima, meglio e con più sangue al cervello e sulla traccia. Non voglio ricominciareHaters gonna hate, dice la gente pensando a quelli come me, quelli che non s’accontentano, quelli a cui non piace il rock pregevole. Io oggi ho pensato che Mark Lanegan è tipo la mia ex-fidanzata, quindi tanti saluti -insomma, ok lasciarsi in pace ma ci stareste male anche voi se la vedeste troieggiare e pippare coca nei bagni dei locali fighetti assieme a Greg Dulli e Isobel Campbell.

[vimeo=http://vimeo.com/30931337]
Per stare bene, o per STARE BENE, arriva il cock-teaser del prossimo disco semestrale dei nostri eroi Pontiak, the Will Oldhams, the Marco Caizzis, i più grandi rappresentanti contemporanei dello sgrattoa-rusty, l’ultimo gruppo folk rimasto in terra. Il nuovo disco sarà bellissimo perchè quello che i Pontiak fanno ha sempre un senso e alle volte il senso è quello di suonare una cosa. Il prossimo disco uscirà sempre per Thrill Jockey e si chiama, boh, non mi ricordo, però esce a febbraio.


Eccezion fatta per Andrew WK, che si ripresenta al suo meglio (cioè ancora I Get Wet, che lo riascolti e ogni volta lo trovi più bello e più grosso e più importante) con un video epocale che ridefinisce la nostra epoca a livelli tipo che per oggi e domani siamo a posto.

 

*introducing ROCK DEL CAZZO come genere musicale. Mi è venuto in mente l’altro venerdì sera, stavo in una birreria assieme a certi amici miei e suonava questa specie di cover band potenziale, solo che invece dei pezzi dei Sabbath facevano roba originale. Ecco, ROCK DEL CAZZO è quando suoni musica che -nonostante le etichette ci abbiano investito soldi giganti sopra- non vende un disco nel mercato specializzato dal 1988, eccezion fatta per i gruppi precedenti. Quelli la cui massima aspirazione è smettere presto al lavoro per andare a fare le prove, che passano due domeniche a dipingere il lenzuolo col logo della band eccetera. Il rock del cazzo è tendenzialmente un genere molto più nobile e glorioso di qualunque altro genere musicale partorito dalla discografia occidentale: non è duttile, non accetta compromessi, puzza di birra, si copre volentieri di ridicolo e forgia gli uomini nel ferro degli Dei, ma è comunque rock del cazzo.