Sono già uscite le prime classifiche dei migliori album dell’anno ne volevo quindi approfittare per proporre a voi lettori di Bastonate la migliore classifica album 2015 concepita finora: quella del mio guru e mentore Doro.
Il Doro Hotel che è stato costruito in suo onore a Tirana, Alabania, da Pirro: Re dell’Epiro.
Dovete sapere che Doro è il miglior giornalista/critico di spettacolo, calcio, oggetti, canzoni e internet-tv che abbiamo in Italia. Se vi sono piaciuti i miei PikkioMusicAwards fate i complimenti a Doro e non a me, fu lui ad inventarsi il format dei generi personalizzati (tre dischi per svariate catogorie) tre anni fa su twitter. Il suo account twitter ( @frittatine ) è infatti grande fonte di riflessioni e scuola di ilarità, per un futuro in cui potremo certamente vivere risonanza passo finale nell’ombra di furto di fanfara. Dopo questa necessaria introduzione vi lascio scoprire la TOP TEN DISCHI DORO 2015 !!!
#10: Unknown Mortal Orchestra – Multi-Love [MEGLIO CON INGROIA]
#10: unknown mortal orchestra – multi-love [MEGLIO CON INGROIA]
#09: Father John Misty – I love you, honeybear [grz @DManusia]
#09: father john misty – i love you, honeybear [grz @DManusia]
#08: Baba Commandant and the Mandingo Band – Juguya
#08: baba commandant and the mandingo band – juguya
#07: Miguel – Wildheart
#07: miguel – wildheart
#06: New Order – Disco Coniglietto
#06: new order – disco coniglietto
#05: Promised Land Sound – Pasquetta a Bosco Ficuzza
#05: promised land sound – pasquetta a bosco ficuzza
#04: Romare – Rainbow
#04: romare – rainbow
#03: Nick Höppner – Folk
#03: nick höppner – folk
#02: Kurt Vile – B’lieve I’m goin Down [KUESTA GIA’ FAMOSA]
#02: kurt vile – b’lieve i’m goin down [KUESTA GIA’ FAMOSA]
#01: Sufjan Stevens – Carrie & Lowell
#01: sufjan stevens – carrie & lowell
FUORI CLASSIFICA X @strofinaccio : Oneohtrix Point Never – Garden of Delete
Il lunedì è infinitamente meno sgradevole al pensiero di un bel concertino gratuito a fine giornata all’Elastico; nello specifico, delle Sandwitches si dice che sono l’equivalente rock del personaggio che Jessica Chastain interpreta in The Tree of Life, non so per voi ma questo per me basta e avanza. Esserci (dalle 20, gratis). Martedì nel segno dei cantautori, da Richard Buckner al Bronson (21.30, dieci euro) a Maria Devigili in duo da Osvaldo (dalle 20, gratis) a Boxeur The Coeur al Teatrino degli Illusi (dalle 20, gratis). Mercoledì preparate gli acidi, prenotate un posto finestrino sull’astronave Delta 9 e sintonizzatevi sulla serata MeryXM più sballosa e viaggiosa di sempre; a partire dalle 20.30 il corriere cosmico Gino Dal Soler in carne, ossa e flow messianico parla del più grande libro sul folk psichedelico mai scritto in Italia: il suo. Non sarà una semplice presentazione di un libro, piuttosto un racconto fatto di parole, suoni ed immagini che hanno plasmato il free-acid-freak folk dagli anni 60 ad oggi. Una mappa sonica e visuale per l’orientamento, dedicata più ai neofiti che ai cultori che del genere sanno tutto o quasi. Musiche e visioni dentro un cerchio ininterrotto e come il titolo del video che presenteremo: “Be Glad for the song has no ending!”. Sto già fluttuando su Saturno al solo pensiero. Se invece la musica da sballoni fattoni non vi interessa e quel che volete è una bella botta di pagan-epic-folk-viking metal da far sborrare nell’armatura Odino mentre va alla guerra ecco per voi Moonsorrow, Tyr e Crimfall al Sottotetto (dalle 20.30, ventitré euro), e il gjallarhorn continua a risuonare. Ci sono anche i Junior Boys in supergay analog fattanza al Locomotiv (dalle 22.30, dodici euro più tessera AICS). Giovedì al Teatrino degli Illusi è di scena l’associazione a delinquere dei temibili fratelli Angeli(uno fotografa, l’altro suona la chitarra sarda preparata), dalle 22, un trip vero. Venerdì tra mafiosi ballerini, guitar heroes lesbici, jazzisti flippati e romagnoli urlanti sensibili ce n’è per tutti i gusti: rispettivamente, The Good Fellas al Locomotiv (22.30, dieci euro più tessera AICS), Kaki King al Bronson (21.30, dieci euro), Turbo Trio al Bartleby (21, gratis) e LaQuiete + Distanti al Covo (22, ??? euri). Sabato Chicks On Speed in live djset transgender pilotato al Locomotiv (22.30, dieci euro più tessera AICS), oppure festivalino foriero di gran legnate all’Ekidna a Carpi – ci suonano anche gli Storm{o}; info e flyer da stampare, fotocopiare e far girare Qui. Domenica The Field al Bronson (21.30, quindici euro) oppure The Babies al Mattatoio. È attiva la nuova casella postale per consigli, suggerimenti, minacce di morte, segnalazioni di bar mitzvah e quant’altro: lagendinadeiconcerti(at)gmail(dot)com. Scriveteci…
però, andiamoci cauti perché, anche lì, bisogna non cadere dall'ottavo piano per facile entusiasmo. (Giovanni Trapattoni)
A meno di 48 ore dalle dimissioni di Berlusconi e quando tutto quello che veramente vorrei è drogarmi pesantemente da qui al 16 dicembre arrivano invece i Pulling Teeth, questa sera al Voodoo Club a Comacchio per una scarica di hardcore old school da bulletti muscolosi che i denti ce li spaccheranno a noi; aprono i bulletti introspettivi Seraphim e i revivalisti di certo screamo preso male che fa tanto anni Zero Gods And Queens (dalle 22, otto euro più tessera ARCI). Martedì un cazzo, ci si cura gli ematomi. Mercoledì Ahleuchatistas (Qui il nuovo disco in streaming) al Teatrino degli Illusi, MeryXM in assetto hip hop battagliero e per chi vuol morire lentamente c’è pure l’irsuto Josh T. Pearson al Locomotiv (ore 22, dodici euro più tessera AICS). Giovedì ultramegagay fattanza al Clandestino con il fantastico viaggio omosessuale dei Captain Ahab (dalle 22, gratis), ancora a Faenza con Cannibal Movie e amici al Tesco (Qui tutte le info, Qua il gigamegaflyer che a fissarlo intensamente ti cava via almeno un paio di diottrie), doppietta di gruppi con nomi orribili ma che musicalmente spaccano i culi all’Elastico, e nientemeno che Fabio Concato in jazzy associazione a delinquere al Bravo Caffè. Venerdì lasciatevi crescere la barba e rispolverate quei bei camicioni di flanella da taglialegna autistico che portavate nel 1993 (se nel 1993 non eravate ancora nei coglioni di vostro padre), arrivano i Pinback al Locomotiv (dalle 22.30, tredici euro con tessera AICS); oppure ancora Cannibal Movie ma questa volta allo Zuni. Sabato oltre alle solite cose (Fleet Foxes all’Estragon, Shigeto al Locomotiv, Paul Van Dyk al Link) meritano una segnalazione Wolves in the Throne Room (con Wolvserpent di spalla) nella location più improbabile di sempre (dalle 21.30, dodici euro) e i Crash of Rhinos che tanto piacciono a noi vecchiacci rincoglioniti in vena di amarcord di quando l’emo era qualcosa di rispettabile, assieme ai parimenti revivalistici Distanti al Valverde a Forlì (dalle 21.30, GRATIS con tessera Arci). Domenica di nuovo al Clandestino, c’è Andre Williams, imperdibile è dire poco, e si accelerano le pratiche per dedicare alla Morena una statua o una piazza davanti a un ipermercato…
Non bastasse, qui sotto i flyer di due bei festivalini che avranno luogo nel fine settimana tra Bologna e Carpi; cliccateci sopra per accedere alle relative info .
Se ci sia o ci faccia ormai non ha più importanza, ammesso che ne abbia mai avuta: a ottant’anni compiuti, più di due terzi dei quali spesi a intrattenere alla grande miliardi di esseri umani soprattutto via tubo catodico (ma senza disdegnare fulminee incursioni nel mondo del cinema, della musica registrata e dell’editoria), William Shatner può permettersi qualunque cosa. Anche di uscirsene con un triplo concept/cover album tra i più balzani, sconclusionati, improbabili e farneticanti di sempre per un’etichetta nota ai più come dispensatrice di metallaccio di ultim’ordine, punk orribile e rockettaccio gotico per tamarri di periferia in anni in cui portavamo ancora i calzoncini corti; Cleopatra Records era il marchio che associavo ai dischi brutti dei Christian Death, al limite a qualche ciofeca random con ragnatele e tizi truccati da puttana in copertina, comunque roba da evitare come la peste se non volevi sprecare i soldi quando i dischi ancora si compravano; oggi, non so se è più forte l’effetto nostalgia provocatomi dall’aver rivisto un logo che credevo sepolto per sempre nei recessi più inutili della mia memoria o lo sgomento di fronte a un disco che travalica di diverse galassie il concetto di so bad it’s good, disintegrando in un sol colpo intere gerarchie di abbruttimento, rimodellando di fatto nuovi standard in termini di perturbante e gratuito, e rendendo ogni possibile termine di paragone una stronzatina assolutamente normale e nemmeno divertente. Seeking Major Tom è, nei fatti, una raccolta di cover di brani spesso famosissimi riassemblati e in qualche caso riadattati (cambiando gli arrangiamenti o perfino alcune linee di testo, alla maniera degli Slayer di Undisputed Attitude) in modo da delineare una continuity che sta tutta nella testa di Shatner, una storia vera e propria con un inizio, uno svolgimento e una fine, protagonista il “maggiore Tom” del titolo, che assurge a vita propria prendendo le mosse dal pezzo di David Bowie via il seguito apocrifo di Peter Schilling e si muove nel tempo e nello spazio attraversando – in ordine sparso – U2, Steve Miller Band, Deep Purple, Elton John (Rocket Man, c’era da chiedere?), Thomas Dolby, i Police (indovina? Walking on the Moon), Norman Greenbaum, i Queen, naturalmente gli Hawkwind, K.I.A. (robaccia famosa solo in Canada), The Tea Party, perfino Frank Sinatra (e non Fly Me to the Moon ma la sua versione di Lost in the Stars di Kurt Weill), Pink Floyd, Byrds, Golden Earring, Black Sabbath (Iron Man, agghiacciante) e Duran Duran (coerentemente, Planet Earth), il tutto rivisitato per l’occasione da un esagitato Shatner, convinto di stare recitando il ruolo della vita in una cornice che più camp non si potrebbe; roba che al confronto l’opera omnia di Meat Loaf diventa il demo autoprodotto di una cover band dei Discharge. Lo stuolo di ospiti poi è qualcosa di inimmaginabile, da Michael Shenker a Wayne Kramer, da Bootsy Collins a Lyle Lovett, da Peter Frampton a Dave Davies passando per Sheryl Crow e Zakk Wylde, e verrebbe da riportare per intero la lista dei guests tanto non ci si crede. L’insieme è impossibile da raccontare a parole, bisogna passarci in mezzo; per meno di 24 ore l’album è stato in streaming integrale su Soundcloud ma ora la pagina sembra sia stata rimossa o qualcosa del genere. L’edizione in doppio CD sta a quattordici dollari su Amazon americano e potrebbe essere il miglior regalo che decidiate di farvi così come una valida alternativa alla lobotomia frontale (e non è detto che i due concetti debbano escludersi a vicenda); io, è da un paio di giorni che sto pensando a come uscirne. Non è che abbia ottenuto buoni risultati finora, anzi.
Com’è andata a Roma? Avete incendiato tante cose? Gli sbirri vi hanno fracassato il setto nasale? In Rete siete stati segnalati come black bloc da qualche spione telematico anche se sabato pomeriggio eravate a casa a grattarvi il culo? Niente paura, in ogni caso questa sera ci pensa Michael Franti a dispensare camionate di peace & love in dosi da sedare anche un plotone di giaguari inferociti; al Vox di Nonantola, dalle 21, trenta euri. Martedì invece si torna a legnare: al Blogos i thrash revivalisti Gama Bomb più altri degni compagni di merende (Sworn Amongst, Chaos Theory + guest; dalle 22, dieci euro), mentre all’Estragon è di nuovo tempo di epiche battaglie, colossali scorpacciate di selvaggina e mastodontiche sbornie sidro pilotate, scatta l’Heidenfest 2011 e il gjallarhorn risuona ancora (dalle 21.30, trenta euro). Mercoledì Napo è nella casa: dalle 20.30 a MeryXMprima presenta il suo fumetto poi il nuovo set dei Uochi Toki con disegnini on the fly, il tutto come sempre gratis et amore. Che storia, gli US3 sono ancora in giro… te la ricordi Cantaloop? Sempre mercoledì ma al Bravo Caffè, dove poi giovedì arriva Martina, che storia (e due)… Venerdì sti gran cazzi de I Cani al Covo: gran colata lavica black post metal all’XM24 con Altar of Plagues, Marnero, Gottesmorder e Rotorvator (dalle 22, quattro euro), oppure CAMPING, nuova installazione per Hundebiss Nights al RAUM con live di Jaws, Popol Gluant e Sea Urchin e proiezioni di deliri in VHS opera di James Ferraro e Hype Williams (non quello famoso). File under: incredibly strange music, ma con le palle (dalle 22). Sabato il delirio è addirittura triplo: Righeira al Locomotiv (dalle 22.30, dieci euro più tessera AICS), Acid Mothers Temple al Calamita a Cavriago (dalle 22.30) oppure STARLICKER (Rob Mazurek, Jason Adasiewicz, John Herndon) all’Area Sismica a Forlì (dale 22.30). Se domenica siete ancora vivi poi si può sempre fare la doppietta Acid Mothers Temple al Sidro Club a Savignano (dale 21.30, dieci euro più tessera due euro, posti limitati)…