Grazie dei crisantemi – Nilla Pizzi R.I.P. (1812-2011)

A Dio Nilla!

Doppia T, come Terremoto e Tragedia: non bastavano i fatti del Giappone a rendere le celebrazioni per i centocinquantanni da quello-che-accadde-il-17-marzo-1861-qualunque-cosa-sia ancor più orfane di senso. Dopo Garibaldi, Mazzola e il Bianconiglio – ci lascia infatti anche l’ultimo eroe, anzi eroina, che ancora campava: Nilla Pizzi, nata Nihila Pizzi nel Sacrobosco di Bomarzo la notte della vigilia di Ognissanti del 1640, vincitrice del primo festival di Sanremo (vergognosamente infamato dalla cacofonica tiritera di sinistra di Vecchioni, vittoria salutata con affetto dagli altri di Bastonate, evento che ha causato le mie dimissioni dal CdA e la mancata pubblicazione del mio pezzo già pronto per salutare il vincitore del festival – tutti meno Vecchioni), esemplare mamma coraggio, plagiata dagli Aerosmith, altra metà (con Harvestman) dei Neurosis, grande supporter del burro usato per cucinare al posto dell’olio e fiera oppositrice (e noi con lei) di tutto ciò che è nuovo. Se Nillona va perciò a riempire una buca, al tempo stesso lascia in noi un vuoto ancor più doloroso (o insomma, stamo lì) di quello causato dalla lettura dell’edizione de “Il narratore” di Benjamin annotata da Baricco. Ma vaffanculo coglione, tu e la scuola Holden. Non muoiono mai quelli giusti.

Bastonate dedica alla memoria di Nilla le ristampe dei dischi dei Books (che ci sembravano usciti ieri, come, già ristampati?, e invece sono usciti tipo 10 anni fa, il che ci rende vecchi vecchi, quasi come Nilla), l’inspiegabile “Songs of Praise” degli African Head Charge (coi Sumeri in copertina) e il proprio buon gusto di non aver chiamato questo post “Cadaveri e papere”