IL DOWNLOAD ILLEGALE DELLA SETTIMANA (special edition feat. Leolino Bongiorno): Battles – Gloss Drop

è ufficiale: questa è una delle più brutte copertine di sempre. Sembra macinato di carne di infima qualità, ma magari è solo lana rosa, Big Babol o ciò che resta del costume del Tenerone del Drive-In 1985 circa

C’è gente in giro per forum musicali et altri simpatici siti specializzati che si sta già divertendo a sparare a zero sul nuovo disco dei Battles, che esce a giugno ed è stato anticipato da un singolo non troppo in linea con quanto fatto in precedenza dalla band americana. C’è chi pregusta le duemila battute al vetriolo che scriverà a giugno (le pregusta oggi senza nemmeno aver sentito il disco, o magari avendo sentita la solita copia watermarked esclusiva – e allora scrivine adesso, non a giugno che fa caldo ed io non ho voglia di mettermi di fronte allo schermo a leggere duemila battute al vetriolo), c’è chi già parla di una svolta in stile Animal Collective (sempre senza aver sentito il disco, o magari dopo aver sentito un fake confezionato dagli stessi spacciatori degli Animal Collective apposta per disorientare la gente) e chi afferma di essere già andato oltre Battles perché i (inserire un nome a caso, magari un nome di un gruppo che non conosce nessuno e forse manco esiste) sono senz’altro meglio perché c’hanno più senso ritmico, il fumo più buono, più groove, suoni più ricercati, sono più belli, sono più giovani, sono parenti di, escono per, suonavano con. Il mondo è bello perché è vario ed ovviamente io da liberale rispetto sempre e comunque le opinioni altrui (vere o false che siano), però sono piuttosto perplesso. Mi sembrano giudizi sparati alla cazzo di cane tanto per aumentare la propria autostima e nel contempo fare una bella figura in una cerchia ristretta di persone dedite all’ascolto di dischi scaricati illegalmente, ma magari mi sbaglio perché quando lurko forum musicali et altri simpatici siti specializzati lo faccio molto in fretta perché temo di essere scoperto (se mi scoprono rischio di abbassare la mia autostima) e non afferro il senso di ciò che viene scritto. Dovrò soffermarmi di più e leggere meglio, magari imparo cose nuove ma soprattutto imparo come si giudica un disco a prescindere dall’averlo ascoltato o meno.

Comunque io Gloss Drop, il disco nuovo dei Battles, l’ho già sentito e posso dire che è una figata. Me ne ha passata una copia esclusiva il buon Leolino Bongiorno (il figlio di Mike Bongiorno che hanno fermato ubriaco fradicio al volante della Porsche di un amico), raccomandandosi di non metterla assolutamente il rete altrimenti i Battles non lo avrebbero aiutato a ritrovare la salma di suo padre Miles (il correttore automatico di OpenOffice® sta iniziando a scrivere Miles Bongiorno, non capisco perché deve per forza tirare in ballo Miles Davis – o forse sì: Miles Davis e Miles Bongiorno andavano dallo stesso parrucchiere, Rolando il parrucchiere delle dive). Io sulle prime sono rimasto perplesso perché non capivo il nesso tra la salma di Miles Bongiorno, Rolando il parrucchiere delle dive e i Battles ma poi ho ascoltato meglio e mi sono addirittura entusiasmato perché il nuovo disco dei Battles suona esattamente come un qualcosa che sta a metà tra Miles Davis e l’edizione 1997 del Festival di Sanremo condotta da Bongiorno e vinta dai Jalisse (pettinati anche loro da Rolando, che cazzo di capelli avevano quando hanno vinto Sanremo???). Non ci credevo nemmeno ed invece i Battles sono vivi e lottano insieme a noi, ed oltretutto hanno avuto pure il coraggio di cambiare e di non replicarsi. Davvero bravi, ed un grazie a Leolino Bongiorno che mi ha regalato un copia esclusiva del loro cd ed ha migliorato notevolmente la qualità della mia vita attuale.

Piacerebbero anche a Miles Bongiorno, se solo potesse ascoltarli.

QUATTRO MINUTI: Helmet – Seeing Eye Dog (Work Song)

VIA
Il nuovo disco degli Helmet suona come un disco degli Helmet. I dischi degli Helmet suonano di un suono secco, tagliente, tecnico senza esser sbrodoloso, cattivo senza essere metal (ma anche sì), spedito senza essere RAWK. Gli Helmet sono il gruppo di Page Hamilton, probabilmente lo erano anche ai tempi dei dischi belli, sono stati fighi fino allo scioglimento (a me Aftertaste piace UN CASINO, in questo non mi allineo particolarmente all’opinione comune in merito, probabilmente troppo influenzata dal fatto di non averlo ascoltato) e qua dentro su ‘sto argomento non ci si divide. Se avete ascoltato gli sbagliatissimi Size Matters e Monochrome, invece, sapete che già un disco degli Helmet che suona tipo Helmet è una notizia di quelle da farti passare la sbronza nel giro di mezzo minuto. Allo stato attuale ancora non ci sono i pezzi, manco uno, manco per sbaglio, manco come ipotesi. Ma supponiamo che essendo Page Hamilton così giovane la cosa possa migliorare in futuro. Mi rimane qualche
STOP