DISCONE: The Third Eye Foundation – The Dark (Ici d’Ailleurs)

 
Continuo a non capire come mai Matt Elliott abbia voluto rispolverare l’antica ragione sociale Third Eye Foundation, dal momento che poco o nulla è cambiato rispetto alla più recente fase nel segno delle ‘Songs‘: la materia sonora di The Dark è infatti praticamente la stessa di prima, strati su strati di dolentissime note di chitarra piano violini tzigani il tutto poi riprocessato elettronicamente e mandato in loop sopra un coro di “oooh oooh” fantasmatici da qualche parte lontano nella nebbia, giusto con qualche spippolamento in più di manopole sul campionatore (ad opera dell’amico Manyfingers e di un tizio francese che si fa chiamare “Cappellaio Matto“). L’unica vera differenza è che questa volta non ci sono più i testi, sostituiti da lamenti senza parole che racchiudono in sè tutta la rabbia e l’impotenza e la frustrazione e la disperazione del mondo; ma il mood da guerra armata, da resistenza silenziosa, da ingiustizie incassate e soprusi mandati giù con la sola forza della speranza in un riscatto che tarda a manifestarsi, quel mood è lo stesso di sempre. Ogni suono, ogni movimento, ogni passaggio di un album letteralmente commovente per ispirazione e rigore non è altro che la resa in musica del furore dei vinti, dello sdegno dei milioni di umiliati ogni giorno dai maiali che ci circondano. Fin troppo emblematici in questo senso i titoli: Anhedonia (termine psichiatrico che descrive l’incapacità del paziente a provare piacere), Pareidolia (da wikipedia, la tendenza istintiva e automatica a trovare forme familiari in immagini disordinate; questo è il secondo risultato che compare digitando “pareidolia” su Google Immagini), fino alla conclusiva If You Treat Us All Like Terrorists We Will Become Terrorists, che se ci pensate bene è l’esatta condizione in cui viviamo attualmente. The Dark è probabilmente il disco “politico” tout-court del decennio, secondo solo a Omega di Robert Hood, pilastro assoluto di radicalità e visceralità morale pressochè impossibile da eguagliare; emblematico che in entrambi i dischi non venga pronunciata una sola parola.