Maurizio Blatto

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Se scoppiasse la guerra dei giornalisti musicali, con da una parte i ragazzetti della critica (alcuni dei quali vanno verso i quaranta) infoiati giovani sparasentenze e flippati di web, e dall’altra i vecchi bacucchi (alcuni dei quali poco sopra i venti) ossessionati dalla professionalità e dal senso della misura, l’unico che potrebbe portare la pace sarebbe Maurizio Blatto. Di giorno lavora in un negozio di dischi (Backdoor) a Torino, di notte scrive di musica. Ha pubblicato un libro, s’intitola L’ultimo disco dei mohicani, che secondo me dovreste leggere. Lo intervisto oggi perchè domani è il Record Store Day.

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A quanto ricordo sei sempre stato piuttosto critico nei confronti del Record Store Day. L’anno scorso fu una cosa abbastanza comica, in effetti: ricordo per dire che l’evento ufficiale milanese fu tenuto inun teatro, il Dal Verme, con un banchetto dei negozianti che volevano aderire nell’anticamera. Ecco, suppongo che sia un po’ il punto da cui partire.

È vero. Non mi è mai piaciuto moltissimo il RSD. Ho sempre avuto la sensazione di essere il panda che si incazza con il WWF e dice “Ma ve l’ho chiesto io?”. Non è snobismo, malattia dalla quale sono tutt’altro che indenne, ma un’analisi dei fatti. Ne ho scritto con il consueto medio livore su Rumore di aprile, e ricapitolo velocemente. Chi ha un negozio di dischi, un certo tipo di atteggiamento ce l’ha sempre, ogni giorno. Altrimenti sarebbe già morto, con la serranda tirata giù, sul gozzo. Everyday is a record store day, credimi, per passione vera e sopravvivenza conseguente. Vale a dire che se hai un negozio di dischi e non condividi ed esprimi la tua comune malattia con i clienti, allora “non sei”. Poi le pubblicazioni “esclusive” per il Record Store Day, ecco qui c’è da ridere. La maggior parte sono schifezze e quelle intriganti (torno a dire, con buone eccezioni italiane, citofonare Audioglobe) e straniere vanno direttamente su Amazon e la Fnac. Quelli sono i cari e vecchi negozi di dischi che vogliamo preservare? Sì? I luoghi poco puliti in cui annusiamo i nostri simili? Sì? E se poi vogliamo festeggiare ugualmente, non sarò certo io ad andare a recitare i Vespri e a tirarmi indietro. Ma ecco, per dire, da Backdoor l’hanno scorso abbiamo pranzato dentro il negozio, con tanto di panche, sgabelli, gorgonzola, cotoletta in carpione (letale) e megamix selezionato di sottofondo. Questa mi pare una forma di appartenenza migliore di un 7” di qualche folksinger bollito con una versione alternativa sul lato b pubblicato, apparentemente, soltanto per il nostro godere. Io li amo quasi tutti i negozi di dischi, gli scatoloni ai mercati e i banchetti ai live. E faccio spesso un gesto apparentemente situazionista: ci compro qualcosa. Buffo? Non siamo lì per quello?

Giusto per tirare giù qualche numero: di quante persone è composta la clientela di un negozio di dischi come il tuo? Quanti di questi sono ultra-affezionati e quanti no? quanto incide il RSD rispetto al normale venduto?

Difficile stimare una clientela, ma lo zoccolo duro si aggira intorno a una cinquantina di persone, forse qualcosa di più. Poi, fortunatamente ci sono gli occasionali, i clienti per corrispondenza e gli “stagionali”, come i camerieri estivi, gente che viene e poi sparisce. Tra gli ultra affezionati c’è poi un manipolo di eroi con il quale condivido legami di amicizia strettissimi. Anche al di fuori del negozio. Il RSD non incide molto, francamente. Ci sono questi tipi, per me incomprensibili, che vedi soltanto in quell’occasione, ma tanto è gente che cerca edizioni che manco si trovano a Londra e New York. E loro pensano di pescarne venti copie da me, che nonostante tutto cerco di spiegargli la bellezza di tante stampe “ordinarie”. Così mi sono innervosito e l’anno scorso ho preparato una cinquantina di “fake”. Tarocchi del RSD. Ho preso delle schifezze di 7”, merda che non voleva nessuno nemmeno a 50 centesimi e ci ho incollato un’etichetta con scritto “esclusiva Backdoor Record Store Day 2013”. La gente non sapeva come comportarsi, ma comunque, nell’incertezza, li prendeva. Ne sono certo, diventeranno rari anche quelli, mi aspetto di trovarli su ebay fotografati da qualche gonzo.

Se uno lavora un po’ di testa su quello che dici viene naturale pensare che uno dei principali nemici del negozio di dischi sia quello che moltissimi dicono che lo salverà, vale a dire il mercato delle edizioni speciali e dei tripli vinili e insomma la roba per i collezionisti. che in realtà sottintende l’esatto contrario dello spirito con cui sono sempre entrato nei negozi -nel senso, l’edizione super-speciale e super-costosa presuppone acquirenti che sappiano già qualunque cosa del gruppo che stanno comprando, mentre in un negozio si entra per scoprire cose nuove, vedere una copertina ed essere stregati, eccetera… no?

Sì, io sono d’accordo con te. Anche perché come sempre, in quell’ambito si è esagerato. Ormai è tutto limitato, numerato, deluxe, handmade. Troppo. A me piace la cura dei dettagli, l’amore che traspare per l’oggetto, ma non apprezzo quelli che fanno dieci copie con dentro le fotografie, un filo d’erba del giardino, i capelli della fidanzata, che li esauriscono dopo due minuti e quando provi a ordinarli ti dicono “bastava muoversi in fretta”. Pregare ai convertiti o produrre per la tua bocciofila non mi entusiasma. Facciamo le cose nella speranza di diffonderle e che vengano apprezzate. Pagate il giusto, ma pagate. Sembra ormai che tutto debba essere esclusivo, che (l’apparente) normalità di un bel disco non interessi più. Distorsioni della pseudo modernità. Una volta ho visto la pubblicità di Eataly con un pompelmo in edizione limitata. Ecco, di fronte al pompelmo in edizione limitata, io preferisco la scatoletta di tonno.

E la questione vinile VS CD? Leggo settimanalmente di questa rinascita del mercato per merito del vinile. L’altro mese è uscita fuori una statistica secondo cui in gran bretagna si vendono tipo seicentomila vinili all’anno, per cui insomma, un po’ poco. Come stai messo tu in merito alla questione?

Io sono sempre stato un fan del vinile, ma non un talebano, nel senso che compro anche cd. Ma il vinile è e rimarrà per sempre il formato definitivo. Commercialmente per Backdoor è sempre stata una sicurezza, anche quando davvero non lo seguiva più nessuno. Indiscutibile che sia seducente anche per i giovanissimi, che magari lo comprano come feticcio di qualcosa che hanno scaricato. Ma, attenzione è qui il passaggio saliente, che hanno anche amato. E allora pagano una sorta di debito di riconoscenza glorificandolo con la sua rappresentazione migliore: il vinile. In termini di vendite da me è sempre stato preponderante, sempre. Pur in un mondo dove tutto è già disponibile, una buona mossa è stata mettere il codice per il download dentro alle confezioni. Hai i tuoi due formati, legali, e sai di aver supportato un artista e un’etichetta che stimi. Non è una cosa da poco. Risibile magari, ma per me è un bel sinonimo di “acquisto consapevole”. Dovendo dire, lamento un certo aumento di prezzo alla fonte, il rischio è di spremere questa magari piccola ma fedele fetta di mercato e appassionati. In ogni caso, vinile uber alles.

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Passo oltre. Maurizio Blatto, firma di Rumore e chissà che altro. Vecchia scuola, ma i suoi pezzi hanno un quoziente autobiografico quasi più elevato di quello dei blogger. come mai?

Parlare di musica ha ancora senso se riesce a essere narrativi e l’esperienza personale (giudizio, ma anche passione) traspare con evidenza. E allora, essere autobiografici aiuta. Banalmente sono da sempre immerso nella musica e scindere vita e ascolti, spesso ha poco senso.

Io sono anche un grande fan di chi mi racconta quasi sempre la stessa storia (i Fall, Woody Allen, Mark Kozelek, Lansdale…), temo sia un retaggio del mio essere torinese/piemontese, terra dove talvolta la noia e la ripetizione sono della armi di distruzione di massa. Ma sinceramente mi piace chi mi racconta (bene) il suo “ardore” personale, cosa lo entusiasma, perché, il locale elevato a “mondo”, le cazzate quotidiane da cui filtrano verità. Ho voluto che fosse la mia cifra. Stilisticamente poi, ti permette anche di andare avanti all’infinito, mettendoci dentro quasi tutto.

Io sono sinceramente curioso rispetto alle persone che incontro, ma per contraltare detesto facebook (dove non sarò mai), all’interno del quale molti reagiscono di pancia, immediatamente schierati, spesso violenti. Il mio secondo retaggio torinese è un rispetto quasi religioso per l’”educazione”, ammissione che farà di me un old old old school, ma pazienza. Sono saturo di cinghiali, persone che esprimono giudizi non ponderati, rancorosi. Il salto da fanzine a facebook è esattamente questo. Allora raccontavi i cazzi tuoi, ma dovevi stamparli e spedirli. La fatica del farlo implicava una misura e una ponderatezza che oggi sono spesso inesistenti. Il guaio è che non possiamo sempre e a qualsiasi ora dire cose interessanti o intelligenti. Chiaramente ho delirato e tracimato oltre i confini della domanda.

Una volta Pecorari mi rispose una cosa simile, parlando della differenza tra scrivere quello che si pensa e pensare a quello che si scrive. però quello di facebook credo che spesso sia fanatismo, nel senso di “fan” per così dire, cioè, hai a che fare con un amore ed un odio diverso. e le conversazioni noiose su Facebook sono DAVVERO noiose. non lo so. Riguardo al resto, credo che la tua roba funzioni perchè quando leggo un pezzo penso che avrei potuto scriverlo io ma peggio, cioè di essermi trovato in quella situazione esatta con quel gruppo esatto. E questo anche per uno che legge è impagabile, ma forse da un altro punto di vista è la morte della critica e l’inizio di una dimensione narrativa, un po’ alla Rolling Stone. no?

So che a risponderti che non conosco bene lo stile Rolling Stone faccio (again) la figura dello snob, ma è così. Quindi non saprei. Ma di sicuro, dipende dove e su che cosa stai scrivendo. Mytunes, la mia rubrica storica di Rumore (a maggio diventerà un libro), dove prendo una canzone e la uso come perimetro per narrativa e minima storia musicale, è la zona dove mi diverto di più e all’interno della quale sono sicuramente più libero. Se recensisco un disco, invece, allora limito l’autobiografia e giudico. Poi c’è da dire che la critica musicale su carta è ormai cosa ben diversa da quella sul web. Sei per forza di cose in ritardo e io, più che un limite, voglio percepirlo come un lusso. Permettermi una sorta di “ultima parola”, magari formalmente diversa. E quindi più narrativa. I tempi dilatati delle riviste dovrebbero essere un’occasione per una critica anche più netta, fatta tempo dopo. Se ti fai prendere dall’affanno dell’arrivare primo sulle cose, hai già perso in partenza.

Non scrivi mai per qualcuno sul web?

ho scritto, e con piacere, una cosa per il mixtape fanclub,  tanto per cambiare sugli Smiths. Da quando su Rumore non c’è più il privè, lo pubblico sul sito del mio negozio.  Non mi viene in mente altro. Non che mi rifiuti, ma un po’ non me lo chiedono e, soprattutto, non ho davvero tempo. Il lavoro, la famiglia, leggere, ascoltare dischi, i concerti, le mie partite di squash.  Tutto banale, mi rendo conto, ma non rimane molto tempo libero, quindi seleziono.

E poi mi piace anche essere pagato per quello che scrivo. Dopo tanti anni, ritengo sia doveroso (“Doveroso” è rivolto a me stesso; una forma di auto-rispetto per mio lavoro, anche se nessuno lo considera tale). Non che altrove abbondino, ma sul web quasi mai, purtroppo, ci sono risorse.

E leggerlo, invece, lo leggi?

Sì, più di una volta. Seleziono moltissimo anche qui, preferendo quelli che hanno un’idea di fondo. I pochi che sanno essere anche divertenti, lo humour latita drammaticamente nel mondo della scrittura musicale. Non mi piacciono i contenitori di recensioni,

quelli che scimmiottano la carta stampata, i rancorosi a costo zero.

Le riviste su carta mi seducono sempre. Per bellezza e abitudine. Ma anche per comodità. Tieni conto che io non posseggo smartphone o ipad, quindi una bella rivista in borsa o al cesso ha sempre il suo perché. Compro Rumore (non so attendere la mia copia) e Blow Up regolarmente. Talvolta Mojo e Wire.

Recentemente ho messo giù questa specie di teoria secondo cui lo humour fa male alla musica (e per conseguenza alla critica musicale), non so dire perchè esattamente, ma ha questa caratteristica (non tanto lo humour in sè, direi più l’ironia) di mettere tutto in prospettiva e far pensare che in fondo ci sono temi più grossi al mondo. ecco, un po’ quella seriosità tipo “scriviamo di questa cosa e fareste bene ad ascoltarla perchè è importantissima”, nel leggere riviste, mi manca molto. paradossalmente è più probabile trovarla in pezzi che recuperano roba di serie B, musica trash eccetera. 

Capisco quello che dici. E sono d’accordo sulla necessità assoluta di sbilanciarsi e quasi obbligare i lettori ad ascoltare ciò che riteniamo indispensabile. Io lo faccio e se conosco personalmente qualche gruppo (come capita inevitabilmente con gli italiani), ma ritengo siano fenomenali, lo dico espressamente e “spingo”. È più sull’idea generale che manca lo humour, sulla capacità di prendersi alla leggera, anche nelle proprie debolezze di ascoltatore e autore. Sulle manie, sull’approccio alla Calvino Italo (leggerezza “seria”) e non alla Calvino Giovanni (la serietà che divide, di qui i veri, di là i finti). Capisco che a vent’anni sia meno semplice, tendi a essere totalizzante, manicheo. Ma con il tempo sarebbe bene rilassarsi un po’. Anche perché certe verità “passano” persino più facilmente.

Però mi sembra abbastanza chiaro, almeno a me, che le pubblicazioni di musica siano in una fase interlocutoria. Svolta retromaniaca di blow up, in Gran Bretagna mi dicono questo mese la rivista più venduta sia Classic Rock… Non so se è il modo di progettare un futuro, no?

Il passato è sempre sicuro. C’è questa idea che il presente tocchi al web e la storicizzazione alla carta, ma non deve essere necessariamente così. È anche vero che il pubblico che compra le riviste non è un pubblico, per la maggior parte, giovane. Quindi, commercialmente parlando, immagini di dover offrire uno sguardo sul classic rock, più che uno sulla contemporaneità. Quando scopro che c’è ancora gente che vorrebbe un bell’articolo su Hendrix con discografia in chiusura, mi vengono i brividi, ma sono più di quanto si immagini a desiderarlo. Per questo dico che su quel tipo di musica puoi inserirti soltanto con un taglio narrativo. Possiamo ancora dire qualcosa noi, da qui, sui Joy Division? Quando Mojo ha intervistato magari anche il cartolaio dove Ian Curtis comprava le squadrette quando andava alle medie? Onestamente no. Allora l’unica possibilità è il filtro autobiografico, letterario. Che è difficile, perché l’autoreferenzialità può essere rischiosa, ma mi pare l’unica via. E’ vero che Blow Up è molto più retro di una volta, ma sinceramente mi pare che lo faccia sempre con uno sguardo interessante. Poi dipende sempre da chi scrive. Per esempio l’articolo sugli Squallor di Stefano Isidoro Bianchi era un capolavoro. Devo dire che Rumore mi pare un buon compromesso, si è aperto a temi e firme nuove. Io mi aspetto il racconto di qualcosa che non so o non ho “padroneggiato” bene da gente che ha la metà dei miei anni. Sempre che abbia la voglia di impegnarsi seriamente sulla qualità della scrittura. Ogni tanto mi arrivano delle cose scritte con i piedi, accenti a cazzo, nessun controllo ortografico. La sciatteria lessicale è intollerabile, divento una bestia. Nessuno ti ha obbligato a scrivere, non ci sono ritorni effettivi (soldi? promo? fama?), quindi deve per forza piacerti. Allora dimostralo, abbi cura di ciò che fai. A cominciare dal testo delle mail che mi mandi.

Da persona che sta dietro a un banco: il modo in cui un dato disco viene trattato su certe riviste fa ancora cambiare il numero di pezzi venduti?

Onestamente sì. Dipende molto dalla firma, ma si riconosce ancora un’autorevolezza alla recensione. Se sei uno apprezzato, il lettore (che spesso è anche un compratore) si fida. O quantomeno è curioso. La tipologia del cliente che arriva con la rivista con i titoli evidenziati o con la lista della “spesa” (fortunatamente) esiste ancora. Nonostante l’accessibilità immediata, sono in molti a richiedere una “guida” tra le mille uscite.

FAMMI UN ESEMPIO DAI, dimmi un caso in cui funziona così.

A costo di sembrare uno che si autoincensa (la recensione era mia), ti direi “Sparso” degli Altro. Tutti sapevamo che era una grande band e ne avevamo parlato spesso, ma farlo disco del mese su Rumore li ha portati “all’onor del mondo” e le vendite sono state nettamente superiori, perché hanno agganciato  un pubblico diverso. Anche Blow Up incide parecchio, soprattutto sui titoli più “oscuri” o quando aggancia bei dischi di pop laterale come “Descender” di Andrew Wyatt. King Krule disco dell’anno per Rumore l’ha fatto schizzare in alto negli acquisti.

Conosco comunque gente che, a priori, compra i titoli boxati di Rumore e Blow Up. Poi certo, io (come altri negozianti “indipendenti”) faccio la mia parte, ma quantomeno un classico “chi hanno fatto disco del mese?” non scappa mai.

Il Blatto negoziante consiglia dischi diversi dal Blatto giornalista? Io non vendo dischi ma credo che consiglierei dischi diversi. 

Sicuro. Anche perché non sempre recensisco dischi che mi piacciono, raramente richiedo qualcosa e quasi sempre mi vengono assegnati. Da negoziante poi, devi saper consigliare bene generi che magari non sono esattamente i tuoi. Per esempio la psichedelia è un settore rilevante per le vendite, io la conosco bene, ne seguo le uscite, ma ne compro una piccola parte per me. Ci sono poi dischi con i quali ti identifichi e diventa naturale proporre. Per esempio credo che, forse per compiacermi, quasi tutti qui abbiano comprato 1972 di Josh Rouse. In ogni caso io lo ammetto sinceramente “a me non ha fatto impazzire, ma credo potrebbe piacerti”, non c’è nulla di male.

Pikkio Music Awards 2k13 (parte 2)

L’intro è nella prima parte leggetevelo se volete capire il 2k13 in musica!!! E ora ecco le 18 categorie delle cose musicali 2k13! Ricordatevi la terza parte sarà quella in cui ci saranno i DISCHI DIO quelli proprio DIO.

"2k13" (opera d'arte di https://soundcloud.com/ragazzodiperiferia )
“2k13” (opera d’arte di https://soundcloud.com/ragazzodiperiferia )

SGRAKKIO (il vero suono del 2013 è stato lo SGRAKKIO, ne noise skranno ne sgrattoa rusty, ma proprio quel suono de sgrakkio alla gola in rigoroso ordine alfabetico)

Kyle Hall – The Boat Party LP (Prendi la house sgrakkiala male, dentro 10 cassette sgrakkianti e hai il boat party di Kyle Hall)
Deerhunter – Monomania (tutto Monomania sgrakkia male già dal primo pezzo, ma lo fanno un po’ tutti i dischi garage rock (anche se non con sto suono skrotale), il fatto è che in Monomania c’è il primo esempio di assolo di SGRAKKIO DE CATARRO (escluso tom waits) nel pezzo T.H.M.)
Kanye West – Yeezus (Kanye West è uno JEZU’ COGLIONE perché con Yeezus ha creato il primo esempio di SGRAKKIO HD tipo che ne so ricostruire con 300miliardi delle rovine scrause però con materiali pregiati. Senza motivo. Unico disco che mi piace veramente di Kanye West e poi infatti ho scoperto che al mitico Lou Reed (RIP) piaceva per gli stessi motivi miei. Quindi c’ho ragione io e mi metto a cantare HEAVENLY ARMS REACH OUT TO HOoOOOLD MEEeE con il fantasma di Lou evocandolo nella mia casa in un cortocircuito con la prima canzone “my house” di Blue Mask dove Lou evoca lo spirito del suo mentore cortocircuito triplo visto che invece heavenly arms è l’ultima canzone di blue mask!! ahahah quanto sono POSTMODERN(O))) RETROMANIA REVENANT IL FANTASMA EL PHANTASMO HD SOLDI FINANZA etc.)

#CIVOTI (quei dischi che dici “ammazza belli!”, ma poi pure sticazzi nonostante tu li apprezzi come artisti e il disco è piacevole. in rigoroso ordine alfabetico)

Machinedrum – Vapor City (Bravo Machinedrum! un bel piano liquido una ritmica fooworkjungle tutto perfetto, pare sempre tutto perfetto, ma poi rimetti su Room(s) che essendo uscito su Planet Mu e non su Ninjatune era più dritto e aerodinamico senza lo spauracchio del dire/fare/ammorbidire)
Matmos – The Marriage of True Minds (I Matmos li amo poi quest’album ha titoli e intenzioni bellissime, sviluppo electro malato bello, psicoterapie e mentalismi, ma poi metti su la musica di Ape Escape 3 e te lo dimentichi. Credo sia un capolavoro ma lo riaggancerò nel futuro. Per ora #CIVOTA)
MGMT – MGMT (MGMT video e canzone loop sgrakkio2k13 con your life is a lie, ma poi l’album m’ha rotto li coglioni mica ho capito perché visto che è pure più pazzo degli altri dischi. Gli ho pure dato tante chance! Sarà perché #CIVOTA)

SO HD IT HURTS (quei dischi così HD che ti fanno spaccare la faccia contro il muro dei 1440p)

Rustie – Triadzz/Slasherr ep (Rustie continua imperterrito il suo trip fatto di Sonic Generations, ITALIA…. UNO!!!! e pasticche HD)
Jackson and His Computerband – Vista *Hudson Mohawke Remix* (MINCHIE IN AMORE/CAZZI TAGLIATI per il pacchian-francese Jackson che si unisce con l’HDGOLENBOY e TwitterStar scozzese HudMo in questo remix che è ai limiti del 1440p)
Atom™ – HD (album intellettual/politico sul POP in HD, che però è cazzismo come dev’esse l’HD e in più da un senso agli scassamenti di palle techno brutta spacciata per arte dell’ultima Raster-Noton)

BonusKanye West – BOUND 2 (il video! perché contiene cose non descrivibili per il genere umano in quanto oltre il 1440p oltre il muro della megalomania e dell’universo riproducibile)

SNAZZICACHANNEL (dischi per snazzicare a casa, in disco o in auto)

Thundercat – Apocalypse (Thundercat già noto bassista di Flying Lotus migliora la sua formula fusionphuturo diventando più aeroso e funky, per snazzicare in scioltezza ho scelto il pezzo più classic dedicato ai suoi amici Lotus e Jondy!)
Syclops – A Blink of an Eye (Maurice Fulton aka Syclops aka ER FRONTE ci fa saltare tipo insetti in Jump Bugs! IN generale il disco è Gran Snazzicamento in uno SkrotoClub Houzz)
Omar-s – Thank You For Letting Be Myself (Omar-S ci ringrazia che l’abbiamo lasciato esse se stesso e ci fa snazzicare da Detroit in stile Out-Run!)

INSTICCHIAMENTO (i dischi di ritorno verso l’utero/la morte-la vita eternity loop)

Boards of Canada – Tomorrow’s Harvest (nothign is real. i boards of canada ci dicono che nulla è reale se non l’insticchiamento mummia per sfuggire all’apocalisse dei semi della morte)
Flaming Lips – The Terror (il terrore di una vita senza amore, ma tanto ti devi insticchiare lo stesso)
Daft Punk – Random Access Memory (vitamortevitamorte pacchian hd insticchiamento opera’70 sbagliati. give me something real.)

DISCHI GAMING (dischi con cui ho giocato bene ai videogiochi in rigoroso ordine alfabetico)

Kenobit – Kenobit (se volete correre più veloci di tutti a Trackmania2 dovete assolutamente mettervi in loop l’album di Kenobit come faccio sempre io. TURBOTUTTO8BITBLASTO ULTRAMODE ON)
Knx. – Anthology (se volete fare più trick maledetti e sfidare la morte con la vostra motocross a Trials Evolution togliete la sua orrida colonna sonora e mettetevi l’antologia di Knxwledge! Swaggherete rombando e sarete un tutt’uno con gli ammortizzatori!)
Polysick – Daydream (Se volete giocare 52 ore di seguito a Civilization mettetevi in loop Daydream di Polysick vi terrà in stato di lucido sogno di conquista del mondo!)

Bonus: Parallax & Shaders (compilation gratise di cover di musiche di videogiochi superpsychodeludica e dentro c’è pure la mia band Rainbow Island che rifà Cannon Fodder, SPAM)

BLAST FROM THE PAST (le RISTAMPE i REMAKE i CAPOLAVORI NASCOSTI il PASSATO)

Psyche BFC ‎– Elements 1989 – 1990 (che gran phuturo che vedeva l’allora giovane maestro della techno Carl Craig nell’89/’90! Capolavori detroitiani che finalmente hanno una loro raccolta!)
Alessandro Alessandroni – I Cantori Moderni Di A. Alessandroni (Alessandro Alessandroni aka Mr Fischio ci portava nell’infinito delle voci italo’70, ovviamente ristampa da avere nell’edizione vinilica fetish!)
Piero Pelù – Identikit (Piero Pelù si re-inventa più STRAROCK che mai e ritorna come un maldito boomerango!!! E quanto è TUTTO2kMORTE che pure Pelù ti torna remake ROCK (una volta i remake erano boh acustici al massimo elettronici) tipo bumerango dietro la clavicola?!?)

Bonus: Rainbow Island – Road To Mirapuri (ristampa fondamentale di questa band krautdarkdub polacca dell’79 rimasta sconosciuta fino ad oggi)

PHUTURO (i dischi che ti comunicano quella sensazione di fantascienza phuturo urbana extra urbana o aliena. in rigoroso ordine verdeo!)

Mu-Ziq – XTEP ep (µ-Ziq non ha fatto solo il disco PHUTURO dell’anno ma anche l’ep più bello dell’anno. E il viaggio di MONJ2 che vi ho linkato ne è solo un esempio. Il disco intero Chewed Corners merita, ma non quanto questo EP.)
Roly Porter – Life Cycle of a Massive Star lp (Roly Porter ci porta oltre i bastioni d’orione a veder balenare raggi gamma, nel disco più gravity/frontier: elite 2 di sempre!!)
Mark Pritchard – Ghosts / 1234 / Make A Livin’ Eps (Mark Pritchard sbaraglia qualsiasi bass turbo phuturo muzik con tre ep di cristo per ballare in un Wipeout5040)

Bonus: Buromaschinen – Welcome to Buromaschinen (Buromaschinen purtroppo incastrato tra 2012 e 2013, ma tutt’ora il miglior disco electro phuturo possibile in questo 2k13 ! ED E’ GRATISE)

SMORFINAMENTO COMFY (i dischi che agevolano lo scivolo nel piumone, quella musica che ti coccola e anestetizza dolcemente piano piano. Ordine alfabetico!)

Terekke – Yyyyyyyyyy ep (ah che dolce scivolare in una glassa galassia piuminosa con l’ep di Terekke! tipo quando c’hai la febbra e prendi lo sciroppo glocconico)
TM404 – tm404 lp (un’orchestrina techno che ti coccola e ipnotizza a dovere, bravo TM404 se proprio dobbiamo basic channelare allora channeliamoci nel letto)
Raajmahal ‎– Raajmahal lp (Raajmahal sono i capi del COMFYCON2k13 alla faccia della regina Grouper, seguiteli nel loro bandcamp buttatevi sul letto e poi provate a rialzarvi, non ci riuscirete rimarrete immobili con la bava alla bocca in overdose di comfyness oppiacea.)

IKKEHAUNTING (la musica phantasmo che ti haunta di stramaledetto)

Actress – Silver Cloud ep (La nuvola argentea di Actress è stata la cosa più hauntante del 2k13 inizia con uno sgrakkio e finisce con uno SPECIAL DREAM VOODOO POSSE CHRONIC ILLUSION)
L VIS 1990 – Ballads ep (Un rolex che ti perseguita nella notte, una ferrari che non ti appartiene, un incubo in HD. Tutto questo è Ballad 4D di L VIS 1990)
Mazzy Star – Seasons of your day (ogni tanto è bello anche farsi perseguitare da dolcezza noir e porporina dreamy come fanno i Mazzy Star!)

BIAGY SNACK (l’ora della merenda, quei dischi gustosi che ti fanno scivolare bene la giornata)

Four Tet – Beautiful Rewind (disco BIAGY SNACK per eccellenza alterna puccyoserie tipo Unicorn a momenti movimento phessi tipo Buchla. Four Tet malcagatissimo da chi lo osannava perché non più in Domino fa in bel concept audiolibro sui ritmi che gli piace ballare, che secondo il mio disonesto parere è l’album più completo che ha fatto insieme a Rounds e Everything Ecstatic. BRAVO FOUR TET!)
Blondes – Swisher (Swisher dei Blondes è quel momento di snack sulla scrivania alle sei di sera, hypno nebbioso e melodia crunchy)
Ducktails – Flower Lane (ogni canzone dell’altrimenti prescindibile Flower Lane di Ducktails è un momento di jingle janglo snack feel good con infiltrazioni di momenti nostalgia per non farci mancare niente. E grazie a sto disco ho scoperto la fusion autostradale jappo)

FIRE MUSIC (dischi di fuoco improvvisativo che vi scuotono dal torpore !!!)

Fire Orchestra – Exit! lp (l’orchestra di Matts Gustaffson ci indica che l’uscita è DA QUELLA PARTEEEEEEEEEEE dove tutti fanno RParaprpiuapURPESKREEWE ma in modo bello !!!)
Rob Mazurek Octet – Skull Sessions lp (esplorazioni febbrili dentro le misteriose cave del teschio !!!)
Fabio Mancini – Noi Due youtube (focosa e struggente storia d’amore per un tripudio di emozioni free improv impareggiabili !!!)

SKRANNO DELL’ANNO (la musica SKRANNA quella dei RUMERI)

Pete Swanson – Punk Authority (Pete Swanson ci insegna che la vita finisce a 30, poi bisogna cercare di averne 10 in skrannostrobo techno loop!)
Wolf Eyes – No Answers: Lower Floor (classico disagio zombie del Michigan tagliando alberi a caso, belli pure hair police o quello di aaron dilloway non più wolf eyes)
Venta Protesix – Lolicon Noise Star (skranno manga video morte: un bel digestivo effervescente brioschi)

YOUTUBE LOOP (canzoni ascoltate in loop per 10kmila volte)

Beck – It won’t be long (non sarà lunga Beck e quindi l’ho dovuta mettere in loop per 20mila volte almeno. per me canzone pop dell’anno alla faccia de quella merda de pop lady gaga li porco dio o quelle cose popbegoli che non se ne può più !!20912012)
Fabio Mancini – Noi Due (FABIO MANCINI NON POTEVA NON VINCERE ALMENO DUE PREMI! NOI DUE IN LOOP PER 8 ORE DI LAVORO AL GIORNO SEMPRE!)
Mauro dj – GNOMO ROTTINCULO (Un pezzo straordinario e capellone, un avventura romantica in una cornice da sogno, ma anche un momento di grande trascuratezza personale e sciatteria. Un pezzo per stare insieme, ma anche un pezzo per stare male. Consigliato soprattutto a drogati e malfattori.)

Fuori classifica Ape Escape 3 – Happy Sensation Italian Version (non è del 2013 però E’ LA CANZONE PIU’ BELLA D ISEMPRE NON POTRERWEE FARNE A MAEONAON DOAJNT IUODCRISTOO!!!)

MINGHIIIEeeEE SWAG (turboswagga2k13)

DJ Rashad – I Don’t Give a Fuck ep / Double Cup lp (ai ai ai ai stis tisitstilll lll–lll-loove youuu)
RP Boo – Legacy (that’s what the speaker are for / what they do what they do what they do)
Traxman – Blow Your Whistle (oooo-o-o-o-o-oneone-oneone-twotwo-three-four)

DISCHI FAMMOCC (delusioni dischi rate cacca che la gente se magna)

Black Angels – Cascionata Futile Involuzione A Cui Voto CONTRO!!!! BASTA CON LE RADICI! (emmesà che i pontiak so i prossimi uff)
Forest Swords – Monnezza Finto Burial Coi Suoni Orribili E La Composizione Tipo Finto Darkettone Pretenzioso (questo è veramente non capibile il perché esista)
Fuck Buttons – Brillocchio Pretenzioso (e pure i live mo so a rischio fregna de pecora epic mogwai-style che palle)

PREMIO SPECIALE “COME UNA MINCHIA IN FACCIA”

Burial – Rival Dealer EP (Era difficile battere entità abnormi come Kanye West in questo matto matto 2k13, ma Burial si conferma outsider in tutto e per tutto e che fa? Si fa una foto del suo cazzo e la schiaffa sui desktop di tutto il mondo così, come regalo di natale! Abbiamo Rival Dealer che è Burial feat. Jean Alesi, c’è Hiders che è una cover degli WHAM!, e poi quel Come Down To Us tipo Final Fantasy XXVIII che nel mitico minuto 7:40 diventa Cheb Khaled – Aisha + Zucchero – Senza una donna = Pavarotti & Friends 2030 Veramente, non se l’aspettava proprio nessuno.)

Pikkio Music Awards 2k13 (parte 1)

CIAO IO SONO DJ PIKKIO E BENVENUTI ALLA PRIMA EDIZIONE DEI PIKKIO MUSIC AWARDS! SONO ONORATO CHE FRANCIKEKKOBEGOLI DI BASTONATE HA VOLUTO PUBBLICARE I MIEI AWARDS QUI SU BASTONATE !!!

per leggere questo articolo si consiglia questo sottofondo musicale

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Prima di spararvi banali classifiche ripercorriamo quest’anno 2k13 in musica, che ne vale proprio la pena! Voi penserete sicuramente “anno banale/le solite canzoni/ma che è/la mia giovinezza/bloating” invece è stato un anno specialissimo. Un anno di musica tipo cazzo all’indietro che si insticchia, cioè un cazzo che torna indietro e si rificca nello sticchio da dove era nato, forse per far morire tutti non riproducendosi più, oppure per generare una nuova vita nel mondo pre-vita che abbiamo sempre snobbato, ma che necessita ancora di tante scoperte e ascolti come dimostrano le tante troppe ristampe di cazzate tipo “mizzìo il prog cantautore italiano sconosicuto”. Attenzione questo cazzo insticchio2k13 non è retromaniaco piuttosto vuole rifugiarsi nel luogo della mente (che non ha spazio e tempo ma solamente KEK), questo si può anche evincere dalla forma caratteriale di 2013 che è molto “<==3” tipo aerodinamicità al contrario nel senso “sono aerodinamico solo dentro la mia mente non vi inculo de pezza CIAONE DOMANI” quindi si è proiettati verso il DOMANI da tanti ormai tragicamente disprezzato.

Guardatelo bene! <==3 è proprio lo specchio magico del più banale e volgare cazzo dritto 8==D  che invece va stupidamente diritto contro il muro dell’ottusità dell’oggi!!!!!

Il 2k13 musikale è un 2k13 che ci ha rivelato i segreti dell’HDLIFE, del post-apocalittico quello non sgothico orendo (che però non cessa di morire e condannandoci al living with sgothic, ma d’altronde la purezza e il bello assoluto non esistono e lo sgoth ce lo ricorda saggiamente), dello sgrattare la superficie del grattino, dell’esseri liberi da vincoli tipo “la glossa”, del potere mental, degli eccessi e irregolarità racchiusi in album pesanti (o leggeri) ma piuttosto megalomani e consapevoli del loro concetto di album dall’inizio alla fine. Questo avviene dopo anni in cui tutti si erano fissati con il “pop” o il formato “canzone singola” (compresi molti che leggono e scrivono qui dentro) o addirittura “la musica di genere” (tipo la famigerata musica AKTION) in un trip sbagliatissimo tutto loro, figlio magari di cacate sul mito dei 45 giri (cheppalle) o di youtube e la musica liquida. Sbagliatissimo perché mentre il 45 giri ti limita  a due canzonette, youtube soundcloud torrentz quel cazzo che vi pare non si limita per niente! il vostro limite è soltanto la banda larga e la vostra faaAntAasiAAA, anzi si presta a quelle operazioni qui già celebrate tipo “rumore di click del mouse per 2 ore in loop” o “la playlist infinita del mio amore gatto! <3 “. Certo è tosta racchiudere in un album intero (e non in una raccolta canzoni tipo le mie meglio canzoni 2006-13) la propria ispirazione che si diluisce in mille cazzatielle, per questo a fare il DISCO DIO ci sono riusciti in pochi (ma ci sono riusciti al contrario di anni scivolosi tipo il 2011) e gli altri però ci si sono avvicinati con album altrettanto notevoli.

Nothing Is Real
Nothing Is Real

Insomma la prima parte di questo gigantesco e verboso Pikkio Music Awards 2k13 si conclude qui, era solo un intro. La seconda parte vi mostrerà le ben 20 microcategorie che rappresentano la segmentazione del mio cervello (e non del mercato, che è roba che non conosco), mentre la terza vi raccoglierà i veri SETTE+DUE DISCHI DIO DEL 2k13 QUELLI PROPRIO GLI ALBUM DA ASCOLTARE INTERI (e no non ci sarà manco l’ombra di una roba metal o hc, quindi potreste non leggermi più) CIAO A TUTTI !!!!!

Bob Mould – Silver Age (Edsel)

mould

La storia di Bob Mould è costellata di episodi nefasti molto più imputabili all’indifferenza (o all’aperta ostilità) di pubblico e critica nei suoi confronti più che alla qualità dei suoi dischi. Negli ultimi quindici anni il chitarrista degli Husker Du ha continuato a far uscire dischi brutalmente sinceri e onesti (e imperfetti) e a suonare dal vivo un ragionevole mix tra nuovo materiale e classici immortali per accontentare il proprio pubblico. Fa piuttosto specie vederlo tornare in pompa magna con un disco che fin dal titolo (Silver Age) richiama esplicitamente un ritorno al suono degli Sugar.

Negli ultimi due o tre anni l’unico canone critico che persiste in un’analisi globale è raschiare il fondo: ci si muove ripescando quelli che non erano stati ancora ripescati (tipo, non so, i Simple Minds) e si saluta come fosse il massimo dell’avanguardia roba che pesca metà del suo immaginario da dei videogame di seconda passati di moda a fine anni ottanta. Fa specie ritrovare un Bob Mould copertinato e intervistato nelle più grandi riviste italiane dopo anni e anni in cui i suoi dischi sono stati sbertucciati a spron battuto da quasi chiunque.

La chiave è sempre più o meno archiviabile alla voce retromania. Anni di concerti che dir carbonari è poco (il suo primo tour italiano dai tempi degli Huskers fu salutato da una quarantina di persone a data) e Mould si ripresenta in spolvero: concerti con i New Age ad accompagnarlo, ritorni con la band performing Copper Blue e un disco di rock tirato anni novanta. A volte basta quello. Gli Sugar avevano un problema fondamentale: non erano gli Husker Du. Silver Age, a tutti gli effetti come già accennato un disco degli Sugar (o di quella roba lì comunque: Weezer, Posies, chitarroni aperti anni novanta col pelo e melodie prendibili senza necessariamente voler passare per punk), ha il problema di non essere il precedente Life and Times. Life and Times, un titolo tra i tanti crocifissi nella sala mensa dei giornali e dei siti bene che non gli perdonavano la patina da dischetto american rawk da colonna sonora di Dawson’s Creek, era un lavoro di un’onestà e di una maturità devastanti, anni luce avanti ad ogni suo pubblico possibile. Silver Age cerca di farsi in pari: un piede sul freno e l’altro sul pedale della chitarra, canzoncine illuminate da una strana luce e non così buone come già solo due anni fa. Va benissimo: Silver Age è tutto fuorché un disco “brutto”, e l’onestà e il cuore dell’uomo qui dentro non sono mai stati in discussione. La mia speranza, nemmeno troppo mascherata, è che abbia una cassa di risonanza sufficientemente potente da mettere in crisi l’astio e l’indifferenza degli stronzi e riporti Bob Mould in qualche club italiano con trecento persone in lacrime sotto al palco quando inizia Celebrated Summer. Che questo è ancora qualcosa a cui penso e mi si bagna l’occhio. Per tutto il resto, Silver Age è un disco di quelli che non lasciano spazio a dubbi né tantomeno a certezze. L’avesse messo insieme un Rivers Cuomo sarebbe stato messo in croce; per un bizzarro scherzo del destino l’ha inciso Bob Mould mentre lo stavamo ripescando. A chi continuasse a chiedersi che ci fa sulla copertina di Blow Up, la risposta più giusta è anche la più triste: tutti gli altri eran già stati ripescati e –assodato che gli Huskers non si riuniranno mai- non ha senso tergiversare oltre.

Marco Pecorari

Marco Pecorari (o Il Pecora o Peco o Pec o direttamente P  però inserendo Er davanti) viene da una cittadina in provincia di Ferrara, io sono un razzista e posso dire che queste cose non aiutano il carattere. Marco Pecorari scrive di musica e figura come metà del blog più bello e peggio tenuto dell’internet italiano, che si chiama Spadrillas in da Mist ed è ricomparso qui dentro giusto ieri dopo un congelamento piuttosto lungo. Se lo conoscete sapete che con il Pecora non si sta mai parlando  di una sola cosa, quindi si inizia un mesetto fa chiedendogli che musica sta ascoltando e si incrociano le dita. Avviso: siamo intorno alle cinquantamila battute e quindi non ho inserito link o altro. Vado a capo, poi il grassetto è mio e il non grassetto è suo.

Che musica stai ascoltando?

Dici in questo momento? italiana: Ooze da trieste, sludge. Sonic Jesus da non so. Roba mi dicono alla BJM e Dead Skeletons, gruppi che non ho mai ascoltato. Mi piaciono.

Straniera: Exuma, un personaggio assurdo della Florida ma originario delle Bahamas che parla di robe strane, che ovviamente è già morto.

Ti riporto una recensione di una tipa su amazon, della Florida. Come tutte le persone ignoranti ignora che il tipo abitava nel suo stato e non in Africa:

Please know what you are ordering here and try and ignore the “avant-garde, trendy, b.s.” spewed about the wonders of this music. I have been listening to music from many countries in a quest to learn more about the spirit and sounds of countries I have yet to visit, Africa being one of them. And in actuality, the music I have heard from many, many African artists is amazing!!! My absolute favorite country for beautiful, loving and soulful music.

This is NOT that. Not in any way, shape or form. Make no mistake….

Based on the previous reviews for Exuma I and II, I bought both Exuma I and II. I cannot get through either one of them. The music is pure evil. It speaks repeatedly of Satan, hell, fire, death, demons, devils, zombies, even including satan’s reincarnation in the birth of a child. This is disgusting. I am no prude, believe me. But, I could write a book about what’s wrong with this music. Is this some sort of devil worshiping crowd pleaser? Otherwise, I cannot imagine any sane person listening to it.

Please know I would describe this music as repulsive, repugnant and offensive.

I am returning both CD’s and should probably have my car blessed with holy water.

Cathy S., Gainesville, FL.

Oh, I WAS FORCED to give this nightmare “music” one star in order to submit this review. Honestly, if ever there was a call for it – this could be rated on a negative scale.

Per il resto ti dico: è un periodo che vedo molto più che ascoltare, molti film italiani del periodo anni ’70, serie americane non trasmesse in italia o trasmesse col contagocce. Ieri ho visto un documentario bellissimo, me lo sono sognato di notte. E’ una storia tipo L’Amico Ritrovato, solo che i protagonisti sono il serbo Vlade Divac e il croato Drazen Petrovic. Non penso ci sia bisogno di aggiungere altro, chi non sa di cosa stiamo parlando o si informi o non è degno. Ah, il titolo è Once brothers. Continue reading Marco Pecorari