
Zooey Deschanel e Ben Gibbard si sono lasciati. Lei è quel brutto precipitato di indietudine vintage ’70 che recitava in 500 Giorni Insieme e in qualche altra decina di film nei quali quasi sempre (non si sa come ma succede quasi sempre) si metteva a cantare. Lui è il cantante e/o la mente dei Death Cab for Cutie (abbastanza carini i primi, merda tutto il resto) e di altri progetti musicali artisticamente affini. Il matrimonio di Zooey e Ben Gibbard è la quintessenza di ciò che sta succedendo all’indie rock del nostro secolo: due singolini di successo, la nascita di un progetto elettronico del cazzo (i Postal Service erano un gruppo del cazzo già in tempi non sospetti), diventi merce di scambio per i telefilm giovanilisti alla Gossip Girl, ti metti assieme a un’attricetta di tendenza e crei un modello di ruolo che perca per metà dal chitarrista dei Muse e per metà da Ian MacKaye. Le riviste ne parlano in termini abbastanza positivi da far sembrare l’ammucchiata DCFC/Postal Service/She&Him (il gruppo di lei con M.Ward) un movimento musicale a se stante con un briciolo di rilevanza storica (“è questo il nuovo indie?”). In qualche caso hanno talmente fotta di fare uscire la recensione nel numero giusto che il redattore decide di scaricare il leak da internet prima che gli arrivi il promo, mettendolo disco del mese nonostante sia un palese fake e/o il disco di un altro gruppo. E comunque ormai la sacra unione tra artisti alternative ed attrici fighe è EFFETTIVAMENTE un genere musicale a sé, un caso di iperesposizione casuale dell’arte su base sessuale che serve al cinquanta per cento a denunciare il fatto che sì l’indipendenza e l’etica ma anche voi vorreste scoparvi Zooey Deschanel (grazie ar cazzo), e per l’altro cinquanta che sì, la maggior parte di queste tizie non sanno fare il loro lavoro nonostante gli occhi azzurri MA hanno una sterminata cultura musicale e a volte posano con la maglietta dei Black Flag. Il tutto si risolve magicamente in dischi quasi sempre atroci e al di sotto la più ottimistica interpretazione del concetto di “pubblicabile”, come nel caso di Devendra Banhart (abbastanza carini i primi, merda tutto il resto) nel post-Natalie Portman. L’altro giorno alla radio ho sentito parlare dei Kills (abbastanza carini i primi, merda tutto il resto): diceva la tizia che il party di matrimonio tra il chitarrista e Kate Moss è durato una settimana e la cantante era incazzata pesa tutto il tempo (“sarà gelosia?”). E vi ricordate quando Beck (abbastanza carini i primi, merda tutto il resto) fece uscire un disco acustico triste e del cazzo dopo essere stato scaricato da Winona Ryder? E lo stesso Page Hamilton, perchè ha riformato gli Helmet se non per mostrare al mondo che a cinquant’anni suonati è MOLTO più figo esteticamente di quanto Beck e gli altri esseri umani siano mai stati e possano mai essere? E soprattutto: quale di questi artisti potrebbe avere anche in prospettiva il coraggio di prendere a coltellate (o farsi prendere a coltellate dal) la propria fidanzata hollywoodiana per entrare nel mito? Da quando le ragazze hanno guadagnato il diritto a desiderare sessualmente un musicista che non ha idea di cosa cazzo sia un fuzz?

Un’altra cosa per cui invece mi prende male è che Thurston Moore e Kim Gordon si sono lasciati ufficialmente. Col loro matrimonio finisce probabilmente (o no) l’avventura Sonic Youth (abbastanza carini i primi, merda tutto il resto), mentre Thurston licenzia dischi acustici di cui tutti dicono “bellissimo” e io non voglio ascoltare per scoprire che no. L’avventura Sonic Youth è più o meno l’unica espressione dell’indie rock anni ottanta che ha proseguito l’attività ininterrottamente sotto lo stesso nome fino ad oggi senza manco dei cali troppo violenti di qualità, ed è un po’ un’ammissione di sconfitta e il possibile inizio di una seconda vita di Moore come frequentazione di stelline hollywoodiane. Kim Gordon ha 58 anni, io me la farei anche oggi pomeriggio.