Man, you wanted the shit. Man, you got the shit.

devin
stimati.

Il ragazzone della foto NON è uno sfigato di trentasette anni che si è fatto fare un servizio da un’amica fotografa frangiacore allo scopo di ottenere un provino per la parte di qualche scagnozzo nel terzo episodio di Twilight. Vi piacerebbe. E non è nemmeno un riccardone decerebrato che s’agghinda a festa per passare le selezioni di X-Factor e portarsi a letto Mara Maionchi. Quella sopra è la nuova incarnazione di Devin Townsend. Il quale, gasatissimo da una serie di recensioni entusiastiche del merdosissimo primo disco del Devin Townsend Project (tipo questa, questa, questa e persino pezzi di genio tipo questo a sancire che “sempre meglio dei Metallica”), pare avere tutte le intenzioni di dar seguito alla minaccia secondo il quale il merdosissimo disco di cui sopra fosse la prima parte di una trilogia o tetralogia.

E quindi andiamo di EPISODIO DUE. Che avrà in copertina tre pastelli a cera (di cui due spezzati) e si chiamerà Addicted, probabilmente in riferimento al gran rifiuto di HevyDevy riguardo a tutta quella storia di droghe etcetera. Sul Myspace dell’uomo un sacco di buone notizie: il “teaser” del nuovo disco e persino UN INTERO BRANO NUOVO, una roba stile Powerman 5000 elettro-brutti (=White Zombie elettro-orridi) che coinvolge persino la cantante dei Gathering alle backing vocals e di cui il protagonista della vicenda, di suo pugno, ha il fegato di scrivere una cosa del genere:

I know…I know…it’s a pretty bippy-boppy-Euro-type dance track, but you know? guilty as charged when it comes to loving that stuff. I remember hearing The Vengaboys ‘We Like To Party’ back when it came out and it nearly brought me to tears (I was cutting onions at the time…) something about EASY, FUN music that takes very little effort to enjoy…or detest as the case may well end up being.

So yeah, I wrote a song like that. ppppttthhhhhhhhhpppppppphhhhhhhh…..

Beh, VAFFANCULO. Voi chiedetevi pure come si fa a mettere un disco di techno-metal brutto dopo un disco di pattonismi brutti e venderteli come parte di un progetto più grande. Cose che succedono solo nella mente di Dev, e grazie a Dio. Per concludere, dallo stesso post, segnaliamo un rapido commento alla cooptazione di Anneke Van etcetera:

Anneke VanGeirbergen ladies and Germs…Anneke VanGeirbergen. Did I mention I love Abba as well? Well I do. AND we’re still metal.

Se i metallari open-minded si fossero uccisi tutti quanti nel ’97 (me compreso, sorry), il mondo sarebbe un posto migliore.

Ki Kazzo etc etc (farei dell’ironia ma ho tre cappe nel nick)

stimati.
stimati.

Nell’imbarazzante dubbio se continuare a fare uscire dischi di merda a nome Devin Townsend o dischi di merda con il progetto Strapping Young Lad decide di buttare l’una e l’altra nel cestino e iniziare una storia diversa, a nome, ahm, Devin Townsend Project. Così uno pensa, ecco, c’è dietro un progetto. I progetti sono belle cose, implicano –tipo-  uno stadio di progettazione. Nel caso concreto, il genio psicotico in provetta peggio concepito della storia del rock pesante ha deciso che l’eclettismo applicato ai peggiori sottogeneri della storia (ambient-metal, techno-metal e qualsiasi altra cosa che non c’entra con il metal + il metal) non bastava ed era ora di pisciare un po’ più fuori dal vaso. Ki, primo lavoro sotto il nuovo monicker, diventa dunque una buona occasione per lanciarsi in tutta quella branca di out-pop del cazzo alla Peeping Tom, o anche peggio. Per essere sicuro di farsi notare da Mike Patton, Hevy Devy ci infila un altro paio di riferimenti a Ipecac del tutto a caso, tipo che Disrupt diventa una specie di pezzo dei Melvins senza i riff dei Melvins e/o qualche bel pezzo tipo Winter, una versione povera di certe tracce che skippate tutte le volte nei dischi brutti dei Faith No More. Il tutto assemblato e suonato –pare- con la seria e motivata intenzione di arrivare nei negozi con un lavoro da top ten dei peggiori dischi della storia del pop, risultato conseguito in pieno. Congratulazioni, Devin.

E queste erano le buone notizie. La cattiva notizia è che Ki è la prima parte di una trilogia.