L’ultima volta che parliamo del Blasco

la zingara

“Vaffanculo tu e il tuo farisaico codice d’onore della strada del cazzo. Ti ha fatto assolvere quattro volte? No, per niente, io l’ho fatto. (…) Il tuo mondo di merda è piccolo così e c’è solo una regola: salvarsi il culo.”
(Carlito’s Way)

Continuare ad assistere alle fortuite incursioni di Vasco Rossi su facebook o youtube, su base settimanale, ci aveva portato un certo grado di simpatia nei confronti dell’uomo, che sembrava una specie di lato oscuro di Berlusconi, un vecchietto che –passato circa un ventennio in preda allo stordimento progressivo- cerca di prendere coscienza per la prima volta del mondo attorno a lui con un briciolo di buona fede che sulle prime non gli avremmo imputato. Vasco che tira battutine su Ligabue, che si richiama di continuo ai suoi fan e tutto il resto. Queste dinamiche dissociative/associative che sembravano voler cercare un processo di umanizzazione, forse di iperumanizzazione, di Vasco Rossi come cittadino del mondo e/o libero pensatore all’interno di un sistema che reprime o deprime l’essere freak a meno di non poterlo porre come criterio estetico di base. Vasco Rossi non riuscirà mai ad essere UNO DI NOI, ma stava iniziando a diventare in qualche modo UNO DI LORO, una persona che parla la lingua dei suoi fan, uno che spara prima di prendere la mira, uno che rema contro il suo staff e non la manda a dire e non si fa fermare da un parere ragionevole casuale.

Naturalmente non era vero. Mentre l’uomo si spaparanzava sul divano dei social network alla mercè di tutti i curiosi/lovers/haters del caso, lo staff di addetti ai lavori continuava a lavorare da sotto compilando cartelle stampa, smentendo lo smentibile e gestendo il gestibile. Dato che c’era, en passant, l’avvocato o gli avvocati di Vasco Rossi si sono messi d’impegno e hanno fatto chiudere Nonciclopedia, rea di avere una pagina di insulti piuttosto pesanti all’uomo. Nel momento in cui scrivo, dunque, il tag #vascomerda è diventato uno dei trending topic mondiali di twitter. Le conseguenze sono tante. Per prima cosa, questo può generare un qualsiasi interesse dei fan internazionali nei confronti del rocker di Zocca, così da far finalmente conoscere il Blasco agli americani e abbattere una volta per tutte il mito fan-generated secondo cui se Vasco Rossi cantasse in inglese sarebbe Springsteen, VAFFANCULO); secondo, ha generato un’onda lunga che a stretto giro di posta ha fatto parlare della questione i quotidiani online e le sezioni online dei quotidiani fisici. E tutto questo ha generato in presa diretta una risposta piuttosto incredibile di Tania Sachs, che si conclude con “libertà di stampa non è libertà di offendere” (is the new utilizzatore finale).

Probabilmente, tra le altre cose, Tania Sachs non ha torto. E Vasco Rossi, o chi per lui, ha il sacrosanto diritto di querelare chi gli pare e piace, soprattutto se un giudice gli dà ragione. Non che questo possa cambiare la questione, alleggerita da alcuni altri che si scrollano con nonchalance la forfora dalle spalle al grido di “ma sì tanto Nonciclopedia faceva schifo”. Qui stiamo parlando di un’impresa che vende giovanilismo a palate, che vende a sua volta dischi rock con la mano destra (qui stiamo citando il Capo) mentre con la mano sinistra fa l’amicone dei suoi fan e il vecchietto svampito nei social network, e avendo le mani occupate usa i piedi per prendere a calci chi s’azzarda a prenderlo a male parole e/o dargli del vecchietto svampito. Fino ad oggi peraltro s’era manifestato soltanto il piede sinistro del Blasco, nella multipla persona di un esercito di ultras che assalgono le voci di dissenso a botte di mille-duemila alla volta, snocciolando argomenti a prova di bomba tipo “prova a scrivere tu una Sally poi ne riparliamo”; oggi siamo a conoscenza anche del fatto che anche il piede destro di Vasco, cioè i suoi legali, è vivo e in salute. E insomma, non vorrei fare la figura del democristiano ma il modo migliore per trattare con ‘sta gente è non cagarla manco di striscio. Che tornino a fare l’esegesi del loro non esistere in questo piano di realtà,  sponsorizzati dai loro red ronnie e dai loro mollica. O che continuino più semplicemente a spacciare i loro singoli su Virgin Radio e ad affiggere i loro posteroni fuori dalla Feltrinelli e a fare i loro sold-out a San Siro. Reintroduciamo il sano buon vecchio concetto anni novanta secondo cui ci siamo NOI e ci sono LORO e NOI con LORO non ci vogliamo avere a che fare. Non è necessario dover avere a che fare con tutti. Ciao ciao.