Dischi stupidi: Is This Hyperreal?

Alec Empire sembra un cialtrone decerebrato, e gli si vuol bene anche per questo. In realtà la sua visione ha marchiato a fuoco gli anni novanta (e tutto quel che ne è derivato) come pochissimo altro; più prolifico di Scerbanenco, diecimila pesudonimi, sempre in moto, sempre pronto a collaborare con questo e quello, occhi e orecchie spalancati come voragini e ricettivi come paraboliche verso il mondo intorno, una curiosità inesauribile, pari soltanto al narcisismo tossico e a una volontà di ridefinire i confini della musica elettronica di qualsiasi tipo, forma e foggia (dalla techno alla musica concreta, dal rumore bianco all’ambient), l’uomo nato Alexander Wilke ha saputo essere produttore, imprenditore, DJ, squatter, ideologo, icona punk e uomo-copertina (per i dissociati), ha creato con il solo ausilio di macchine old skool e schede audio estrapolate da videogiochi scassati un genere (la breakcore o digital hardcore che dir si voglia) su cui legioni di nullità stanno ancora costruendo carriere, soprattutto, ha saputo fermare lo spirito del tempo in un’incarnazione tra le più vitali, irreplicabili e fieramente ignoranti di sempre. Gli Atari Teenage Riot (oltre a Empire un negro schizzato e una tipa che sembrava un travestito brutto) erano tutto questo: Berlino, la caduta del Muro, i rave. Puro spirito punk all’ennesima potenza declinato in salsa gabber, ribellismo a cazzo di cane in dosi da far cagare addosso Zack de la Rocha, testi sullo sloganistico spinto che al confronto i Discharge erano filosofi greci, riff campionati alla vecchia da dischi metal e non (dai Pantera ai Dinosaur Jr, tutto comunque sgamabile anche da un sordo), gran bailamme di 808 e 909 prese a pugni, un apparato iconografico che sapeva unire le fulminanti visioni cyberpunk dei Ministry degli anni belli a un modernariato pauperistico figlio di Tetsuo quanto di Jeff Minter quanto di Mimmo Rotella se fosse stato giovane ed eroinomane negli anni ottanta: se nel 1995 avevi tredici anni e una gran voglia di ascoltare musica che facesse incazzare gli insegnanti, questa era una vera e propria benedizione. L’apice lo raggiungono nel 1997 con No Remorse (I Wanna Die) assieme agli Slayer per la colonna sonora di Spawn (probabilmente il più brutto film su un supereroe mai realizzato; la colonna sonora non è molto meglio, ma il pezzo degli ATR spacca), nel frattempo era entrata in pianta stabile la giappo-ariano-texana Nic Endo, urla effettate, casino digitale e bella presenza; due anni più tardi 60 Second Wipe Out, stessa sbobba ma stavolta piace anche ai metallari, loro suonano al Dynamo e il video di Too Dead for Me gira nelle trasmissioni metal. Il merzbowiano Live At Brixton Academy 1999 (un solo pezzo di venticinque minuti di rumore fastidiosissimo) l’ultimo atto: pochi giorni prima dell’11 settembre Carl Crack muore, forse suicida. Il gruppo si scioglie, Alec Empire continua a fare uscire cose. Nel 2002 Intelligence & Sacrifice folgora simultaneamente sulla via di Damasco quel che è rimasto della stampa musicale italiana; il mega-marchettone collettivo non sortisce gli effetti sperati, l’interesse gradualmente scema e per i dischi successivi Empire torna a venire snobbato alla grande. Nel 2010 la reunion degli Atari Teenage Riot, oggi il nuovo CD. Al posto di Carl Crack c’è un altro negro, Hanin Elias non è della partita, dice che non ce la fa più a cantare; Alec Empire ha ancora il mascellone volitivo e sembra ancora la versione giovane di Lux Interior, e Nic Endo è sempre una gran figa – con o senza ideogrammi in faccia. Is This Hyperreal?, meraviglioso l’omaggio ai Wipers nel titolo, manco a dirlo è la stessa sbobba di sempre, riff metal rubati, slogan urlati e tutto il resto, e il fatto che esca a ridosso dei casini a Londra è una pura casualità; il valore aggiunto per noialtri vecchiacci è l’effetto-nostalgia, il ricordarci dolorosamente di un tempo in cui eravamo giovani e idealistici e animati da Giuste Cause a caso (Fuck the commercials! Burn down the system!!!, come recitava un biglietto da visita degli ATR del 1992, e crederci davvero). Però il disco è proprio brutto.

Dischi gratis: Wormrot – Dirge (Earache)

WORMROT HEADLINER AL GODS!

Domanda: è possibile sublimare in meno di venti minuti lo scorno per una quasi-Chernobyl dall’altra parte del mondo, la campagna anti-giudici della maggioranza, una depressione che incombe ogni sera minacciosa, problemi con la fidanzata, lavorare in catena di montaggio, perdere il lavoro non riuscire a perdere peso, iniziare a perdere i capelli, la sinistra che non esiste, la ragazza seduta nella fila dietro che non ti caga manco di striscio, il fatto che il referendum sull’acqua andrà sotto quorum in una percentuale spaventosa, i problemi all’auto, il prequel di Amici Miei, le rate del mutuo, essere picchiata dal marito, avere un problema d’alcool, accento svedese che incensa il nuovo jovanotti e tutto quello che in generale ci prende di merda in vita? Risposta: RUTTI IN CULO A TUA MADRE. Wormrot, 25 tracce in 18 minuti, tutto fighissimo e tutto in download gratuito sul sito di Earache. Ogni volta che Digby Pearson torna a far uscire quella roba lì è una festa. (grazie Piero)

L’agendina dei concerti emiliana – 6-12 settembre

Certo.

 
Le feste dell’unità (o feste democratiche, o salcazzo come vogliono chiamarle adesso) impazzano in lungo e in largo un po’ ovunque, con conseguenti indigestioni di tigelle farcite coi salumi più malsani e nocivi in circolazione, gran sbornie di vinaccio orribile e fluviali comizi sulle “riforme condivise” da orchite fulminante e morte cerebrale praticamente certa (tranne quando invitano relatori mafiosi, almeno lì c’è un po’ di cagnara). Chi non è già stato colpito da trombosi coronarica per overdose di ciccioli e gnocco fritto, questa sera potrà tentare di battere il record mondiale al campionato di sauna che si terrà a partire dalle 21 dentro il Nuovo Lazzaretto al suono dei leggendari bostoniani The Freeze, con Postalmarket BabiesHowling Machines di spalla. Martedì 7 i metallari in vena di lazzi potranno farsi due ghigne all’Estragon con gli Atroci (anche solo leggendo il prezzo del biglietto: 10 euro), mentre mercoledì c’è Neffa gratis alla festa dell’unità di Reggio Emilia, a ricordarci che prima dell’abominio con lo spinellato J.Ax ha avuto anche una carriera.
Giovedì 9, problemone per gli indie kids: il ribollito Pop Group nel forno crematorio-Locomotiv  o gli auto-riesumati dEUS gratis alla festa dell’unità di Modena? Comunque vada sarà una fiera di zombi, ma tra tutti Mark Stewart (incrociato in via Matteotti  a fare lo slalom tra i maghrebini mentre andavo a morire al concerto dei Suicide) probabilmente è l’unico arzillo.
Venerdì tutti a sorseggiare cocktail stilosi e a darsi arie da grande artista all’Estragon coi The Field (dieci euro, direi abbastanza onesto visto che ci saranno anche i visuals – loro si limiteranno a schiacciare due pulsanti); è comunque solo un aperitivo per il bagno di sangue di sabato 11. Uno dietro l’altro, in nessun ordine particolare:  Abe Duque al Cassero (dieci euro), Villalobos e amici a Reggio Emilia (dovrebbe stare sui venticinque euro, ma con le prevendite differenziate a seconda di quando compri il biglietto non ci ho capito un cazzo), il September to Dismember a Modena (cinque euro) poi ancora a Bologna il ritorno del marchio Starfuckers (non il gruppo) dopo anni di vuoto, questa volta nella doppia venue Kindergarten-Redrum con un programma veramente arrogante (trentacinque dj smistati in cinque sale, visuals malsani, laser, lanciafiamme e zona chill-out il tutto a venti euro) preannunciato da un flyer bisogna dire di gran gusto.
Per chi sopravvive poi domenica 12 ci sono i Last Days of Humanity al Nuovo Lazzaretto, o i Uochi Toki allo Zuni.