L’idea più ragionevole sulla faccenda è che questi dischi non escono per un motivo fondato e che questo motivo ha MOLTO più a che fare con il valore artistico di quanto ne abbia con la mafia, il signoraggio bancario, i complotti delle major e la sfiga. AKA non ci perderei troppo il sonno. Ma insomma, sperare è pur sempre lecito.
Lo scrivevo io qualche settimana fa, parlando del fatto che il nuovo disco degli Screaming Trees, annunciato più o meno a buffo (e intitolato in maniera molto originale Last Words) non avrebbe spaccato un cazzo di niente. Un po’ avevo ragione. Fosse uscito nel 2000, e dite pure che ve l’ho detto io, questo disco avrebbe fatturato un treno di recensioni negative. Ci si sarebbe chiesti, a ragione, a che pro continuare a sostenere gente che nell’economia del rock si piazzava con orgoglio due passi oltre la dietrologia e/o in territori di puro Pterodattili Oriented Rock, in un periodo in cui tutto sommato persino i Pearl Jam provavano a fare un disco senza Brendan O’Brien. Ma più che altro avevo torto: sentito oggi, anche asciugate le orecchie dalla nostalgia ad ogni costo di cui ultimamente mi sto sbronzando, è incredibile. Un tuffo carpiato in un’epoca ormai finita, psichedelia Blacksabbath-iana presa male e quelle linee vocali assurde di Mark Lanegan che un cazzo e un altro non sentivamo da dieci anni e passa e TI-SI-FERMA-IL-CUORE. A volte sbagliarsi è proprio una figata.