VIA
E’ abbastanza una brutta giornata quando scopri che la preannunciata nuova ballotta-progettone-vaffanculoprimavera di Stephen O’Malley, Atsuo dei Boris, Michio Kurihara (il sesto uomo che parte dalla panchina tipo Jamal Crawford ad Atlanta, ma nei Boris, quando c’è da far paniere e mettere giù i pezzi sobri senza botta) e Bill Herzog stà in streaming su PITCHFORK con una slide fotografica abbastanza patinata da sembrare quelle foto scrause che ti mandano nei comunicati via mail quando c’è da pubblicizzare un gruppo crust da Portomaggiore. E’ così: si scarta il pacchetto e almeno dentro non c’è un mattone dipinto con la scritta “ciao, questo è l’ennesimo supergruppo di merda, hai sempre diffidato da ste cose ma a sto giro hai letto O’Malley e ti abbiamo fottuto” perchè sarebbe stato decisamente da stare male per un po’.
Messa giù come l’ha messa giù Pitchfork mi sembra come quella volta che alla NASA, per commercializzare l’immagine del primo Shuttle, ci hanno fatto salire una maestra. Per far vedere che anche tu con la tua giacca con le toppe sui gomiti puoi stare nello spazio. Grazie ‘murica.
Allo stesso modo anche tu mentre ti cerchi l’ultima sensazione moroso-morosa che suonano il laptop e l’ukulele puoi goderti la nebbia di sugna malata che stà dentro le sei tracce del disco, che non ha un titolo ma un’identità almeno scolpita.
Ed è proprio questa tutto sommato percepibile uniformità la cosa eclatante, perchè non ti aspetti dai soggetti in causa -gente che vive di tourettismi creativi: con i tipi dei Boris non c’è nemmeno da spiegare il perchè, O’Malley ha probabilmente più gruppi che dischi all’attivo, Kurihara faceva (fa?) sigle per gli anime, Herzog è il menhir che fa da altare per tutto- un muro di ambient orchestrale, quasi cinematografico e lontano dalla fisicità scioglibudella di SunnO))) o Khanate e soprattutto dalla pacchianità delle ultime cose fatte dai giapponesi (non mi riferisco all’ultimissimo Boris, Praparat, quello è figo, bensì ai due concept usciti in contemporanea che per me rimangono il peggio del peggio di una carriera geniale).
Fila via liscio e ha dei droni facili, non è che sia sempre un pregio ma a sto giro va bene tutto.
STOP
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