Tecnicamente non ho mai fumato crack (io mi faccio solo di Ovomaltina), ma a quanto pare servono un accendino, stagnola (o una pipetta, detta appunto pipetta da crack – nobile attrezzo da lavoro da cui hanno preso il nome le Pipettes, tre note crack-addicted che divennero mega-fenomeno indie quattro anni fa quando andava di moda parlare di loro sul proprio blog anche se facevano cagare a spruzzo ed erano del tutto inutili), la cannuccia di una biro (se non hai la pipetta o se non hai mai parlato delle Pipettes sul tuo blog) ed appunto il crack, che più o meno è cocaina in cristalli dopo opportuni trattamenti/lavaggi fatti con bicarbonato e/o ammoniaca. Il crack fa male perché arriva direttamente al cervello e se lo fotte senza nemmeno avere l’accortezza di usare il preservativo.
Non so come sia fumare crack e non so nemmeno cosa si provi, ma ad occhio e croce penso che sia come guardare Una voce per Padre Pio, programma tv (copiaincollo a caso che non voglio sprecare fatica a scrivere di Padre Pio ed altre minchiate per gonzi) condotto da Massimo Giletti e Alessandra Barzaghi, con la partecipazione straordinaria di Emanuele Filiberto; sul palco la grande Orchestra “I Suoni del Sud” diretta dal Maestro Alterisio Paoletti, che accompagnerà tanti importanti ospiti musicali e dello spettacolo come Al Bano, Marco Carta, Valerio Scanu, Spagna, Silvia Mezzanotte, Jenny B. e Corona, che dopo che Jenny B. non le ha più prestato la voce è sparita dalla circolazione ed ora si fa sicuro di crack e si presta a squallide ospitate in discoteche della bassa polesana.
Ragazzi non fatelo anche voi a casa.