Gruppi con nomi stupidi (e pure MATTONI issue #17): MOSTLY OTHER PEOPLE DO THE KILLING

ora ditemi se già un po' non li amate.

A un certo punto il padrone di Underground era andato totalmente giù di testa per jazz (soprattutto free) e affini. Doveva essere la sua nuova fissa dopo frequenze e microsuoni assortiti: come prima entravi in negozio ed era tutto un florilegio di BZZZZZZZZZZZZZZ BBBBBZZZZZZZZZZZZSCHRRRRRRRRRRRR minimali, ostili ed elettrogenerati, ora era la volta di sfuriate di sax fomentate da aggressivi tempi dispari e finezze übervirtuosistiche di contorno. È stato grazie alla sua nascente monomania che ho scoperto A Night in Tunisia di Art Blakey & the Jazz Messengers, un disco che ai miei già non più giovanissimi orecchi era come il primo schizzo dentro vene vergini: beatitudine, pura beatitudine. La title-track, posta in apertura, rientrava in particolare tra le colonne sonore preferite per i miei viaggi mentali, undici minuti di esagitato, eroinico tumpa-tumpa-tum che per quanto mi riguardava sarebbero potuti andare avanti all’infinito. Qualche anno dopo, erano passate galassie nel frattempo, Underground aveva da quel po’ calato le serrande per l’ultima volta, travolto dall’inarrestabile ascesa del downloading illegale e dei negozi online dove la roba costa 10 volte di meno, trovo un disco che replica in maniera praticamente identica la copertina di A Night in Tunisia: è Shamokin!!!, secondo album dei Mostly Other People Do the Killing, allora a me del tutto sconosciuti. Nome stupido, copertina decisamente stupida, logo fuori dalla grazia di Dio = è amore immediato. Mi porto il disco a casa ed è come se un ciclone si fosse istantaneamente materializzato nel tinello spettinandomi anche i peli del culo: impressionante, i fantasmi di ogni altro disco jazz che avessi ascoltato in tutta la mia vita si ripresentavano incazzati e belligeranti, evocati dall’inesausto enciclopedismo da nerd incattiviti del quartetto (fondato e pilotato dall’arguto contrabbassista Moppa Elliott, gli altri sono Peter Evans alla tromba, il filippino laureato Jon Irabagon al sax e l’irrequieto genietto di Stormandstress e Talibam! fama Kevin Shea alle bacchette). C’è anche un pezzo intitolato – guarda caso – A Night in Tunisia, ventuno minuti ventuno di delirio citazionista-incazzoso equamente animato da arroganza esecutiva da una parte e infinito rispetto verso gli originali dall’altra.
Lascio a voi il piacere di scoprire quali copertine sono state parodiate nei successivi This Is Our Moosic (questa è facile) e Forty Fort (questa già è più stronza). L’ultimo nato è il doppio dal vivo The Coimbra Concert (non so a voi, ma a me titolo e copertina hanno mandato in shock anafilattico), quasi due ore di simpatia in cui come al solito tutto lo scibile jazzistico viene triturato, digerito e risputato fuori con un’arroganza che non è mai prevaricazione, una carica di ironia da far scoppiare a ridere anche Michael Mantler e, soprattutto, una passione e una foga nell’esecuzione tali da travolgere anche chi del jazz se ne è sempre allegramente sbattuto i coglioni. Il MATTONE questa volta è Blue Ball, 33 minuti, non male ma tutti gli altri pezzi sono molto meglio. Che qualcuno li porti a suonare da queste parti, perdio!!!

 

ARTE.

Cose su cui riflettere. O no.

Inizia così, per me. Un pezzo twittato dal mio capo che linka al blog di Andrea Girolami, che è quello che tra gli altri cazzi ha inventato Pronti Al Peggio(quindi insomma, parlando di TV/musica gli si dà credito). MTV Brand New era -più o meno- un canale di Sky che ospitava musica meno allineata. Al suo posto entra MTV Rocks, canale inglese specializzato in musica -suppongo- rock la cui playlist attuale contiene alcune delle cose più tristi, bolse e immorali mai immesse sul mercato discografico. Sostanzialmente un carnaio.

Giusto ieri m’ha chiamato a casa una venditrice di Sky mettendomi al corrente di un’offerta vantaggiosa.  In questi casi la tentazione di mandare affanculo le aziende via telefono (chiamano a ore pasti, diocristo) è sempre fortissima, ma tutte le storie che girano sulle condizioni di lavoro a ‘sti centralini mi hanno imbambolato e convinto ad ascoltare la richiesta e non finire la telefonata dicendo grazie preferisco continuare su youtube, sta di fatto che anche stavolta ho preferito evitare di fare abbonamenti a Sky o cose -ma sto convincendomi, due mesi dopo lo switch off in Romagna, che un decoder per il digitale terrestre sarebbe utile.

Il dibattito riguarda una serie di questioni culturali di base. La prima è che si passa da un canale italiano a un canale anglofono. La seconda è che se ne vanno dei posti di lavoro. La terza riguarda qualche massimo sistema a caso tipo cosa sia giusto promuovere dove a livello musicale in TV.

Nei commenti al post Andrea scrive “non è una questione tanto di licenziamenti quanto di scomparsa di un marchio che era nato in italia e che aveva caratterizzato un certo mondo più e meglio di come poteva succede all’estero“. Questa è una. Un’altra è l’uscita a gamba tesa di dj Pikkio sul suo friendfeed, che copio testualmente:

dobbiamo metterci il cuore in pace e pensare che mtv è sempre stato un esercizio puramente commerciale, non basta una stagione di pochi anni a rendere un canale del genere un avanguardia culturale, è sempre stato solo e puramente commerciale. E fa venir voglia di fumare crack.

Poi c’è tutto il discorso più generale legato alla promozione della musica su canali non musicali, un concetto legato alla produzione di immagini e quant’altro. Recentemente la mia morosa mi ha segnalato che l’ultimo (ORRIBILE, il capslock è un dovere morale) singolo di Fabri Fibra contiene una citazione/plagio da Funk-a-Un di Neffa. A parte tirarmela perchè la mia morosa sgama le citazioni/plagi da Chicopisco, sono andato a vedere il video e CRISTO DI UN DIO in mezzo a tutto un giro di rappusi e strappone che ballano appaiono scritte tipo “ci sono 5 programmi di musica in TV e 4 hanno il televoto”.

Suppongo che il dovere morale di un appassionato di musica con una connessione internet sia sbattersene bellamente i coglioni e passare oltre. Personalmente sono nato e cresciuto in una realtà musicale complessa e stratificata, oltre che in un paesino ai piedi delle colline. La seconda cosa ha significato che nella mia valle non si riuscisse a prendere Videomusic nè (più tardi) MTV, e questo probabilmente mi ha impedito di diventare un fanatico di Interpol o Arcade Fire. La prima ha significato che potevo ascoltare dischi a caso e beccarne comunque un sacco di validi. Un amico mi passava le VHS registrate di Sgrang, molte belle cose ma anche no -e i gruppi mi è toccato scoprirli comprando le riviste e scambiando le cassette. A parte quello il legame a doppio filo tra musica e immagini per me se ne sarebbe potuto tranquillamente andare a farsi fottere e/o si è sempre limitato alle copertine dei dischi. Mi viene solo da notare che MTV Brand New aveva aperto nel 2003, e gli anni da allora al 2010 non mi sembrano essere i migliori che ho vissuto, musicalmente parlando. Tra le varie opzioni a cui mi viene da pensare oggi, considerati i tempi che corrono e le opzioni che ho (tipo la Blogotheque, che è gratuito e fatto meglio e divertente e COMUNQUE non ho mai voglia di guardarci) la soluzione-Pikkio mi sembra comunque la più sostenibile. MERSH. Naturalmente scriverci un post non è il modo migliore per manifestare che te ne sbatti, ma mi piace avere un animo contraddittorio.